Perché avere un piano di riserva potrebbe rovinare i tuoi piani

Il piano di riserva può aiutarci a sentire pià sicuri, ma svariati psicologi sconsigliano di elaborare un "B plan" se si vuole raggiungere una meta

Il motivo per cui il piano di riserva viene letteralmente scartato dal più degli esperti della psicologia sembrerebbe tanto banale, quanto semplice. Se da un lato il piano di riserva fa sentire le persone più sicure, dall’altro non li spinge a rischiare. Sapendo che si ha un piano B alle spalle e che il fallimento non comporterebbe un disastro, si mette meno foga a realizzare il piano principale. Alla fin dei conti si crede di meno in quel che si fa, ci si impegna di meno e il passaggio al piano B sembra soltanto una questione di tempo. La sicurezza del piano di riserva toglie, insomma, degli importanti assi dalle maniche delle persone.

Come hanno mostrato nel tempo diversi studi, la motivazione dipende dal livello d’insicurezza. Non appena le persone tendono ad avere le spalle coperte, che il tutto casca irrimediabilmente, poiché avendo una protezione si rischia di meno. I problemi vengono risolti con meno audacia, e ci si mette meno foga quando si deve compiere un determinato passo. L’assenza di motivazione influisce negativamente anche sulle altre caratteristiche di una persona. Restando nell’ambito lavorativo, avendo un contratto che preveda un piano di riserva nel caso di licenziamento, questa è portata a essere meno puntuale.

Ne derivano vari tipi di disagi, sia personali, che di gruppo. La motivazione migliore nasce insieme all’istinto di sopravvivenza. Quando le cose si devono sempre sudare, quando le spalle non sono coperte e un piano di riserva è assente, sapendo che si rischia di rimanere per strada un bel giorno, si tira fuori il 101% di noi stessi. Certamente, a prima vista potrebbe sembrare qualcosa di assolutamente diabolico e disumano, ma il tempo ha mostrato che è la strategia efficace per arrivare alla propria meta. Inoltre, vari psicologi hanno spiegato che anche passando alla realizzazione del piano B, la motivazione viene a mancare comunque.

Così il piano secondario può essere svolto nel peggiore dei modi. Si rischia un vero e proprio disastro, con l’annullamento di entrambi i piani. Il metodo più facile per raggiungere uno scopo, è buttare sé stessi nel piano A, come se un piano di riserva non esistesse affatto. Concentrandosi su un unico obiettivo, focalizzando le proprie attenzioni e spingendo l’acceleratore al massimo delle sue funzioni, nella maggior parte dei casi si arriva al successo anche abbastanza facilmente. E qualora per cause ignote non si riuscisse a vincere, si potrebbe comunque ritentare in altri modi.