Si chiama sindrome di fussy eating ed indica la tendenza di alcuni bambini a mangiare poche cose selezionate, rifiutando di provare nuovi piatti.
Si tratta di un problema ancora poco conosciuto, definito con tanti termini diversi, che vanno da fussy eating a picky eating, sino a choosing eating e faddy eating. In tutti i casi i sintomi sono simili: il piccolo consuma esclusivamente un numero ristretto di alimenti e rifiuta categoricamente di assaggiare qualcosa di nuovo.
Il più delle volte sulla tavola finiscono alimenti di colore bianco, come la pasta con il parmigiano e l’olio, il pane, la sogliola. I cibi ammessi dal bambino sono pochissimi e il più delle volte mostra uno scarso interesse nei confronti dell’alimentazione, appare svogliato e afferma immediatamente di sentirsi sazio.
Sino ai due anni la neofobia (ossia il rifiuto di cibi nuovi) viene considerata naturale nei piccoli, che iniziano ad esplorare il mondo dell’alimentazione e a confrontarsi con colori, sapori e consistenze inedite. Superata quest’età però il problema può diventare patologico, per questo è fondamentale cogliere i segnali e correre ai ripari. Il rischio di carenze alimentari e ritardi nella crescita infatti è concreto.
Spesso infatti le mamme vivono negativamente questa situazione e cercano di proporre ai piccoli ricette diverse. Si tratta di un atteggiamento sbagliato che rischia di trasformare il pasto in un momento carico di tensione, provocando uno spreco di energie. Meglio ricorrere a qualche piccolo trucco per aiutare gradualmente il bambino a sperimentare nuovi sapori senza stress e ansia.
Un esempio? Se il vostro piccolo vuole mangiare esclusivamente la pasta in bianco, potete servire separatamente il condimento, preferibilmente a base di verdure, come piselli oppure zucchine. Provate anche a coinvolgere i figli nella preparazione delle ricette, facendogli toccare gli alimenti e mostrando i vari passaggi, dal crudo al cotto. Questo li porterà ad assaggiare i piatti e a scoprire sapori nuovi in modo naturale.