Michele Bravi torna dopo quattro lunghi e dolorosi anni con un nuovo album: “La geografia del buio“, disco sul dolore e sull’amore. Il dolore, quello che ha provato, passato e che lo ha segnato. E l’amore, che lo ha salvato.
Nelle tante interviste rilasciate in questi giorni il cantante ha più volte espresso lo stesso concetto:
Anni fa, quando parlavo della mia sessualità, non ero mai reticente, ma avevo questo atteggiamento ‘rivoluzionario’ che consisteva nel non dire, perché dal mio punto di vista non c’era bisogno di dimostrare. Oggi ho ribaltato la posizione che ho tenuto per tanti anni. L’amore non è un atto privato, l’amore è un atto pubblico, chi ama deve avere il coraggio di esporsi. Chi ha il coraggio si esponga, anche se chi non si sente di farlo si deve sentire comunque protetto
Michele deve ringraziare l’amore della comunità lgbt, che lo ha accolto, e quello di un ragazzo speciale, che gli ha insegnato a condividere l’amore, a esporsi, mostrandogli come fare.
Dopo ‘dolore’, la seconda parola di questo disco è amore. Ho avuto una grande fortuna, che qualcuno condividesse con me questo percorso di dolore. Due anni fa, mi è stato chiesto da questa persona di fare agli altri lo stesso dono che io ho ricevuto, e io l’ho fatto. Tutta la nostra storia è dentro queste canzoni
“Da parte mia questo è un piccolo atto, il poter dire su ‘Mantieni il bacio’, che io quel bacio l’ho dedicato ad un ragazzo, quel ragazzo”.