Tra le piante da coltivare in vaso o in giardino, in base a ciò che abbiamo a nostra disposizione, troviamo il biancospino, ed è davvero una meraviglia. Il suo nome botanico è Crataegus monogyna e fa parte della famiglia delle Rosacee: particolarmente nota per la sua bellezza, è una pianta caducifoglia, che appare molto delicata, ma in realtà è super resistente. E possono prendersene cura anche i cosiddetti “pollici neri”, coloro che non sono molto avvezzi alla coltivazione delle piante.
Indice
Biancospino, cos’è
Il biancospino o Crataegus monogyna è una pianta ornamentale di enorme bellezza: durante la primavera, possiamo osservare dei fiori bianchi e profumati, ma questa pianta è molto resistente anche in pieno inverno. La sua bellezza è indiscussa, ma anche la sua utilità: i fiori del biancospino, infatti, vengono usati per le tisane o per la cosmetica. L’arbusto decora non solo il giardino, ma anche gli ambienti, per chi desidera mettersi alla prova e coltivarlo in vaso. Naturalmente, la coltivazione richiede delle accortezze da non sottovalutare: in questo modo il biancospino cresce rigoglioso e sano per tutto l’anno.
Come coltivare il biancospino
La prima cosa da sapere sul biancospino è che è una pianta robusta e adattabile, ed è il motivo per cui possiamo scegliere dove coltivarla. Ci sono, però, alcuni aspetti da tenere bene a mente, come la scelta del terreno, che deve sempre essere drenato e fertile. Invece, dovremmo evitare di esagerare con l’acqua, poiché altrimenti potrebbe causare il ristagno vicino alle radici: il rischio di marciumi è sempre dietro l’angolo per chi si prende cura delle piante.
Anche l’esposizione del biancospino è altrettanto importante: la prima cosa da sapere è che ama il sole. Contrariamente ad altre piante, le cui foglie possono bruciarsi alla luce diretta del sole, il biancospino richiede dalle 6 alle 8 ore di luce solare: questo accorgimento è molto importante da seguire se si desidera ottenere una fioritura davvero resistente a soprattutto abbondante.
In vaso
Coltivare in casa il biancospino è facilissimo. La prima cosa da fare è procurarsi delle bacche fresche da schiacciare per estrarre il seme. Dopodiché, riempiamo una bacinella piena di acqua: adagiamo il seme per verificare che sia pronto per la semina. Come capirlo? Deve andare a fondo. E se non lo fa, prendiamone un altro. Perché scartare i semi galleggianti? Non sono adatti alla semina: la pianta potrebbe essere debole.
A questo punto possiamo prendere un vaso di 40 cm di diametro: procediamo con mettere al suo interno ghiaia e concime, per poi aggiungere il seme, la terra e la sabbia, ideali per proteggere la pianta dagli insetti. Dobbiamo scegliere la posizione ideale dove metterlo: possibilmente in balcone, in un angolo umido, in modo tale che abbia la possibilità di germogliare, cosa che fa solitamente in primavera. In inverno, il biancospino va assolutamente riparato, magari con delle foglie secche, con un opportuno strato di pacciame: per quanto riguarda l’irrigazione, procediamo facendolo due volte al mese. Invece, in estate, innaffiamo la pianta due volte a settimana.
Nel giardino
Non è un caso se il biancospino è conosciuto per essere la “pianta della speranza”. In effetti, è molto resistente, ed è stata ribattezzata così dagli Antichi Greci: i celti, invece, la usavano per allontanare le negatività dagli ambienti. Ecco perché è la scelta ideale per adornare non solo case e balconi, ma anche i nostri giardini: soprattutto, viene usato per formare delle siepi praticamente impenetrabili.
Dopo aver visto come coltivare il biancospino in vaso, passiamo al nostro giardino: cosa dobbiamo fare? Semplice: dobbiamo anzitutto scavare una buca. Possiamo anche farlo settimane prima del trapianto, così da verificare il drenaggio e procedere con la concimazione. Cosa usare? Uno stallatico pellettato, oppure un concime granulare a lenta cessione per piante da fiore. Se decidiamo di scavare la buca prima del trapianto, dobbiamo verificare, tuttavia, il ristagno di acqua. Potrebbe compromettere la crescita sana della pianta.
Ora passiamo al trapianto del biancospino: radici e fertilizzante non devono essere in contatto diretto, quindi ricordiamo di mettere un po’ di terra sul fondo della buca. Posizioniamo la pianta al centro e usiamo ancora del terriccio fertile. Premiamo la terra molto bene, avendo cura di prevenire le bolle d’aria, e innaffiamo. Come nel caso della coltivazione in vaso, valgono alcune regole importanti, soprattutto per quanto concerne l’irrigazione: le piante appena trapiantate, quindi quelle più giovani, necessitano di essere irrigate più spesso, ma prestando sempre attenzione al terreno e alla stagione.
La cura del biancospino
Quando piantare il biancospino? C’è un periodo dell’anno in cui è maggiormente indicato? Sì, in realtà: autunno e primavera, nel momento in cui la pianta è in riposo vegetativo. La cura del biancospino non può essere sottovalutata: è vero che è una pianta a prova di pollici neri, ma non esageriamo. Una delle necessità della pianta è la potatura: di solito si effettua alla fine dell’estate, oppure in inverno, quando la pianta è in stato di riposo. Con il tempo, abbiamo cura di rimuovere le fronde secche, o magari quelle malate e danneggiate: in questo modo concediamo alla pianta un più ampio respiro. Altrettanto essenziale è la concimazione: in primavera o in estate, quindi, usiamo dei fertilizzanti, come compost o concimi organici. Non mancano soluzioni specifiche per biancospino in commercio.
Malattie e parassiti del biancospino
Come abbiamo anticipato, il biancospino è resistente: sì, anche al vento e persino agli inquinanti atmosferici. Tollera l’ombra quanto un terreno soleggiato e riesce a sopportare temperature troppo fredde o troppo calde, così come periodi di umidità e di siccità. Ciò, però, non significa che non esistano malattie fungine o parassiti in grado di attaccare la pianta. A quali dobbiamo prestare attenzione in particolare? Al mal bianco, malattia che si manifesta con macchie decolorate circolari, oppure alla ruggine, che invece si nota per le escrescenze sui piccioli. Per quanto riguarda i parassiti, invece, sono due che attaccano più comunemente il biancospino, ovvero gli afidi, infestanti che possono causare anche danni abbastanza gravi alla pianta, o le larve defogliatrici. Quest’ultime infestano la pianta in primavera e si nutrono delle foglie: con il tempo, se non debellate, portano alla morte della pianta.