Calamondino, come si coltiva il mandarino nano: il frutto di dicembre

Bello da vedere, utile e persino semplice da coltivare: il Calamondino è il mandarino nano che matura da dicembre a marzo

Pubblicato:

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

Lifestyle e Content Editor che scrive da tutta la vita: storie, racconti, libri, articoli, con una passione per i trend del momento.

Il Calamondino è una piccola pianta di agrumi (la conosciamo anche come mandarino nano), ed è originaria delle Filippine: appartiene alla famiglia delle Rutaceae ed è amata da molte persone proprio per i suoi frutti, di un arancione brillante, che maturano proprio a dicembre. Bella da vedere, utile in cucina e facile da coltivare: vediamo come prendercene cura al meglio.

Cos’è il Calamondino e le caratteristiche del mandarino nano

Il​‍​‌‍​‍‌ suo nome botanico è Citrus× microcarpa, ed è un ibrido tra mandarino e kumquat: nelle Filippine viene chiamato Kalamansi o calamansi, ed è tra le coltivazioni più diffuse per i suoi frutti commestibili. In Occidente è molto apprezzato come pianta da interno per arredare i balconi, i terrazzi e gli interni nei mesi più freddi.

È un arbusto che in natura raggiunge anche 3-6 metri di altezza, ma in vaso rimane piuttosto contenuto. Una delle sue più interessanti caratteristiche? I fiori, infatti sono bianco-violacei, profumati e sono seguiti da frutti che sembrano piccole sfere di colore arancio lucido, del diametro che varia dai 25-35 mm, anche se a volte possono arrivare a 45 mm.

I frutti del mandarino nano sono dei veri e propri mandarini in miniatura: la polpa e il succo hanno un sapore leggermente acidulo e contengono da 8 a 12 piccoli semi. Esiste anche una varietà di Calamondino con striature verdi su fondo giallo, ancor più decorativo. Fa parte della famiglia delle Rutaceae e uno dei motivi per cui è tanto coltivato è per i frutti che arricchiscono le tavole di Natale. E poi ci fa davvero un dono, perché regala un tocco esotico e profumato ai nostri ​‍​‌‍​‍‌​‍​‌‍​‍‌ambienti.

Come coltivare il Calamondino

Come coltivare il Calamondino in casa? Nessun problema: non necessita di interventi troppo difficili ed è una pianta che si adatta bene ai nostri climi. Possiamo coltivarla in piena terra o in un bel vaso. La principale differenza è la crescita in altezza: nel primo caso arriva fino a 5 metri di altezza. Se la coltiviamo in vaso, rimane abbastanza contenuta e non supera il metro di altezza. Per questo motivo è tanto amata come pianta da balcone e da appartamento: non ruba tanto spazio ma regala moltissime soddisfazioni.

Come piantarlo

Vogliamo piantare il Calamondino nel nostro giardino o in vaso? La stagione migliore è la primavera: in questo modo la pianta ha tutto il tempo di ambientarsi prima dell’arrivo dell’inverno. In vivaio andiamo su piante di 4-5 anni, più robuste e resistenti rispetto alle piccole piantine.

Se vogliamo metterlo a dimora in giardino scegliamo un posto soleggiato e scavi una buca profonda quanto la zolla e larga circa il doppio. Sistema la pianta facendo attenzione che la superficie del terreno coincida con la corona, pressa bene la terra tutto intorno. Innaffia abbondantemente subito dopo la messa a dimora.

Per coltivarlo in vaso prevediamo un rinvaso ogni 2-3 anni circa, sempre in primavera: il vaso deve essere leggermente più grande del precedente, con un diametro maggiore di 5-7 cm.

Posizione e luce

Facciamo il punto sull’esposizione: ha bisogno di parecchia luce, almeno 6-8 ore di sole diretto al giorno. La posizione è importante: se la teniamo in appartamento, meglio metterla vicina a una finestra esposta a sud. In balcone o in giardino, cerchiamo un punto ben soleggiato ma riparato dai venti.

Sì, tollera una posizione con sole parziale, ma in questo caso dobbiamo aspettarci una produzione di frutti ridotta e una crescita più lenta. Per quanto riguarda le temperature, si adatta abbastanza bene: va dai 5°C fino ai 43°C. Il suo punto debole, però, è proprio il freddo intenso: sotto i 5 gradi le foglie possono cadere e i rami tendono a seccarsi. Per chi lo coltiva in vaso, quindi, durante la stagione più fredda va spostato in un luogo più riparato.

Irrigazione

Trattandosi di una pianta che arriva dalle foreste tropicali, apprezza un certo livello di umidità, ma senza esagerare con l’acqua. Durante la primavera e l’estate annaffiamo ogni settimana o ogni 10 giorni, controllando sempre prima che il terreno sia asciutto al tatto nei primi centimetri. In autunno e inverno possiamo distanziare un po’ le irrigazioni, ma attenzione: il Calamondino è sempreverde, mantiene le foglie anche nei mesi freddi, quindi ha comunque bisogno di acqua con una certa regolarità.

Cosa dobbiamo evitare assolutamente? I ristagni d’acqua nel sottovaso: il rischio è che si formino marciumi alle radici, e a quel punto la pianta soffre parecchio. Al contrario, non lasciamo neanche che il terreno resti troppo asciutto per troppo tempo. Un piccolo trucco per chi lo tiene in casa: nebulizziamo le foglie con acqua non calcarea, soprattutto in inverno quando i termosifoni seccano l’aria.

Terreno e concime

Necessita di un terreno ben drenato per evitare che l’acqua ristagni e provochi danni alle radici. Come possiamo preparare il substrato ideale? Mescoliamo terriccio universale, sabbia e compost organico: solo così assicuriamo un buon equilibrio tra nutrimento e drenaggio. Ricordiamoci di mettere sul fondo uno strato di argilla espansa o ciottoli, un piccolo accorgimento utile per l’acqua in eccesso, che defluisce senza problemi.

Passiamo alla concimazione: da aprile a settembre, quando la pianta è in piena crescita, concimiamo circa una volta al mese con un fertilizzante specifico per agrumi, che contiene fosforo (preziosissimo): stimola la fioritura e la produzione dei frutti. Nei mesi autunnali e invernali possiamo anche ridurre la frequenza a ogni due mesi. Un piccolo consiglio: non esageriamo mai con le dosi, perché troppo fertilizzante può danneggiare le radici della pianta invece che aiutarla.

Parassiti e malattie

È resistente, ma anche il Calamondino può darci qualche piccolo grattacapo. Le malattie più comuni sono causate dalla troppa umidità nel terreno o nell’aria: in questi casi possono comparire marciumi radicali o malattie fungine. Come possiamo intervenire? Migliorando il drenaggio del terreno e, se necessario, utilizzando trattamenti specifici. Prestiamo attenzione anche alla cocciniglia, un parassita che può attaccare la pianta: se notiamo piccole macchie bianche o cotonose sulle foglie, interveniamo con un prodotto antiparassitario adeguato.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963