Il mondo della moda sconvolto dall’improvvisa notizia della morte di Davide Renne. Si è spento a soli 46 anni, meno di un mese dopo l’annuncio del nuovo incarico: Direttore Creativo di Moschino. Una notizia devastante, che il brand ha diffuso online con un comunicato. Oltre a offrire ulteriori dettagli, per quanto possibile, in merito all’accaduto, vogliamo spiegare per bene chi era Davide Renne.
È morto Davide Renne
Davide Renne era stato nominato Direttore Creativo di Moschino lo scorso ottobre. Il brand aveva individuato in lui la figura più giusta per colmare il vuoto lasciato da Jeremy Scott. Si è spento a soli 46 anni, senza avere neanche il tempo di concretizzare in maniera netta quella che sarebbe stata la sua prima collezione Moschino: Autunno/Inverno 2024 del prossimo febbraio, durante la Milano Fashion Week.
Il brand ha diffuso il triste annuncio sui propri canali social. Ecco quelle che sono state le parole di Massimo Ferretti, Presidente di Aeffe SpA, società in controllo del marchio Moschino: “Non ci sono parole per descrivere il dolore che stiamo vivendo in questo drammatico momento. Una malattia improvvisa ci ha portati via Davide, che si era unito a noi soltanto pochi giorni fa. Ancora non riusciamo a credere a quello che è successo. Stavamo lavorando insieme a un progetto ambizioso, in un clima d’entusiasmo e ottimismo per il futuro. Ha saputo farsi subito amare e rispettare e oggi resta a noi la responsabilità di portare avanti ciò che la sua fantasia e creatività avevano solo immaginato”.
Chi era Davide Renne
Si è spento a soli 46 anni Davide Renne, designer toscano, che aveva condotto i propri studi presso il Polimoda di Firenze, dopo il diploma al liceo. Moschino rappresentava per lui un nuovo step in carriera, ma di certo non il trampolino di lancio. Prima di questa chance molto importante, infatti, aveva trascorso ben 20 anni da Gucci, ricoprendo per otto di questi il ruolo di Head of Womenswear Design, sotto la guida di Alessandro Michele.
Guardando al passato, aveva anche avuto modo di collaborare con Alessandro Dell’Acqua, fondatore del marchio N°21, di fatto il suo primo mentore. A convincere Moschino di questa scelta era stata la sua sfilata tenuta a settembre a Milano.
Dopo la nomina, le sue prime parole erano state di gratitudine. Si era presentato parlando di Franco Moschino e del soprannome che questi aveva dato al proprio studio di design, la sala giochi: “Ciò che la moda può raggiungere, quella italiana in particolare e la Maison Moschino soprattutto, con la sua enorme potenza, dovrebbe essere realizzato con un senso di gioia e gioco. Un senso di scoperta e sperimentazione”.
Chi lo ha conosciuto, lo descrive come un essere umano molto sensibile e profondamente legato al suo lavoro. Pare avesse molto sofferto il suo allontanamento da Gucci, dopo l’addio di Michele. Un dolore tale da subire un forte malore. Difficile però parlare di una sorta di “anticipazione” del dramma vissuto, considerando il comunicato di Moschino, che parla chiaramente di malattia improvvisa. Ciò che resta è un enorme vuoto e la voglia di rendere omaggio a un visionario, che aveva finalmente ottenuto la sua chance d’essere totalmente sotto i riflettori come avrebbe meritato.