Non è facile mettersi a nudo, quando si è personaggi famosi e sotto l’occhio dei riflettori praticamente da sempre. Ambra lo ha fatto, nel suo libro autobiografico “InFame“, raccontando le parti più buie e difficili della sua vita, quelle non illuminate dalle telecamere ma che descrivono in maniera violenta e cruda ciò che è stata e ha dovuto affrontare negli anni dell’adolescenza. Quando la sua fame di vita e di amore si trasformava nella fame di cibo, divorando tutto ciò che aveva intorno. Quella bulimia che l’ha tormentata per diversi anni e che alla fine è riuscita a sconfiggere grazie ad una persona in particolare.
Ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, sabato 14 novembre 2020, l’attrice ha presentato il suo libro, definendolo una delle cose di cui va più orgogliosa nella sua vita. E ha anche rivelato la creatura meravigliosa che l’ha salvata, sorta di architetto magico che è riuscito ad arredare la sua pancia, trasformandola da luogo terremotato e devastato nel più accogliente che ci potesse essere: sua figlia Jolanda.
Ambra, con lucidità e la voce talvolta rotta dall’emozione ha confessato a Silvia il lieto fine della sua storia:
Ad un certo punto è arrivato un “architetto”, che all’inizio era solo un ovetto dentro di me, e mi ha donato uno strano benessere fisico. Lei, che oggi è una ragazza magica, ha arredato tutto, ha fatto in modo che questa pancia che io avevo tanto amato e flagellato diventasse improvvisamente il posto più accogliente e pieno della terra. Ha tappato tutti i buchi, ha rilucidato tutto, ha lasciato ogni cosa brillante. Poi è arrivato anche Leonardo, che ha messo il tuo timbro all’arredamento e questa cosa che mi aveva perseguitato per anni è svanita nel nulla. Mi ricordo che l’ultima volta che ho dato di stomaco è stato per colpa delle nausee. Quando è uscito il mio miracolo più bello, tutto è finito. Merito di Jolanda, che è una donna incredibile. Ho imparato tanto da lei, questa voglia di andare dritta alle cose, di non avere paura di niente, di mostrarmi bella o brutta, fragile o forte, piacevole o no, l’ho imparato da lei…