I Trulli di Alberobello, perché hanno il tetto a cono e a cosa servivano

Cosa sono i famosi Trulli di Alberobello, a cosa servivano e quali sono le origini del loro tetto? Vi sveliamo i segreti dell'architettura contadina

Pubblicato: 3 Agosto 2024 19:11

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Ci sono luoghi in Italia che sono “mozzafiato” per definizione, e di certo Alberobello rientra tra questi. Un posto più unico che raro, dal momento in cui qui si trovano i famosi Trulli: siamo nel territorio della Valle d’Itria, e queste testimonianze di edilizia che sono state realizzate in pietra a secco e lastre sono giunte sino a noi. Ed è una vera fortuna: tra misticismo, leggende, misteri e credenze popolari, vi spieghiamo perché i Trulli di Alberobello presentano il tetto a cono e a cosa servivano in passato.

Cosa sono i Trulli di Alberobello

La loro forma? Indubbiamente fiabesca, dobbiamo dirlo. Oggi i Trulli di Alberobello sono Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, e la loro forma può sembrare “magica”, ma di fatto hanno una storia affascinante. Sono più di 1000 i Trulli che possiamo ammirare in questo lembo di terra bucolico. Proprio qui, tanto tempo fa, sono state realizzate queste tipiche costruzioni in pietra calcarea, materiale enormemente diffuso. Ma c’è un motivo ben preciso se sono state costruite così: a secco, senza malta, così da essere smantellate in fretta.

Queste casupole in pietra presentano il caratteristico tetto a cono. E sono un magnifico esempio della cultura e dell’ingegno contadino, dell’architettura rurale italiana. Per la loro estetica, sono a dir poco riconoscibili. E vengono intesi come memoria storica del popolo pugliese e delle tradizioni del luogo. Rispetto ad altri stili, o comunque case caratteristiche, i Trulli sono speciali per un motivo: l’estetica è rurale, ma hanno sempre risposto ai bisogni dei contadini del territorio, in particolare legandosi a tre fattori. Quali? Il clima, il materiale e l’economia di stampo agricolo.

A cosa servivano i Trulli di Alberobello

Avete presente quando si usa l’aggettivo “senza tempo” in merito a qualcosa che, effettivamente, non scade ma rimane imperitura nella memoria? I Trulli di Alberobello sono esattamente così. Perché effettivamente rispondevano alle esigenze dei contadini del territorio, all’obiettivo di avere un tetto sopra la testa, un rifugio per la propria famiglia, un luogo da chiamare “casa” e dove tornare dopo una lunga ed estenuante giornata nei campi.

Sono antiche abitazioni contadine dove i “cozzari” potevano quindi riposare, dormire, ma anche tenere tutti gli attrezzi e gli strumenti che usavano per arare i campi.

Perché i Trulli di Alberobello hanno il tetto a cono

La prima cosa che notiamo quando osserviamo i Trulli? Indubbiamente il tetto. In effetti, è particolare: a cono, coperto di tegole di pietra grigia che spiccano contro il bianco del resto dell’edificio, con cornicione sporgente, scelta strategica per raccogliere l’acqua piovana. Al di là del contrasto cromatico, però, il cono di copertura finisce a imbuto, e nelle estremità ci sono degli elementi decorativi, i “pinnacoli”. Quest’ultimi sono una vera e propria firma del trullaro. Sopra i tetti, poi, è possibile osservare dei simboli, che venivano dipinti: il significato dipende da quello volevano trasmettere (o per proteggersi dal maligno). In alcuni casi si tratta di simboli religiosi, pagani o legati allo zodiaco.

La chiave di volta con motivi di carattere esoterico, in ogni caso, è oggetto di studio: a lungo, infatti, queste costruzioni sono state definite “magiche”. Ma, come abbiamo appurato, non c’entra l’esoterismo. Tra gli elementi ricorrenti dei simboli primitivi dei Trulli, ricordiamo indubbiamente gli intrecci dei punti e delle linee, come il triangolo o i circoli, i punti isolati o il simbolo della Trinità. Nei simboli magici, invece, come anticipato, rientrano tutti quelli che sono legati allo Zodiaco, come i segni, oppure il Sole e la Luna. Non meno diffusi, infine, i simboli cristiani.

L’architettura dei Trulli di Alberobello nel dettaglio

L’esemplare più antico dei Trulli di Alberobello giunto sino a noi, e di cui peraltro si conosce la data perché incisa sull’architrave, è il famosissimo Trullo Marziolla di Valle d’Itria, datato esattamente 1559. E, ovviamente, il caratteristico tetto a cono ci spinge a chiedere: perché? Ci sono dei motivi ben precisi per cui è stata presa questa scelta. No, non è una questione estetica, sebbene questa peculiarità abbia contribuito nel corso del tempo alla loro fama.

La forma a cono viene associata a quella di una sorta di bicchiere capovolto. L’architettura è molto “semplice”: la muratura è in calce, la struttura circolare, e gli ambienti interni si snodano dal centro. Non è mai stato usato il cemento, ma, anzi, i materiali del territorio, quelli più facilmente reperibili, come le pietre locali e la malta a opera del trullaro, la figura addetta alle costruzioni. Nonostante, di fatto, queste case caratteristiche siano state pensate per essere demolite in fretta, c’è da dire che rimangono resistenti, economiche e splendide. Forse i trullari non lo immaginavano nemmeno, così i contadini, il valore che i trulli avrebbero acquisito nel tempo, tanto da diventare Patrimonio Unesco. Tutt’oggi, in ogni caso, i trullari svolgono un ruolo attivo nella conservazione dei trulli.

Grazie all’architettura, in ogni caso, questi edifici garantiscono una frescura imbattibile in estate. E in inverno? Il clima rimane piacevole. Una testimonianza dell’ingegno contadino, lo abbiamo detto per un motivo, ed è proprio così. Del resto, secondo gli studiosi sono una sorta di evoluzione delle Tholos, le costruzioni preistoriche. Ci sono stati restituiti come un esempio di architettura bioclimatica, come uno dei punti di riferimento dell’architettura vernacolare. Ed è così. Tanto che i giovani di oggi si stanno appassionando alla loro storia e alla costruzione e al mantenimento: molti stanno scegliendo di specializzarsi come mastri trullari.

Gli interni dei Trulli di Alberobello

Cosa si trova negli interni dei Trulli di Alberobello? Oggi sono delle abitazioni private, e in alcuni casi strutture ricettive dove è possibile soggiornare per vivere un’autentica esperienza pugliese. Solitamente, al loro interno si trova un vano ben strutturato o ulteriori ambienti, che vengono però aggiunti al vano centrale. Abitabili esclusivamente al pian terreno, capita che sotto i Trulli ci siano delle cisterne dove conservare, invece, l’acqua piovana. Molti sono stati finemente arredati, tanto da accostare il termine “lusso” a quello che, di fatto, è un tipo di architettura primitiva, che spiega le esigenze dei contadini del passato. E oggi sono oggetto di studio da parte di architetti e di ingegneri. Quando il passato insegna, ma soprattutto rimane, per sempre, nella storia.

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