Dario Franceschini, politico: biografia e curiosità

Dario Franceschini è uno dei principali esponenti del Pd ed è stato Ministro della Cultura: vita privata e carriera

Pubblicato: 30 Settembre 2016 14:45Aggiornato: 14 settembre 2024 19:35

Stefania Bernardini

Giornalista

Giornalista professionista dal 2012, ha collaborato con le principali testate nazionali. Ha scritto e realizzato servizi Tv prevalentemente di cronaca, politica, economia e spettacolo

Dario Franceschini è un politico e scrittore nonché tra i fondatori del Partito Democratico (Pd). È stato anche un componente di spicco del Partito Popolare Italiano e della Margherita. Ha ricoperto diverse cariche a Palazzo Chigi prima come sottosegretario alle riforme istituzionali, poi come ministro per i rapporti con il parlamento e soprattutto come ministro della Cultura nei governi Renzi, Gentiloni, Conte II e Draghi. È inoltre il leader dell’AreaDem del Pd. Vita privata, carriera e curiosità sul senatore emiliano.

Chi è Dario Franceschini

Dario Franceschini nasce a Ferrara il 19 ottobre 1958 ed è figlio di un ex partigiano Giorgio poi deputato della Democrazia Cristiana durante la II legislatura. Dario si diploma al liceo scientifico della sua città e si laurea in giurisprudenza all’università degli studi di Ferrara. La sua tesi in Storia delle Dottrine e delle Istituzioni politiche è poi diventata il libro “Il Partito Popolare a Ferrara. Cattolici, socialisti e fascisti nella terra di Grosoli e Don Minzoni”.

Dal 1985 Franceschini comincia a esercitare la professione di avvocato civilista. È poi cassazionista, revisore contabile e membro effettivo del collegio sindacale dell’Eni nei primi tre anni della privatizzazione. Dal 1985 al 1989 cura inoltre per il Formez il bimestrale Rassegna di documentazione legislativa regionale.

I primi passi in politica

Al liceo Franceschini fonda l’Associazione Studentesca Democratica (ASD) d’ispirazione cattolica e centrista, all’università crea invece la Cooperativa Culturale Natale Gorini, che si occupa di cinema d’essai. A livello politico figura che esercitano in lui una certa stima e attenzione sono quelle dell’ex segretario della Dc Benigno Zaccagnini e di don Primo Mazzolari. Nel 1975 si iscrive alla Democrazia Cristiana e viene eletto Delegato Provinciale del Movimento Giovanile della Dc di Ferrara.

Nel 1980 è consigliere comunale della sua città, quattro anni dopo entra nella direzione nazionale del Movimento Giovanile della DC, per il quale fonda e dirige la rivista mensile “Nuova Politica”. Nel 1989 è direttore del mensile romano “Settantasei”, viene chiamato alla vice-direzione del mensile “Il Confronto” e nella redazione del settimanale della DC “La Discussione”.

Nel 1994 dà vita a Ferrara a una delle prime giunte di centro-sinistra d’Italia, divenendo assessore alla Cultura e al Turismo, l’anno successivo si candida a sindaco della sua città ma non riesce a ottenere l’incarico.

Il Ppi, La Margherita e L’Ulivo

Nel 1996 Franceschini entra nel Partito popolare italiano e l’anno dopo diventa insieme a Enrico Letta vicesegretario nazionale della formazione politica. Alla fine del 1999, nel secondo governo D’Alema, è nominato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega alle riforme istituzionali.

Alle politiche del 2001 viene eletto per la prima volta deputato con il 55,23% dei voti contro gli altri candidati. È tra i fondatori de La Margherita ed entra a far parte del comitato costituente del partito, del quale diventa coordinatore dell’esecutivo nazionale. Rieletto alla Camera alle politiche 2006, si dimette da coordinatore della Margherita ed è nominato capogruppo parlamentare dell’Ulivo.

La carriera nel Partito Democratico

Nel 2007 è tra i fondatori del Partito Democratico che vede l’ascesa alla segreteria nazionale di Walter Veltroni. Quest’ultimo lo nomina primo vicesegretario nazionale del nuovo partito. Due anni dopo diventa invece segretario del Pd. Nel 2013 giura come ministro per i rapporti con il Parlamento del governo Letta. Appena insediatosi si ritrova ad avere un ruolo cruciale: agevolare la navigazione in Parlamento dei provvedimenti del governo, mediando con una larga e differenziata maggioranza sia sul versante degli interventi economici sia su quello delle riforme istituzionali.

Nel 2014 diventa ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo del governo Renzi. Entrando al Quirinale per il giuramento dichiara: “Mi sento chiamato a guidare il ministero economico più importante del Paese”. Nel 2016 viene riconfermato nel ruolo anche dal nuovo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. La sua attività al ministero della Cultura cessa con l’insediamento del governo Conte I per poi riprendere nel secondo esecutivo di Giuseppe Conte. Il 13 febbrao 2021, anche Mario Draghi riconferma Franceschini come ministro della Cultura mentre la delega al turismo viene data al leghista Massimo Garavaglia.

Il politico ferrarese è stato il ministro della Cultura rimasto in carica più a lungo nella storia della Repubblica Italiana venendo confermato nel ruolo da ben quattro governi diversi. Dal 2022 è senatore del Pd a Palazzo Madama.

Le principali attività come ministro della Cultura

Franceschini ha introdotto nell’ordinamento italiano l’Art Bonus, un credito d’imposta del 65% per privati e imprese che donano una somma per il restauro del patrimonio culturale pubblico o per attività di musei, fondazioni lirico-sinfoniche o teatri di tradizione. Nell’agosto 2015 ha nominato i 20 direttori dei più importanti musei statali, all’esito di una selezione internazionale a cui avevano partecipato 1.400 concorrenti di tutto il mondo.

Ha poi ideato e lanciato l’iniziativa della Capitale italiana della Cultura, dal 2015 concesso annualmente a una città italiana con l’obiettivo di far conoscere ai visitatori il proprio sviluppo culturale. Nel 2017 è partita la App18, conosciuta anche come Bonus Cultura, che prevedeva un bonus di 500 euro per tutti i diciottenni per acquisto di libri, dischi, biglietti di concerti, cinema, teatri e musei. L’iniziativa è poi stata emulata in diversi paesi tra cui Francia, Spagna e Germania.

Nel marzo del 2020, nei primi giorni della pandemia di Covid-19, ha ideato e promosso la campagna #iorestoacasa, con video di numerosi testimonial del mondo della musica e dello spettacolo su social, tv e radio che invitavano i ragazzi a non uscire. A lui si deve la creazione del Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri che si celebra ogni anno, a partire dal 2020, il 25 di marzo.

A novembre 2019 ha ripristinato un fondo da 25 milioni di euro per il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, affermando: “Lo dobbiamo a Liliana Segre, a lei personalmente e a quello che rappresenta. La conoscenza è il migliore antidoto contro odio e intolleranza”. A fine maggio 2021 ha inaugurato il museo d’arte contemporanea MAXXI L’Aquila, nato da una sua idea per l’utilizzo del settecentesco Palazzo Ardinghelli, danneggiato dal terremoto de L’Aquila del 2009.

Vita privata e curiosità su Dario Franceschini

Dario Franceschini si è sposato nel 1986 con Silvia Bombardi, dalla quale ha divorziato nel 2011. Nel 2014 è convolato in seconde nozze a Sutri (Vt) con Michela Di Biase, anche lei politica ed esponente del Pd. Tra le curiosità sull’ex ministro della Cultura: è appassionato di jazz e padre di tre figlie. Al liceo era compagno di scuola di Alessandro Bratti, eletto nel 2008 deputato del Pd.

È stato presidente dell’ente Palio di Ferrara dal 2003 al 2006 e da giovane è stato uno sbandieratore della Contrada di Santa Maria in Vado. L’8 marzo 2014, nel corso di una visita a Plmanova, è ricoverato a causa di un infarto mentre si trovava nella caserma “Ederle”. Nel 2015 la John Cabot University di Roma ha conferito a Franceschini la Laurea Honoris Causa in Humane Letters come “riconoscimento del suo importante contributo alla vita democratica del Paese e del suo impegno per la promozione del patrimonio artistico italiano”.

Appassionato di letteratura, nel corso degli anni ha pubblicato circa sette libri ed è componente della giuria del Premio Strega.

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