Diabete nel gatto, come riconoscerlo ed affrontarlo

La patologia, simile al diabete mellito di tipo 2 nell’uomo, colpisce sempre di più i gatti con l'aumentare dell'età

Pubblicato: 22 Novembre 2024 17:09

DiLei

Redazione

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Ci sono tante similitudini tra l’essere umano e il suo amico a quattro zampe. Nel carattere, nel modo di rapportarsi con gli altri, nel dimostrare affetto ed empatia. Pur se i gatti tendono a preservare la loro libertà, in qualche modo risentono di chi vive con loro. Anche sul fronte della salute, peraltro, ci sono patologie che tendono ad avere gli stessi meccanismi e a presentarsi, in modo simile, sia nell’animale che nell’uomo. È il caso del diabete. La forma felina della malattia, in qualche modo, ricalca quanto avviene nel diabete mellito di tipo 2 nell’uomo. Ma cerchiamo di saperne di più.

A rischio soprattutto i felini anziani

Come per il diabete di tipo 2 nell’uomo, anche nel gatto la malattia tende a manifestarsi in modo crescente con l’aumentare dell’età. Più l’animale invecchia più crescono i rischi, legati soprattutto a meccanismi di ridotta produzione di insulina da parte del pancreas e all’aumento delle cause di resistenza all’insulina, che quindi risulta meno efficace nel controllare la glicemia. Il problema è che la tendenza all’incremento dei casi appare importante anche nei felini, come conseguenza dell’allungarsi della vita dei gatti. Cosa sappiamo? A causa della inferiore medicalizzazione rispetto ai cani, non esistono numeri certi sull’incidenza del quadro. Si stima comunque che colpisca circa il 2% della popolazione felina, con ipotesi di sottostime dovute alla non-diagnosi. I gatti colpiti – come nel caso del diabete umano dello stesso tipo – hanno una vita segnata dalla patologia.

I segnali d’allarme e le terapie

Tipicamente, gatti e famiglie devono gestire la terapia per il resto della vita dell’animale. Arrivare presto con la diagnosi è fondamentale, pianificando visite di controllo periodiche e controllando eventuali segni e sintomi che possono mettere in guardia, come un cambiamento delle abitudini dell’animale e soprattutto la tendenza a bere molto e urinare molto. In termini generali, in questi casi occorre sempre parlare con il medico veterinario, punto di riferimento fondamentale per l’approccio ad un eventuale diabete felino. Ci sono esami che possono aiutare a capire se si tratta di diabete, partendo da un semplice test delle urine per arrivare fino a controlli nel sangue. I dati sono fondamentali anche per impostare un trattamento su misura, che si basa sull’insulina con somministrazioni specifiche per ogni animale in termini di dosaggio, anche in base alle determinazioni della glicemia. Sul fronte delle cure, peraltro, si affacciano nuove opportunità di gestione e trattamento della malattia, che possono migliorare la qualità di vita del paziente a quattro zampe e di chi lo segue. Le famiglie dei gatti diabetici dichiarano di essere in difficoltà con le terapie esistenti, e soprattutto nel gatto, esiste da tempo la reale necessità di migliorare i protocolli terapeutici in modo da renderli più flessibili e adattabili alle esigenze di pazienti e proprietari. Il consiglio finale? Affidatevi sempre al veterinario per avere risposte. Caso per caso.

In collaborazione con Boehringer Ingelheim

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