Avete presente l’esofago? È quel condotto entro cui passano il cibo e le bevande che dalla bocca deve scendere verso lo stomaco. In rari casi, quest’organo diventa la sede di una patologia rare. Si chiama esofagite eosinofila e fa parte delle malattie gastrointestinali eosinofile. ESEO Italia – Associazione di famiglie contro l’esofagite eosinofila e le patologie gastrointestinali eosinofile, organizza la prima Settimana di sensibilizzazione sulle patologie eosinofile.
L’esofagite eosinofila è una malattia rara infiammatoria cronica localizzata nell’esofago, che alterna fasi di remissione clinica e momenti di attività. Si pensa che l’origine sia legata a meccanismi immuno-allergici come accade per altre patologie di questo tipo.
Ecco come si presenta
L’esofagite eosinofila si può manifestare a tutte le età. Ma se nei bambini ci sono soprattutto vomito, rifiuto dell’alimentazione, mal di pancia e dolore al torace, quando si è grandi è presente spesso disfagia per i solidi. Cosa significa? Che diventa difficile fa “passare” i cibi lungo l’esofago, con comparsa di veri e propri quadri di occlusione da cibo.
Ovviamente, visto il quadro occorre sempre ricordare che non si tratta di un “semplice” reflusso gastroesofageo. Sono invece spesso presenti bruciore di stomaco che tende a risalire verso l’alto, come del resto accade nella classica malattia da reflusso gastroesofageo. Inoltre va sempre indagata la presenza di altre manifestazioni che possono far pensare ad un’allergia, come rinite o asma.
La diagnosi di questa forma si fa attraverso specifici controlli, ed in particolare con un’endoscopia e lo studio dei tessuti, anche perché occorre cercare veri e propri infiltrati eosinofili. Sul fronte delle cure bisogna studiare il trattamento caso per caso, sfruttando anche le possibilità offerte dalla disponibilità di anticorpi monoclonali specifici che possono essere utili nei confronti di target mirati. Questa patologia è solo delle diverse forme di coinvolgimento dell’apparato digerente legato al’ipereosinofilia.
“L’idea di istituire una Giornata dedicata alla comunità dei pazienti affetti da malattie eosinofile – spiega Roberta Giodice, Presidente dell’Associazione ESEO Italia – nasce da un obiettivo comune da parte delle Associazioni di pazienti di Spagna, Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Australia ed USA”. Fondamentale è una corretta presa in carico di questi pazienti, che deve passare attraverso una diagnosi più precoce possibile e trattamenti mirati. il che significa che occorre creare attenzione sul tema per diffondere informazione.
Cosa fare in generale se si soffre di reflusso gastroesofageo
In termini generali, prescindendo da questi quadri specifici, il reflusso gastroesofageo è un problema molto diffuso che può manifestarsi con fastidi tipici, come bruciore e rigurgito, o anche con produzione di grandi quantità di saliva o faringiti con raucedine. Diverse sono le cause che possono portare a questo quadro, che va sempre indagato con esami specifici su indicazione del medico.
Le buone abitudini sono d’aiuto. Bisogna evitare il fumo, controllare il peso, fare attenzione agli abiti troppo stretti in corrispondenza dell’addome. A tavola, specie se è presente un’ernia iatale può essere utile frazionare i pasti, puntando anche su due spuntini. Per il resto, conviene evitare le fritture e più in generale i piatti eccessivamente elaborati, soprattutto se ricchi in grassi. Tra gli alimenti da evitare per chi soffre di reflusso occorre ricordare la lista dei cibi “reflussogeni”: si parte da ortaggi come il pomodoro o gli agrumi per arrivare al cioccolato. Meglio anche non abbondare con le spezie, dalla noce moscata al peperoncino e al curry, e più in generale con gli alimenti che hanno un gusto acido.
Infine, oltre a limitare gli alcolici e le bevande addizionate di acido carbonico, chi soffre di reflusso dovrebbe dimenticare il tè. Ovviamente si tratta di indicazioni generali: sta al medico indicare, caso per caso, come comportarsi, sia nelle forme più rare sia in quelle più diffuse.