Sesso e sessualità: quali sono percezioni e abitudini degli italiani?

Come vivono il sesso gli italiani, il loro rapporto con la masturbazione e l'autoerotismo, le differenze di genere e i tabù ancora presenti

Sesso, sessualità e italiani: la ricerca realizzata da LELO, brand leader nel mercato dei sex toys, in collaborazione con l’Istituto AstraRicerche indaga percezioni, abitudini e linguaggio della vita intima del nostro Paese, mettendo in luce interessanti evidenze.

Partendo da un importante assunto: la distinzione tra “sesso”, che indica la sola performance, il solo atto fisico, e “sessualità”, termine in cui sono compresi i vari aspetti della vita sessuo-affettiva, ovvero il modo in cui viviamo il nostro essere sessuati.

«Le idee degli italiani in tema di sesso, sessualità e vita sessuo-affettiva rivelano novità stimolanti e vecchi stereotipi duri a morire. Da un lato, assistiamo a forti differenze di genere tra uomini e donne che ancora oggi ricalcano modi diversi di affrontare alcuni comportamenti sessuali – commenta Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa SISP – Dall’altro lato, colpisce invece positivamente la risposta su questi temi da parte dei giovanissimi e delle giovanissime, indice questo, si spera, di un cambiamento più ampio su un piano culturale e sociale».

Ecco quindi 4 curiosità emerse dalla ricerca.

Cosa rappresenta il sesso per gli uomini e per le donne

Invitati a descrivere spontaneamente e con una sola parola cosa rappresenta per loro il sesso, gli italiani hanno privilegiato i termini:

  • piacere/godimento (nello specifico, il 19,8% del campione ed in particolare le donne e i 40-49enni);
  • amore (con il 12,7% di donne ed il 16% dei 50-60enni).

Rispetto alle donne, poi, gli uomini hanno avuto una maggior tendenza ad associare al termine “sesso” alcune parti del corpo (in particolare il seno), mentre, al contrario, le donne hanno superato gli uomini nel concepire il sesso come complicità, unione, passione e soprattutto libertà.

Tra gli uomini, poi, è risultato più forte, rispetto alle donne, un’idea del sesso vissuto come banco di prova: il 10% degli uomini (in particolare i 30-39enni) associano al sesso la parola “performance”, una visione che può comportare la sperimentazione di sentimenti quali ansia da prestazione e paura.

Masturbazione e autoerotismo

«La masturbazione solitaria e in coppia si configura come un aspetto costellato da sentimenti ambivalenti e di vergogna; l’autoerotismo resta infatti una pratica molto diffusa tra gli uomini, molto meno tra le donne» commenta Valentina Cosmi.

Quando si parla di autoerotismo, infatti, a fronte dell’11.2% che preferisce non indicare, il 17% afferma di non averlo mai praticato mentre il 57.5% lo ha fatto nell’ultimo anno.

Fortissime le differenze per genere:

  • nelle donne: il 25% dichiara di non essersi mai masturbata, nell’ultimo anno ha praticato autoerotismo il 45% del campione, e la frequenza cala con l’avanzare dell’età, con un crollo significativo dopo i 40 anni;
  • tra gli uomini: l’autoerotismo non è influenzato da dinamiche di coppia (l’abitudine alla pratica rimane sostanzialmente stabile tra single e conviventi) e il cambio di frequenza con cui ci si masturba è più evidente nel passaggio dai 18-29enni ai 30-39enni, per poi mantenersi più o meno stabile con il passare degli anni.

Rispetto alle motivazioni che avvicinano gli italiani all’autoerotismo rientrano:

  • un modo per raggiungere il piacere e per conoscere sé stessi, aspetto quest’ultimo importante soprattutto per le donne
  • per necessità, come qualcosa a cui non saprebbe rinunciare, soprattutto per gli uomini dai 30 anni in su.

Molto diverse le motivazioni alla base della masturbazione in coppia, che è vissuta dagli italiani principalmente per creare complicità nella coppia e come pratica altruistica, ovvero più per dare che per ricevere piacere.

Sebbene gli italiani considerino in generale la masturbazione (soprattutto se autoerotismo) una pratica sana e normale un po’ per tutti, è tuttavia molto diffusa l’opinione che sia ancora un argomento ‘tabù’: è difficile per i giovani parlarne in famiglia, con i genitori – opinione sostenuta sia dai giovani che dai loro genitori – ma anche con gli amici.

Soddisfazione sessuale e fantasie

Il 68,9% si dichiara soddisfatto della propria vita sessuale nell’ultimo anno, con una percentuale maggiore tra gli uomini, tra i più giovani (fascia 18-29enni) e tra coloro (sia donne che uomini) che hanno un partner non convivente.

Rispetto ai luoghi in cui praticare attività sessuale: la camera da letto della propria casa non è solo il luogo in cui viene prevalentemente svolta ma è anche il preferito e più desiderato per il futuro. I luoghi più ‘strani’ che stimolano maggiormente la fantasia sono l’auto, più praticata che desiderata, e all’aperto.

Utilizzo (e conoscenza) dei sex toys

Quasi due terzi degli intervistati dichiarano di non avere mai utilizzato sex toys, il 22,2% li ha utilizzati in passato ma non li sta più utilizzando e solo il 13,5% li utilizza attualmente.

Per il futuro però si descrive un’Italia libera, aperta e curiosa: 4 italiani su 10 si dichiarano infatti propensi ad utilizzarli, con un’intenzione all’uso più elevata tra i giovani e alcune differenze di generi già evidenziate in precedenza: tra le donne la propensione cala al crescere dell’età, mentre tra gli uomini si conferma più alta tra i giovanissimi, ma si uniforma a partire dal 30 anni in su.

Per quanto riguarda l’utilizzo, i sex toys sono maggiormente impiegati all’interno della coppia per rendere il sesso più giocoso e per variare, rompere la monotonia. Chi invece ha smesso di usarli lo ha fatto per un mix di ragioni, in primis perché non ne vede l’utilità, poi per un certo imbarazzo nel comprarli o nel proporli al partner e per incapacità di scelta.

D’altro canto, la pandemia ha influito sul rapporto degli italiani con i sex toys: il 27,1% ha intensificato il loro utilizzo, mentre ben il 16,1% ha iniziato ad usarli proprio in questo periodo.

Gli italiani (sia users che non users) hanno una opinione moderatamente positiva dei sex toys, anche se esiste ancora una forma di tabù che li relega strettamente alla sfera del privato: pur essendo considerati un mezzo che permette di sperimentare e scoprire cosa piace e nonostante siano riconosciuti come parte integrante di una sana sessualità, sono concepiti come oggetti da tenere per sé o nell’intimità della coppia, da non rendere noto a nessun altro.

«Alleggeriti dallo stigma, i sex toys oggi sono totalmente risignificati come oggetti abilitanti del benessere personale. Rimangono ancora, per i più, nella sfera dei tabù culturali, ma li vediamo già in passerella e in luoghi pubblici ‘altri’ dall’intimità domestica, e trasformati in gadget indossabili, divertenti, ostentabili e con un’accettabilità sociale destinata ad aumentare. Le pratiche legate a questi oggetti rappresentano un interessantissimo indicatore del cambiamento delle forme del desiderio sessuale, del godimento e soprattutto del consumo di piacere» conclude la sociologa Patrizia Martello, che ha commentato i dati della ricerca.