Poliamore: come funziona il rapporto multi-partner?

In cosa consiste il poliamore e come funziona, come viene gestito e quali sono le condizioni di base nelle relazioni con questa caratteristica

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cos’è

La parola stessa definisce un’attitudine a desiderare e provare sentimenti per un molteplice numero di individui. Il poliamore affonda le sue radici in moltissime tradizioni anche distanti l’una dall’altra geograficamente. In molti contesti tribali, l’amore condiviso veniva considerato come pratica comune e serviva anzi a rafforzare l’assetto comunitario. Nell’assetto societario moderno prende il nome di poliamore una rete organizzata come per nodi, dove singoli individui sono collegati ad altri e intessono relazioni di varia natura simultaneamente; questo termine si trova nei dizionari di tutto il mondo, compreso l’Oxford English Dictionary e il Treccani, a partire dal 2006.

Solitamente, la persona che tende al poliamore informa gli individui con cui entra in relazione; spesso le altre persone coinvolte condividono la tendenza alla poligamia. Il rapporto condiviso diventa consensuale in questo assetto tipo di relazionale e non si fa distinzione in base al genere e all’orientamento sessuale. Non si tratta quindi di “mettere le corna” al partner abituale, ma di non aderire dichiaratamente al modello monogamico, spesso concepito come imposto in dall’etica dominante.

Si tratta di fatto di una scelta che comporta spesso delle sfide interne, inclusa la possibilità di trovarsi ad affrontare il disagio legato alla gelosia. Spesso si fanno i conti con il senso del controllo, la paura e i timori ,specie quando il partner poligamico si allontana fisicamente. L’indole possessiva non sceglie naturalmente di solito questo assetto, che sarebbe assolutamente difficile da gestire se non lo si accetta fino in fondo.

La persona che si direziona verso forme poliamorose dichiara di sapere e poter esprimere meglio se stessa intessendo relazioni che non sono solo sessuali ma anche affettive. La gestione della comunicazione non di rado accusa ostacoli e alla base della stessa rimane una forma onesta di riconoscimento dell’altra persona. In questo tipo di orientamento relazionale, affettività, amore e sesso vengono direzionati con armonia a persone differenti. Sicuramente questo tipo di relazione si basa sugli equilibri in quanto gli investimenti emotivi sono molteplici, verso due o tre o ulteriori persone.

A volte si va verso questo tipo di relazione quando la relazione attuale non funziona e si propone al partner o alla partner di sperimentare altre vie e si prova il poliamore se la scelta si forma in modo consensuale; altre, uno dei due individui della coppia accetta senza volerlo del tutto, ma solo per portare avanti la speranza di salvare la coppia e finiscono per crearsi grandi contrasti e sofferenze che andrebbero evitate dal principio. Scegliere il poliamore rimane qualcosa di intimo che va sentito nel profondo; nulla vieta di sperimentare e sentire intimamente se la cosa fa per noi o meno.

Un modus vivendi o un modo per non impegnarsi?

Per molte persone il poliamore sarebbe impossibile ed è assurdo anche solo pensare di condividere questo tipo di esperienza. Dipende molto dall’educazione ricevuta e dalla voglia di mettersi in gioco, dalla sicurezza personale, dal modo di vivere la coppia, dai principi in cui si crede o meno. Alcune delle persone che tengono le dovute distanze da queste relazioni poliamorose ritengono nel profondo che si tratti di forme che si sono create per via della mancanza di impegno, della pigrizia emotiva e della carenza di forza che necessariamente richiede coltivare un solido rapporto a due. Secondo questa visione, spesso il poliamore viene collegato all’eccesso di stimoli e alla mancanza di “spina dorsale” di alcuni giovani vittime dell’assetto societario attuale. Tutto va veloce e si sfalda, e si sfalda anche la relazione tradizionale dove in due si crea un’unica forza.

Di contro, coloro che scelgono il poliamore sostengono che la natura vera degli esseri umani sia quella di amare più persone contemporaneamente senza sottostare alla monogamia, intesa come imposizione (superata) della società. Secondo questa visione, noi siamo al mondo per integrare diversi aspetti di noi stessi/e e incontrando gli altri integriamo diverse parti. Non ci si lega a una sola persona ma si concepisce l’incontro come un arricchimento, una continua scoperta degli altri e di se stessi/e. Tutti i partner sono consapevoli delle relazioni in corso e non si creano spazi ambigui. Tutto viene vissuto con consapevolezza, mancanza di giudizio.

Esistono delle triadi, dove l’amore a tre diventa paritario e informato e tutti i componenti sono a conoscenza e rivestono lo stesso ruolo oppure la relazione sempre a tre ma strutturata a T, ovvero sussiste la coppia vera e propria e si integra una relazione secondaria. Se in questo ultimo caso tutti e tre sono comunque comunicanti, nella relazione a V la persona che subentra si relaziona a una sola persona della coppia in atto. Si apre poi lo scenario quando il numero aumenta e si arriva a 4 o 5 oppure ulteriori persone coinvolte. Ricordiamo che la sincerità sta alla base di qualsiasi nucleo poliamoroso e non esistono scappatelle clandestine, bugie o simili.