Caterina Balivo ospita a Vieni da Me Emilio Solfrizzi e l’atmosfera in studio si fa vibrante. L’attore si racconta attraverso l’intervista della Cassettiera e non mancano frecciatine ironiche alla presentatrice che però si presta al gioco.
La Balivo infatti si presenta con un completo rosa confetto, décolletée animalier e orecchini che non passano inosservati. Ma quello che colpisce Solfrizzi è la pettinatura della bella Caterina. I suoi capelli sono tirati indietro col gel e cotonati.
Non è la prima volta che la conduttrice sfoggia questa acconciatura ma l’attore ne resta esterrefatto e non manca di sottolinearlo. Da vero istrione lancia battutine alla bella Cate: “Con questa pettinatura fai paura“. E ancora: “Con quella capigliatura puoi dire di tutto”. La Balivo strabuzza gli occhi, si tocca i capelli e ride.
Ma non è finita qui. I due si lanciano in balli sfrenati imitando i grandi protagonisti della Rai, come Adriano Celentano e Lola Falana. Ma il vertice lo raggiungono col Tuca Tuca dove la Balivo fa la Carrà e Solfrizzi imita Alberto Sordi. Sono un vero spasso e il pubblico si diverte un mondo (la trasmissione è registrata per questo c’è il pubblico in studio).
Durante l’intervista Emilio ricorda l’infanzia e gli anni trascorsi a scuola, dove dichiara: “Ho sconfitto il bullismo con l’ironia“, sottolineando come se la sia cavata da solo: “Io ho iniziato a sfotterlo, lo imitavo e facevo ridere i suoi amici: con lo scherno ha iniziato a ridere anche lui ed ha capito che non era meglio mettersi sotto le grinfie di chi poteva vedere le sue debolezze“.
Racconta dei suoi esordi con il duo Toti e Tata a cui si aggiunse il regista Gennaro Nunziante. E poi del successo grazie a Carlo Conti, non si possono trascurare le fiction importanti di cui è stato protagonista come Tutti pazzi per amore, ma anche i ruoli drammatici come quando interpretò il padre di Anna Frank nel film Mi ricordo di Anna Frank, di cui ricorda: “L’ho visto con i miei figli: il piccolo non riusciva a vederlo, scappava via e si metteva a piangere. Il ricordo mi commuove tutt’ora: abbiamo dovuto vederlo vicini, attaccati e abbracciati”.