Thunbergia, come coltivarla e quando fiorisce

Pianta magnifica dai colori vivaci e dal portamento elegante, la Thunbergia è un vero e proprio spettacolo floreale da coltivare: vediamo come

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Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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I suoi fiori, piccoli e aperti come trombette, spuntano lungo i tralci sottili e in poco tempo trasformano un balcone o un pergolato in una cascata di colore: la Thunbergia cresce in fretta, si arrampica con eleganza e regala fioriture lunghe, quasi continue, che accompagnano tutta la bella stagione. Vediamo come prendercene cura e come mantenerla sempre meravigliosa anno dopo anno.

Cos’è la Thunbergia e le caratteristiche

Appartiene alla famiglia delle Acanthaceae e porta il nome del botanico svedese Carl Peter Thunberg, ricordato come il padre della botanica sudafricana.

Ne troviamo diverse specie, ognuna con un temperamento proprio. La Thunbergia alata, originaria dell’Africa, ha fusti sottili e fiori giallo-arancio con il centro scuro, che spiccano su balconi e ringhiere come piccole macchie di sole. La Thunbergia grandiflora, proveniente dall’India, è più vigorosa: produce grandi corolle lilla e in breve tempo ricopre grigliati e pergolati, creando un effetto scenografico e leggero.

Poi c’è la Thunbergia erecta, più raccolta, con fiori blu-violacei e una crescita ordinata. È la varietà che si presta meglio ai vasi e agli angoli riparati: le bastano luce, un terreno apposito e annaffiature regolari, mai eccessive. Diversa per portamento e colori, ma con lo stesso modo di trasformare ogni spazio in un piccolo angolo tropicale.

Dove coltivare la Thunbergia: posizione e clima

Arrivando dalle zone tropicali dell’Africa, questa pianta porta con sé un’evidente esigenza: il freddo non le appartiene. Già sotto i dieci gradi la sua crescita inizia a rallentare, perciò all’aperto si coltiva solo dove gli inverni restano miti. Nei giardini del Sud o vicino al mare cresce senza problemi, mentre più a nord serve qualche protezione in più: per esempio, una pacciamatura spessa o un telo leggero nei mesi più duri.

Se vive in vaso, la sistemazione è semplice: quando le temperature scendono possiamo spostarla in un luogo riparato, come una veranda chiusa o una stanza luminosa e fresca. La luce per lei è fondamentale, ma nelle giornate di piena estate è meglio offrirle un po’ d’ombra, magari filtrata dal fogliame di un albero o da una tenda dallo spessore ridotto. Con il ritorno del caldo la Thunbergia si risveglia in fretta, distende i suoi tralci e torna a intrecciarsi su ringhiere e grigliati, riempiendo ogni spazio di verde e di colore.

Come coltivare la Thunbergia

Si pianta in primavera, quando il terreno è pronto e le temperature iniziano a salire. È in questo momento che la pianta si risveglia e attecchisce meglio, senza correre il rischio di vanificare il lavoro. In giardino possiamo preparare la terra qualche giorno prima, smuovendola e arricchendola con un po’ di compost o concime organico. Se poi scegliamo di coltivarla in gruppo dobbiamo solo ricordarci di lasciare lo spazio necessario perché i tralci possano allungarsi liberamente.

Per quanto riguarda il terreno, privilegia quelli ben drenati e leggeri, ricchi di sostanza organica. In vaso basta predisporre sul fondo uno strato di argilla espansa e riempire con un terriccio per piante fiorite: un piccolo trucco che consente di evitare i ristagni d’acqua, nemici delle piante. Come anticipato, ama stare al sole, ma meglio evitare i raggi diretti nelle ore più calde in piena estate: meglio un’esposizione luminosa ma leggermente schermata.

Da maggio a settembre possiamo aiutare la crescita con un po’ di concime liquido ogni due settimane, per sostenere la fioritura. L’acqua va data con misura, solo quando lo strato superficiale del terreno appare asciutto. Ogni anno, a fine inverno, conviene potarla leggermente e rinvasarla, scegliendo un contenitore più grande, come vedremo in seguito.

Ogni quanto innaffiare la Thunbergia

Troppa acqua la indebolisce, troppo poca la ferma. Nei mesi caldi la terra tende ad asciugarsi in fretta, quindi conviene bagnarla con costanza, ma senza fretta né eccessi. In piena estate, di solito, due annaffiature alla settimana sono sufficienti, meglio al mattino presto, quando il terreno assorbe senza evaporare subito.

Se abbiamo scelto di coltivarla in vaso, il controllo deve essere più attento: dobbiamo affondare un dito nel terriccio per capire se serve acqua. Se la superficie risulta asciutta, possiamo intervenire con una innaffiatura lenta, lasciando che l’acqua filtri bene in profondità.

Con l’arrivo dell’autunno, invece, gli intervalli si allungano. Le temperature scendono e la Thunbergia si prepara al riposo invernale: in questo periodo il terreno deve restare solo leggermente umido. Una leggera copertura di foglie secche o corteccia, disposta intorno alla base, conserva la freschezza del suolo e inoltre ci permette di diminuire la necessità di irrigazioni frequenti.

Quando fiorisce la Thunbergia

Verso la primavera, quando l’aria si fa più tiepida, i primi boccioli si aprono lungo i tralci. Da lì in avanti è un crescendo: l’estate è il suo palcoscenico, e i fiori continuano a comparire fino ai primi accenni d’autunno.

Nelle zone dal clima mite, o in veranda, può continuare a fiorire anche più a lungo, regalando qualche corolla inattesa quando il resto del giardino è già in riposo. Ogni varietà racconta un colore diverso: il giallo caldo della Thunbergia alata, il lilla profondo della grandiflora, le sfumature blu-violetta della erecta.

Quando i petali iniziano a cadere, dobbiamo togliere quelli ormai spenti per incoraggiare nuovi boccioli: poche cure ci assicurano quindi una  fioritura che sembra un piccolo spettacolo quotidiano, con una cascata di colore che accompagna l’estate giorno dopo giorno.

La Thunbergia va potata?

C’è una buona notizia per chi non ama gli interventi profusi: questa pianta richiede solo una potatura leggera. In genere si interviene una volta l’anno, scegliendo il periodo in cui la pianta è a riposo. Per la Thunbergia alata il momento giusto è l’autunno, mentre per la grandiflora conviene aspettare la fine dell’inverno, verso marzo.

L’obiettivo non è ridurla troppo, ma darle forma: si accorciano i tralci che si sono allungati troppo e si eliminano i rami secchi o intrecciati. Anche togliere i fiori appassiti è utile, perché stimola la nascita di nuovi boccioli. Dopo la potatura, la pianta si rinforza in fretta e riprende a crescere con slancio.

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