Gastroscopia: come funziona e a cosa serve

Alcune condizioni a carico dell’esofago, dello stomaco e del duodeno possono essere rilevate tramite una gastroscopia. Ecco come si svolge e a cosa serve questo esame.

Alessandro Antonio Labate

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna

Medico chirurgo specialista in Medicina Interna. Dirigente Medico presso il reparto di Malattie respiratorie dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Se un gran numero di esami strumentali è di semplice esecuzione, è pur vero che ce ne sono altri considerati “fastidiosi”, al punto da suscitare un po’ di preoccupazione. Possiamo definire così gli esami invasivi, come la colonscopia e la gastroscopia. Quest’ultima, per essere svolta in modo corretto, richiede una preparazione specifica nei giorni precedenti; inoltre è necessario prendere alcune precauzioni durante e dopo l’esecuzione stessa.

Si tratta di un esame non solo molto comune, ma anche fondamentale per diagnosticare eventuali patologie che possono interessare alcuni organi interni. Vediamo insieme a cosa serve la gastroscopia e come affrontare al meglio questo tipo di test.

A cosa serve la gastroscopia?

Partiamo da questa prima domanda, la cui risposta è essenziale per comprendere l’utilità di questo test ai fini medici e della salute del paziente. La gastroscopia, che porta anche il nome di esofagogastroduodenoscopia (EGDS), rientra tra gli esami invasivi. Attraverso l’inserimento di un sondino (dalla bocca o dal naso), è possibile arrivare ad osservare le pareti interne dell’esofago, dello stomaco e del tratto iniziale dell’intestino, ovvero il duodeno. La gastroscopia viene in genere prescritta da uno specialista, ad esempio, quando è necessario eseguire un controllo dopo un intervento chirurgico all’esofago, o anche in presenza di:

Quali malattie si indagano?

Grazie alla gastroscopia è possibile identificare diverse condizioni gastrointestinali, spesso comuni. Alcune di queste, che portano a un’infiammazione cronica delle pareti dello stomaco e dell’esofago, possono anche causare lo sviluppo del cancro, se non opportunamente trattate.

Inoltre, la gastroscopia costituisce uno strumento efficace per la diagnosi precoce e per la prevenzione delle forme tumorali. In questo senso, un soggetto potrebbe avvertire sintomi di poca rilevanza o dolore addominale, ignorandoli per diverso tempo.

Al contrario, se si avverte dolore ricorrente nella zona addominale o se si notano alcuni dei sintomi elencati qui sotto che descrivono specifiche patologie gastrointestinali, è bene non sottovalutarli. Piuttosto, meglio approfondire parlandone con il proprio medico.

Ecco alcune delle principali patologie che la gastroscopia può rilevare:

Come si svolge la gastroscopia?

Ad eseguire la gastroscopia c’è un medico  gastroenterologo  in genere codiuvato da un infermiere. In genere, viene spruzzato un anestetico locale nella gola; mentre questo inizia a fare effetto rendendo insensibile la gola, ci si sdraia sul lettino apposito posizionandosi sul lato sinistro. In alcuni casi, l’equipe potrebbe ritenere opportuno somministrare un sedativo per via endovenosa che lascia il paziente cosciente.

Per esaminare gli organi interni si procede inserendo, dalla bocca o dal naso, un sondino, ovvero il gastroscopio o endoscopio, del diametro di circa 1 cm. Per far sì che questo entri nell’esofago è necessario deglutire, subito dopo viene spinto giù delicatamente. Grazie alla sua natura flessibile, alla luce e alla telecamera poste all’estremità, il sondino permette al medico di avere una panoramica immediata dello stato di salute dell’esofago, dello stomaco, del duodeno.

In sede di esame, il medico potrebbe ritenere opportuno eseguire una biopsia per diagnosticare eventuali patologie, quindi di prelevare una piccola porzione di tessuto dell’organo da far analizzare in seguito. In quest’ultimo caso, sarà necessario aver comunicato in precedenza se si assumono anticoagulanti o antiaggreganti e se si soffre di disturbi di coagulazione del sangue.

L’esame in sé dura tra i 10 e i 15 minuti, al termine del quale si attende che gli effetti del sedativo svaniscano, per poi tornare a casa. Potrebbe essere necessaria circa un’ora. Per mangiare e bere invece, potrebbero volerci alcune ore, il tempo che l’anestetico locale spruzzato in gola abbia terminato l’effetto.

Come prepararsi per fare la gastroscopia?

Per eseguire la gastroscopia è necessario seguire le indicazioni, di solito fornite dall’ospedale o dal centro dove si è preso appuntamento, così da arrivare preparati. Questo esame, infatti, richiede di seguire un digiuno per le 8 ore precedenti, per evitare possibili interferenze causate dal cibo nello stomaco per l’inserimento dell’endoscopio.

In aggiunta, è bene comunicare prima del test se si soffre di allergie o di condizioni mediche, e quali medicinali si assumono abitualmente. Il medico potrebbe anche valutare la possibilità di far sospendere l’assunzione di alcuni medicinali nei giorni antecedenti la gastroscopia. Si tratta però di una valutazione che viene fatta in base alle condizioni del soggetto.

Alcuni centri potrebbero, inoltre, richiedere di eseguire tempo prima gli esami della coagulazione del sangue, nel caso in cui fosse necessario procedere con una biopsia nel corso della gastroscopia.

La gastroscopia è dolorosa?

Il test in questione non causa dolore, in quanto viene eseguita un’anestesia locale: viene spruzzato nella gola un anestetico che fa sentire con minore intensità il passaggio del sondino. Quest’ultimo però potrebbe provocare nausea se inserito in gola, se inserito dal naso non si avverte fastidio.

Per distendere le pareti dello stomaco inoltre, è necessario immettere aria tramite l’endoscopio: questa procedura potrebbe causare una sensazione fastidiosa.

Al termine dell’esame e svanito l’effetto della sedazione si potrebbero avvertire stomaco gonfio e mal di gola, entrambe le condizioni tuttavia sono destinate a scomparire nell’arco di una giornata.

Quali precauzioni prendere per la gastroscopia?

Oltre a seguire le indicazioni fornite per arrivare preparati al momento dell’esame, ci sono alcune precauzioni da rispettare, una volta concluso il test. Nei pazienti a cui viene somministrato il sedativo sono fortemente sconsigliate diverse azioni come guidare, muoversi in autonomia prendendo mezzi pubblici, firmare documenti importanti, utilizzare macchinari, bere alcolici.

Gli effetti della sedazione tendono a svanire in modo graduale nel corso delle ore, per cui è bene presentarsi all’esame con un accompagnatore che possa fornire assistenza successivamente, ad esempio che possa riportare il paziente a casa.

Un’attenzione maggiore viene rivolta ai soggetti anziani e a coloro che soffrono di patologie a carico dei polmoni e del cuore.

Quali sono le complicazioni della gastroscopia

In genere, la gastroscopia è un esame di routine che non comporta complicazioni. Potrebbe però capitare, seppur di rado, che si verifichino delle complicazioni tra cui la perforazione dello stomaco o del primo tratto intestinale. Questa evenienza potrebbe accadere per lo più quando si procede con una biopsia o con la rimozione di un polipo. Il danno procurato può richiedere anche un intervento chirurgico. Altre complicazioni sono:

In conclusione quindi, la gastroscopia è un esame invasivo che può essere determinante per identificare la presenza di diverse patologie a carico dello stomaco e dell’esofago, per escluderne una piuttosto che l’altra, e per monitorare le condizioni di salute degli organi a seguito, ad esempio, di un intervento chirurgico.

La gastroscopia richiede una preparazione da seguire nelle ore precedenti, ma anche di attenersi al rispetto di alcuni accorgimenti, una volta terminato il test. Si tratta di un esame relativamente indolore, ma eseguirlo può essere davvero importante ai fini diagnostici e preventivi.

 

Fonti bibliografiche:

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963