È iniziata la stagione dell’influenza, 400mila casi in una settimana

Gli esperti prevedono un picco anche superiore a quello degli anni scorsi. Per ora i numeri sono nella media

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Eleonora Lorusso

Giornalista, esperta di salute e benessere

Milanese di nascita, ligure di adozione, ha vissuto negli USA. Scrive di salute, benessere e scienza. Nel tempo libero ama correre, nuotare, leggere e viaggiare

La si attendeva e con il primo abbassamento delle temperature l’influenza è arrivata, dando inizio alla stagione 2025-2026. Per ora si contano oltre 400mila casi di infezioni respiratorie acute in una sola settimana, dal 20 al 26 ottobre, cioè nell’ultimo periodo monitorato dall’Istituto Superiore di Sanità, che considera in numeri nella media degli scorsi anni. Ma gli esperti temono che il virus possa colpire in maniera più acuta nelle prossime settimane.

È iniziata la stagione influenzale

A fornire i dati sui più recenti casi di influenza, che hanno dato il via ufficialmente alla stagione, è il primo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), appena pubblicato e che da quest’anno fornirà indicazioni in modo interattivo. Risultano 427mila casi stimati di infezioni respiratorie acute in una settimana. Secondo le stime l’incidenza totale nella settimana analizzata (dal 20 al 26 ottobre) è pari a 7,36 casi per 1.000 assistiti: gli esperti valutano che sia leggermente superiore rispetto agli anni passati, ma comunque in linea con le previsioni.

Infezioni respiratorie differenti

La novità di quest’anno, invece, è che l’osservatorio dell’ISS monitora i casi distinguendoli in due tipi e conteggiando solo le cosiddette ARI, cioè le Infezioni respiratorie acute. In passato, invece, venivano analizzate le ILI (Influenza like sindrome, sindromi simil influenzali). La differenza è che nel computo delle Ari rientrano tutti quei quadri in cui coesistono sintomi come tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria, Coriza (raffreddore, naso che cola), mentre nelle Ili ci deve essere un sintomo respiratorio (tosse, mal di gola) e uno sistemico (malessere, dolori muscolari).

I più colpiti dall’influenza fino ad oggi

Al momento l’incidenza maggiore di influenza si registra nella fascia di età 0-4 anni, con circa 18 casi per 1.000 assistiti. La diffusione è bassa o al livello basale per tutte le regioni tranne la Basilicata, dove invece risulta di grado medio. Come si legge nel bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità, a circolare maggiormente tra i virus respiratori sono i Rhinovirus (responsabili del classico “raffreddore”), insieme a Sars-Cov-2 (causa del Covid) e i virus parainfluenzali. Nel dettaglio durante, come spiega l’ANSA, “la settimana il 2% del campione è risultato positivo al virus influenzale, quasi totalmente di tipo A, il 10% al Sars-CoV-2, lo 0,6% al Virus Respiratorio Sinciziale e i rimanenti sono risultati positivi per altri virus respiratori: 237 (21,1%) Rhinovirus, 48 (4,3%) virus Parainfluenzali, 42 Adenovirus, 9 Coronavirus umani diversi da SARS-CoV-2, 1 Bocavirus e 1 Metapneumovirus”.

Che stagione influenzale sarà

Fin dalle scorse settimane, quando sono partite le campagne vaccinali, gli esperti hanno previsto una stagione influenzale che potrebbe essere caratterizzata da una maggiore incidenza o con casi di maggiore “serietà”: “Anche quest’anno – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco all’ANSA l’influenza e il Covid saranno pesanti, in linea con l’anno precedente, perché i virus hanno una capacità trasmissiva alta. Parliamo di 15/16 milioni di casi”. ” È presto per stimare quale sarà l’andamento della stagione, ma ricordiamo che questo è il momento più adatto per vaccinarsi, per avere la massima protezione quando il numero di casi inizierà a salire, soprattutto per le persone più fragili”, ha consigliato Anna Teresa Palamara, Direttrice del dipartimento di Malattie Infettive dell’ISS. Come in passato l’immunizzazione viene consigliata soprattutto ai soggetti più a rischio, cioè chi ha patologie cardiocircolatorie e respiratorie, gli immunodepressi, gli anziani e le donne incinte. Secondo una ricerca coordinata dalla University of California, infatti, l’influenza e il Covid contribuiscono a far innalzare il rischio di infarto e ictus fino a 5 volte.

Quale virus influenzale sta circolando

Nel frattempo si conferma, in base al bollettino ISS, che i due virus che stanno circolando al momento sono l’A(H1N1) e l’A(H3N2), per ora in percentuale simile. Tuttavia si specifica che il numero di test positivi è ancora troppo basso per poter prevedere il successivo andamento della stagione. Nelle prime due settimane di sorveglianza, sul portale RespiVirNet non è stato segnalato nessun campione positivo per influenza di tipo A “non sottotipizzabile” per i virus influenzali stagionali e/o appartenente ad altro sottotipo (es. A/H5).

Le raccomandazioni

Come riportato nella circolare del Ministero della salute del 25 luglio 2025, si ricordano le raccomandazioni per limitarela diffusione dei virus influenzali e per proteggersi: “L’influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali che circolano in tutto il mondo. Nei climi temperati, come in Italia, le epidemie stagionali si verificano principalmente durante l’inverno, mentre nelle regioni tropicali l’influenza può verificarsi durante tutto l’anno, causando epidemie in modo più irregolare. In tutto il mondo, si stima che queste epidemie annuali causino da 3 a 5 milioni di casi di malattia grave e da 290.000 a 650.000 decessi per cause respiratorie (…). Le persone anziane, i bambini più piccoli, le donne in gravidanza e le persone con deficit della risposta immune o con malattie croniche sono maggiormente soggetti a forme gravi, ma tutta la popolazione può sviluppare gravi complicanze, tra cui polmonite, miocardite ed encefalite, che possono portare al decesso. Il tasso di mortalità complessivo stimato legato all’influenza è di 13,8 decessi ogni 100.000 persone ogni anno”.

La sorveglianza sull’aviaria

Un altro fronte di monitoraggio, intanto, è quello che riguarda l’influenza cosiddetta aviaria. Al 30 ottobre 2025, il Centro di referenza nazionale (CRN) per l’influenza aviaria e la malattia di Newcastle presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, ha riportato 11 focolai in allevamenti avicoli nel territorio italiano.

 

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