È stata una donna coraggiosa, forte e determinata, intelligente e colta che ha speso la vita a occuparsi degli altri. Ma lo ha fatto con riservatezza, lontano dal clamore mediatico che inevitabilmente investiva suo marito, pur restando sempre al suo fianco. Una first lady anticonformista che svolse il suo ruolo non per diritto ma più per un dovere che sentiva fosse suo indipendentemente da tutto il resto. Ecco chi era Carla Voltolina.
La moglie del Presidente
Nata a Torino il 14 giugno del 1921, Carla Voltolina, è conosciuta soprattutto per essere stata la moglie del presidente della Repubblica Sandro Pertini. Quello che molti non sanno, però, è che fu anche una giornalista, e ancor prima una partigiana. Una donna forte, generosa e straordinaria.
Durante il periodo del regime fascista, infatti, Carla aveva preso attivamente parte alla Resistenza con il ruolo di staffetta nelle formazioni Matteotti prima a Torino e poi nelle Marche. Il suo desiderio di rivedere l’Italia libera le costò l’arresto da parte delle SS. Un’esperienza, questa, che la segnò per tutta la vita.
Non smise però di combattere il fascismo durante il periodo della liberazione. E fu proprio in questi anni che incontrò per la prima volta Sandro Pertini, il grande amore della sua vita, il futuro Presidente degli italiani. Con lui condivideva la stessa voglia di riscatto e di futuro, il medesimo desiderio di rendere il Paese un posto migliore per tutti.
I due si incontrarono a Milano e dopo due anni di convivenza, all’alba della nuova Repubblica Italiana, scelsero di sposarsi con un rito civile.
Carla Voltolina, la first lady che non voleva esserlo
Carla Voltolina è stata una first lady decisamente diversa dalle altre. Una donna indipendente e libera che è restata sempre al fianco di suo marito e mai un passo indietro. Non ha mai rinunciato al suo lavoro e ai suoi sogni, sempre pronta ad aiutare concretamente i più bisognosi.
Quella era la sua vita, quello era il suo scopo. Quando si iniziò a parlare della candidatura del marito alla Presidenza della Repubblica si mostrò contrariata. Aveva paura che quell’incarico potesse stravolgere le loro vite, ormai scandite da precise e confortevoli abitudini. E invece, insieme, riuscirono a riorganizzare la loro quotidianità.
Carla mantenne la riservatezza che l’aveva sempre contraddistinta, anche se non fu sempre capita. Alcuni consideravano la sua assenza dalle cerimonie pubbliche un tentativo di ribellione nei confronti delle istituzioni. Eppure per lei non si trattava di un capriccio, ma di una scelta ben precisa per non vivere nel riflesso dell’uomo che tanto amava.
Così scelse di rinunciare ai suoi privilegi come moglie del Presidente. Fece di tutto per continuare a dedicarsi alla sua vita proteggendo la sua privacy. Rinunciò a vivere nell’appartamento presidenziale, preferendo la mansarda di Piazza Trevi, a Roma, dove la sera poteva riabbracciare il marito lontano dagli occhi indiscreti.
Nelle occasioni pubbliche Carla non c’era, ma lei e Sandro venivano spesso avvistati insieme nel tempo libero, quando condividevano due delle loro più grandi passioni: il teatro e l’arte. Ed era tanto orgogliosa del suo Sandro che, con la sua onestà, aveva conquistato il suo cuore prima e poi quello del popolo del nostro Paese diventando il Presidente più amato degli italiani.
Anche lei lavorava per il Paese, ma lo faceva in silenzio. Si prendeva cura degli emarginati, degli ultimi della società, dei tossicodipendenti e dei malati mentali, fu in prima linea per tantissime questioni sociali.
Il 24 novembre 2005 compì l’ultimo viaggio della sua vita per raggiungere Torino, per regalare al Museo dell’Automobile della sua città Natale quella Fiat Cinquecento dal colore rosso che guidava insieme a suo marito. Morì una settimana dopo, il 6 dicembre del 2005, all’età di 84 anni.