La preoccupazione per la diffusione dell’influenza aviaria cresce e con essa il timore che il virus H5N1, responsabile della malattia nei volatili, possa compiere un salto di specie e contagiare l’uomo. Per individuare per tempo il pericolo, un team di ricercatori del Politecnico di Milano ha messo a punto un sistema di allerta precoce. Intanto l’influenza stagionale ha fatto registrare un picco, spingendo i virologi a esortare a vaccinarsi chi ancora non lo avesse fatto.
L’allerta contro l’aviaria
Sono ormai due anni che l’influenza aviaria colpisce, anche duramente, gli animali. Si tratta della malattia causata dal virus H5N1 che interessa soprattutto i volatili, ma che di recente è stato individuato anche in allevamenti bovini da latte. Il timore degli esperti, però, è che possa avvenire un cosiddetto spillover, cioè un salto di specie. La conseguenza sarebbe che il virus potrebbe essere trasmettessi da uomo a uomo. Per questo finora sono state condotte ricerche che adesso hanno portato a realizzare un sistema di allerta precoce.
Cos’è il sistema di allerta rapido FluWarning
A metterlo a punto sono stati alcuni ricercatori del Politecnico di Milano, coordinati da Anna Bernasconi. Il team, che ha pubblicato i risultati della propria scoperta sulla rivista Science Advances, ha utilizzato i dati di Gisaid, una piattaforma su cui vengono condivise sequenze virali e altri dati ad esse connessi, prodotti dai laboratori di tutto il mondo. FluWarning – questo il nome scelto per il sistema – funziona in modo statistico: una volta acquisite le informazioni sulle sequenze normali dei virus influenzali, è in grado di individuare eventuali variazioni sensibili e, in questo caso, emette un’allerta. Fin qui le operazioni “automatizzate”: poi, però, entrano in gioco i virologi che possono analizzare l’anomalia e confermare o smentire che sia dovuta a un passaggio da una specie a un’altra.
Un sistema già operativo
Come spiegato da Bernasconi, “Grazie alla sua semplice installazione e alla creazione di analisi che possono essere effettuate su specifiche località e periodi temporali, il software FluWarning ha il potenziale per essere utilizzato da molti laboratori o istituzioni di sorveglianza genomica a livello regionale, permettendo scoperte significative sia su piccola che su grande scala. Il sistema è perfettamente operativo”. Come se non bastasse, l’aggiornamento avviene quotidianamente, perché “può dare riscontro giorno per giorno di questi cambiamenti”, come aggiunto dalla ricercatrice. Il sistema è stato realizzato nell’ambito del programma Prin, cioè relativo ai Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale avviato nel 2022 e finanziato dal Pnrr.
Aumenta il picco di influenza
In questi giorni, intanto, l’influenza sta prendendo piede, con un po’ di anticipo rispetto allo scorso anno, complice il brusco abbassamento delle temperature. “I dati della sorveglianza respiratoria mostrano una curva in progressiva salita e sono ormai plurime le segnalazioni di casi. È ancora presto per capire cosa aspettarsi nei prossimi mesi nel nostro Paese, anche perché molto dipenderà dalle condizioni metereologiche che si verificheranno”, ha chiarito il virologo Fabrizio Pregliasco, docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano e Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it.
Un virus più “abile”
Secondo Pregliasco, inoltre, il virus predominante ora in circolazione è “più ‘abile’ a eludere il sistema immunitario e con una stagione influenzale anticipata, la prevenzione resta comunque l’unica chiave per proteggere noi stessi e chi ci sta vicino. La vaccinazione rimane lo strumento di protezione più efficace e siamo nel periodo corretto per ricorrervi. Una raccomandazione rivolta in modo particolare a tutta la popolazione più fragile”, sottolinea ancora il virologo.
Vigilanza aumentata anche in Gran Bretagna
L’aumento delle infezioni da influenza stagionale, però, non riguarda soltanto l’Italia. Il National Health Service, cioè il sistema sanitario nazionale del Regno Unito, ha esortato in modo deciso a vaccinarsi tutti coloro che ancora non lo avessero fatto e fossero a rischio, dunque anziani, pazienti immunodepressi, fragili o con patologie cardio-circolatorie. I casi registrati Oltremanica, infatti, sono risultati oltre tre volte superiori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita più marcata tra i giovani adulti e i bambini in età scolare.