Virus respiratorio sinciziale, perché è pericoloso e come proteggersi dall’RSV

Proteggere bambini piccoli e anziani dal virus respiratorio sinciziale è molto importante perché l'infezione è pericolosa

Pubblicato: 21 Ottobre 2024 10:30

DiLei

Redazione

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Bambini molto piccoli. E, dall’altro capo del filo della vita, gli anziani. Proteggerli dall’RSV o Virus Respiratorio Sinciziale è basilare. Perché è proprio in queste fasce d’età che l’infezione, destinata in genere a passare senza lasciare particolari strascichi negli adulti sani, può diventare estremamente pericolosa. E perché è fondamentale proteggerci dalla bronchiolite? Cerchiamo di capirlo insieme.

Come respiriamo e perché l’RSV può essere pericoloso

Come un mantice, i nostri polmoni sono capaci di inspirare ed espirare ogni giorno, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, quasi 19.000 litri di aria. Una quantità davvero strabiliante, che viene “manipolata” nei nostri polmoni. E grazie ai polmoni, che svolgono il loro lavoro in silenzio e senza darci alcun segno della loro attività, il corpo funziona. Con la respirazione, infatti, riusciamo a svolgere due funzioni fondamentali per la sopravvivenza del nostro organismo. Da un lato, infatti, con l’aria che entra attraverso il naso e la bocca, scende lungo le vie dell’apparato respiratorio e arriva fino ai polmoni, introduciamo l’ossigeno necessario per la produzione di energia ed il benessere delle cellule. Dall’altro, nella via a ritroso, viene espulsa l’anidride carbonica, il prodotto di scarto dell’organismo. Il fenomeno si ripete mediamente quindici – venti volte ogni minuto, più di venticinquemila volte ogni giorno.  L’aria scende dalle alte vie respiratorie attraverso la trachea, un grande tubo che si trova nel torace. Poi, come una linea ferroviaria che giunge in prossimità di una stazione principale, la trachea si suddivide nei bronchi, i “binari” del respiro. Questi diventano sempre più piccoli, fino ad arrivare alla “centrale operativa” del polmone. Ed è a questo punto che entrano in gioco i bronchioli. Sono piccolissime diramazioni che consentono all’ossigeno di raggiungere gli alveoli nei bambini molto piccoli. Nell’alveolo polmonare avvengono gli scambi tra aria e sangue. Se i bronchioli si ostruiscono come può avvenire appunto in caso di infezione da RSV, il meccanismo si inceppa. E, in base alla gravità del quadro legata, per il piccolo respirare normalmente diventa difficile.

Cosa può accadere ai bimbi molto piccoli

Partiamo da un dato epidemiologico chiaro. Se consideriamo tutti i bimbi, è quasi scontato che sviluppino una prima infezione da Virus Respiratorio sinciziale nei primi 24 mesi di vita. Quindi incontrare il virus è facilissimo, anche e soprattutto se ci sono fratellini o sorelline di poco più grandi che possono fare da inconsapevoli vettori, così come genitori e nonni. Il problema sta nelle possibili conseguenze legate al virus, con rischio di un’infiammazione delle piccole vie aeree del polmone, quindi una bronchiolite, e di polmonite. La bronchiolite è un’infezione virale acuta che inizia generalmente con un interessamento delle via aeree superiori, una lieve febbre con rinite, successivamente può verificarsi la comparsa di tosse insistente e difficoltà respiratoria. Nei casi più gravi, specialmente nei neonati sotto i sei mesi di vita, può essere necessario il ricovero. La polmonite è un processo infiammatorio che può riguardare uno o entrambi i polmoni. Può manifestarsi con sintomi come febbre, accelerazione degli atti respiratori e conseguenti difficoltà a respirare, tosse, respiro sibilante, addirittura dolore al torace. Anche in questo caso, in presenza di sintomi più gravi (come saturazione di ossigeno inferiore al 92% o fattori di rischio preesistenti) potrebbe rendersi necessario il ricovero. A rischio particolare sono i prematuri, i piccoli con malattia polmonare cronica o patologia cardiaca congenita, quelli che hanno un sistema immunitario particolarmente fragile e quelli che presentano patologie neuromuscolari, quindi, possono avere difficoltà ad eliminare il muco dall’albero respiratorio.

Cos’è l’RSV e come si manifesta

Il virus respiratorio sinciziale di solito causa sintomi lievi simili al raffreddore. La maggior parte delle persone guarisce in una o due settimane, ma l’RSV può assumere anche una forma più grave, specialmente nelle fasce di età più estreme. I bimbi molto piccoli sono a rischio perché più esposti al pericolo di bronchiolite con coinvolgimento delle vie aeree inferiori e conseguente polmonite. I sintomi più comuni dell’RSV variano a seconda della fascia d’età. Solitamente sono simili a quelli di una semplice influenza, quindi si parla di starnuti ripetuti, tosse e congestione nasale. Negli anziani questa infezione può portare a polmonite, asma e peggioramento di condizioni croniche, come lo scompenso cardiaco e la Bpco (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva). Attenzione però. Nei bambini molto piccoli, di età inferiore ai sei mesi e nei neonati possono presentarsi ulteriori segnali legati all’infezione di RSV. Il neonato oltre ad essere irritabile, può presentare perdita di appetito, attività diminuita, apnea con pause nella respirazione. Per questo il quadro può diventare particolarmente pericoloso.  L’RSV è la causa più comune di bronchiolite e polmonite nei bambini sotto i 2 anni di età. I neonati possono essere molto suscettibili all’RSV a causa della loro difficoltà nel creare autonomamente anticorpi e perché le loro vie aeree, ancora di piccole dimensioni, sono particolarmente vulnerabili a infiammazione e ostruzione. Pensate: si stima che ogni anno vengono ricoverati in ospedale per infezione da RSV 58.000 – 80.000 bambini sotto i 5 anni.

Come si trasmette l’RSV

In genere una maggiore incidenza dell’RSV coincide solitamente con la stagione influenzale, tra il tardo autunno e la primavera. Ma non bisogna fidarsi: la stagionalità cambia a seconda dell’area geografica e di anno in anno, a volte variando anche di un mese, pur se dalle nostre parti in genere il periodo di maggiore diffusione del virus ha un picco nei mesi di gennaio, febbraio e marzo. Il virus si può trasmettere per contatto con persone infette o con superfici contaminate dove le particelle virali riescono a sopravvivere per lunghi periodi di tempo. Più specificamente il contagio può avvenire se una persona infetta tossisce o starnutisce, se si viene a contatto con droplets del virus, ovvero goccioline, in seguito a tosse o starnuti negli occhi, nel naso o nella bocca, se si ha un contatto diretto con una persona infetta dal virus, per esempio baciando il viso di un bambino affetto da RSV, se si entra in contatto con una superficie su cui è presente il virus, per esempio la maniglia di una porta, e poi ci si tocca in viso prima di lavarsi le mani. Le persone infette da RSV sono in genere contagiose per circa 3-8 giorni, e possono diventarlo già uno o due giorni prima di iniziare a mostrare segni di malattia. Tuttavia, neonati o persone con un sistema immunitario indebolito possono continuare a diffondere il virus anche per 4 settimane dopo aver smesso di manifestare i sintomi.  I bambini sono spesso esposti a RSV fuori casa, a scuola e negli asili nido, e possono poi trasmettere il virus agli altri membri della famiglia. Quindi quasi tutti i bambini contraggono un’infezione da RSV entro i primi due anni di vita.

Cinque consigli per la prevenzione delle patologie infettive

  1. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi. I genitori dovrebbero aiutare i bambini più piccoli in questa operazione. Nel caso in cui non fossero disponibili acqua e sapone, utilizzare un disinfettante a base alcolica.
  2. Non toccare il viso prima di lavarsi le mani. I germi si diffondono attraverso occhi, naso e bocca proprio in questo modo.
  3. Evitare il contatto con persone malate: in caso di sintomi simili a quelli dell’influenza, evitare baci o condivisione di posate oltre a coprirsi quando si starnutisce o si tossisce.
  4. Mantenere ben pulite le superfici che vengono toccate con frequenza
  5. Ricordate di fare sempre riferimento al pediatra, anche per scegliere inserire o meno i bambini più fragili al nido nel periodo epidemico.

 

Fonti bibliografiche:

In collaborazione con Pfizer

 PP-UNP-ITA-4225

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