Dirty talk: come trovare le parole giuste

Non è necessario essere volgari per esprimersi di più durante il sesso. La vocalizzazione e la comunicazione sono sexy anche senza imporsi di ‘parlare sporco’.

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Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

Le coppie più soddisfatte sono quelle che comunicano anche durante il sesso, ma non è necessario conformarsi a un unico modello. Lo afferma uno studio pubblicato nel 2019 sul Journal of Sex & Marital Therapy, suggerendo che sia più importante entrare in sintonia. Chi è più timido o insicuro potrebbe preferire la comunicazione non verbale, perché le parole fanno sentire più vulnerabili e suscettibili al giudizio dell’altro.

Non è detto però che mostrare sia sempre meglio di raccontare: imparare a lasciarsi andare e usare più spesso le parole o la voce potrebbe aumentare la soddisfazione sessuale e avere effetti positivi sull’autostima, propria e del partner.

Il potere della voce

La forma più semplice di comunicazione verbale è la vocalizzazione: come precisa un articolo apparso su Archives of Sexual Behavior, non si tratta di un riflesso inconsapevole ma di un modo di rendere manifesto il proprio piacere (reale o simulato) aumentando il piacere dell’altro. Inoltre, la voce può essere usata anche per sussurrare, scambiarsi fantasie, parole d’amore e ordini veri e propri.

Quanto essere eloquenti è una scelta, da prendere in base alle proprie preferenze e quelle del partner.

A frenare chi vorrebbe esprimersi più liberamente è l’idea che si debba per forza utilizzare un registro volgare o aggressivo, o imitare i dialoghi a tratti improbabili della pornografia con il rischio di scoppiare a ridere nel momento meno opportuno. Per fortuna, dirty talk è solo un’espressione: c’è chi effettivamente trova l’oscenità eccitante e liberatoria e chi invece preferisce esprimersi secondo altre sensibilità.

Dirty talk: le basi

A molte persone basta sentirsi desiderate, non occorre improvvisarsi monologhisti. Il principio base è ascoltare e ascoltarsi, trovando il giusto equilibrio tra la sincerità e la lusinga. Per iniziare possono bastare frasi semplici, magari descrivendo quello che si prova o quello che si desidera. Va bene anche recitare un ruolo, ma è importante essere credibili. Oppure potreste scoprire che vi sentite più a vostro agio nel descrivere uno scenario o una fantasia, più registe che attrici.

Se siete alla ricerca di ispirazione, la podcaster Emily Morse di Sex with Emily è tra i consulenti di una MasterClass a tema che copre una vasta gamma di conversazioni eccitanti, da quelle più innocenti a quelle decisamente più kinky.

5 consigli per andare sul sicuro

  1. Alzare la temperatura un grado alla volta. Se non vi conoscete ancora così bene da sapere con certezza dove tracciare la linea di demarcazione tra sensuale e ridicolo (o peggio, offensivo), quali fantasie stuzzicano i suoi punti deboli e quali invece le sue insicurezze, potrebbe essere saggio non sbilanciarsi troppo. Per sondare il terreno meglio fare più domande che affermazioni, finché non si è sicuri di quale direzione intraprendere. Procedere per gradi è anche una buona soluzione per incoraggiare chi si sente bloccato, sia dalla paura di essere giudicato che da quella di infrangere condizionamenti sociali;
  2. A chi non piacciono i complimenti? A meno che il vostro o la vostra partner sia visibilmente a disagio nell’accettarli, complimenti e lusinghe – su una parte del suo corpo che amate particolarmente, o su come vi fa sentire – fanno bene all’autostima, rilassano e rendono più intraprendenti.
    Addirittura, c’è chi parla di “praise kink” per descrivere la sensazione di euforia e piacere suscitata dai commenti positivi, spesso all’interno di giochi di ruolo. All’estremo opposto c’è il “degradation kink”, ovvero il trovare piacevole essere umiliati verbalmente durante il sesso, purché si tratti di uno scenario concordato e consensuale;
  3. Nutrire l’immaginazione. Anche l’immaginazione erotica va nutrita, soprattutto se si è entrate in una routine o se lo stress della vita adulta ha preso il sopravvento sulla creatività. Prendere spunto da un film, da un libro o persino da un webtoon erotico potrebbe essere utile per capire cosa vi piacerebbe sentirvi dire o quali scenari trovate più eccitanti, una conversazione che potete portare avanti anche prima e dopo il sesso;
  4. Erotic talk… a distanza. Un altro alleato della timidezza è il sexting: chi in certe situazioni è di poche parole (magari perché a disagio, o perché trova innaturale parlare troppo) potrebbe scoprire di trovare molto eccitante la parola scritta, soprattutto come preliminare. Può essere un gioco fine a se stesso o qualcosa a cui ripensare quando si è in intimità, senza che nessuno si senta forzato a uscire dalla sua zona di comfort;
  5. Proporre un feedback. Quello che troviamo piacevole è per forza di cose soggettivo: il criterio della preferenza vale tanto per le fantasie, quanto per il linguaggio e persino per lo stile. Non è detto infatti che un unico registro sia adatto a ogni circostanza, o che tutte le parole abbiano lo stesso peso a prescindere dal vissuto di chi le ascolta. Per questo è importante essere ricettivi e sapersi ascoltare, senza paura di riprendere il discorso in un secondo momento se qualcosa vi ha confuso o infastidito o se la reazione dell’altro è stata diversa da quella che vi aspettavate.