Sesso nel dopo parto, quando ricominciare e perché cala il desiderio

Dopo il parto la coppia vive un momento di grandi cambiamenti: il ritmo, gli equilibri, l’intimità e anche la sessualità sono da riorganizzare. Qui i consigli dell’ostetrica

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

È una vita nuova quella dopo il parto, stravolta totalmente da un piccolo esserino che si inserisce con decisione e vitalità negli equilibri della coppia. La stanchezza, la ripresa dal parto, il coinvolgimento fisico ed emotivo nella crescita del bambino, ma anche una grande sensibilità e un corpo che si riassesta: la sessualità in puerperio non è facile e scontata; l’intimità della coppia è da ricostruire e ritrovare, in modo a volte completamente diverso rispetto a prima. L’ostetrica Manuela D’Ambrosio, libera professionista in Casa Maternità Prima Luce a Torino, ci spiega che cosa succede al corpo e al desiderio della donna nel primo periodo dopo il parto.

Quei quaranta giorni chiamati puerperio

In diverse culture nel mondo si considerano i 40 giorni dopo il parto sacri per la ripresa della donna, per il benessere del bambino e per la nuova famiglia. Alle donne è consigliato riposo, e di fare il minimo indispensabile per potersi concentrare sulla nuova creatura, sull’allattamento, su un corpo che deve riprendere tono e energie dopo il parto. In alcuni Paesi la comunità (specialmente femminile) si stringe intorno alla donna per aiutarla, per cucinare e lavare, per accudire lei e il bambino. Questi quaranta giorni sono indispensabili per la ripresa, per conoscersi in questa dimensione nuova e ritrovarsi.

Cosa succede al corpo

“Noi diciamo che il puerperio è il periodo della chiusura. Tutti i tessuti che sono stati preparati e creati per sostenere la gravidanza e il parto vengono piano piano smaltiti; il collo dell’utero si chiude; l’utero si rimpicciolisce e si ricolloca esattamente a come prima dei nove mesi. Durante i primi giorni dopo il parto vengono drenati i liquidi in eccesso e la pancia riprende il tono, lentamente. Il corpo dopo la grande apertura della nascita si richiude: si chiudono il perineo e il bacino e si riavvicinano i muscoli addominali. Questo processo, insieme a quello di cura delle ferite e lacerazioni, ha proprio una durata di quaranta giorni circa, e coincide con il puerperio”.

Sesso: quando riprendere dopo il parto

“Non ci sono regole o indicazioni fisse per la sessualità dopo il parto”, chiarisce subito l’ostetrica, “perché ogni donna e ogni coppia vive l’intimità e l’arrivo del bambino in modo personale, a seconda di quella che è stata l’esperienza del parto, della gravidanza e i nuovi ritmi”. Quei 40 giorni di puerperio sono il periodo in cui solitamente si manifestano perdite di sangue e indispensabili alla guarigione delle ferite, ma non sempre questo preclude i rapporti sessuali. “Se una donna ha desiderio e se il perineo è integro, non ci sono controindicazioni e la donna può riprendere i rapporti anche nel primo mese dal parto, nonostante le perdite”.

La guarigione delle ferite e lacerazioni

“In caso di ferite perineali, in genere l’indicazione è di aspettarne la guarigione prima di avere rapporti completi. I punti delle lacerazioni vaginali e perineali cadono da soli in un mesetto circa; mentre per la ferita da episiotomia c’è bisogno di più tempo, più cura e un controllo costante”, dice Manuela. “I punti da cesario vengono tolti dopo una decina di giorni dal parto, ma ci vogliono circa 40 giorni per la guarigione”. Le ferite e le cicatrici hanno bisogno di cura e devozione: “la cura delle ferite è molto importante, e vanno trattate e massaggiate con cura per facilitare la ripresa e tonificazione dei tessuti. Le ferite spontanee (senza punti per intenderci) guariscono più velocemente; mentre la cicatrice da cesareo e il taglio da episiotomia sono da trattare per diverso tempo con massaggi e trattamenti osteopatici”. È indispensabile farlo sia per il corpo che per fare pace con un parto che potrebbe essere stato più violento di come avremmo voluto.

Il perineo

“Per me è sempre molto sconvolgente rendermi conto di quanta poca consapevolezza ci sia intorno al perineo. Le donne arrivano in gravidanza senza conoscerne il potenziale, senza essersi mai prese cura di questa parte del corpo, senza sentirla. Non hanno idea di quanto sia indispensabile la salute del perineo per il benessere della donna, sessuale e non solo”. Il perineo e la sua tonificazione vengono solitamente valutati in gravidanza, anche se la valutazione sarebbe da fare già in adolescenza, per prevenire problemi in età adulta e per prendere confidenza con questa zona. “Lavoriamo molto sul perineo nei corsi di accompagnamento alla nascita, e controlliamo lo stato di salute del perineo a 40 giorni dal parto. Se ne occupa un’ostetrica specializzata, per valutare il tono e la necessità o meno di una riabilitazione”. La valutazione del perineo nel post parto è decisiva anche per riprendere l’attività sessuale. “Se ci sono dolori durante i rapporti è bene chiedere consulto a un’ostetrica; mentre bisogna tenere a mente che in puerperio la lubrificazione è ridotta, quindi si consiglia di utilizzare un lubrificante o olio di mandorle”.

La prolattina che inibisce

Se è vero che ogni donna (e ogni coppia) può vivere il puerperio in modo personale, è un dato di fatto che subito dopo il parto la produzione di prolattina tocca dei livelli molto alti. “La prolattina – ci spiega l’ostetrica – favorisce la produzione di latte per il nutrimento del bambino. Inoltre, la prolattina sviluppa quegli atteggiamenti istintivi e animali di accudimento e cura verso il piccolo. Di contro però questo ormone inibisce un po’ il desiderio”. Il corpo della mamma è settato solo ed esclusivamente sulla cura e sulla crescita del figlio. È fisiologico che sia così, comandato da un cervello che manda sollecitazioni, anche fisiche, solo per quello. Insieme a tutte le attenzioni, che trovano spazio solo per la nuova vita.

Tra la stanchezza e un amore tutto nuovo

Ma non ci sono solo la prolattina e tutti gli ormoni del post parto a inibire la sessualità e il desiderio. “Nei primi mesi di vita del bambino la mamma è molto stanca per questo nutrimento fisico e energetico, a cui vanno aggiunte le sveglie notturne, i dolori di un corpo che sta riprendendo forma, e tutti i dubbi o le insicurezze che crescere un neonato porta. È comprensibile o comunque molto fisiologico che la sessualità e i rapporti con il neo papà non siano tra le sue priorità”. Inoltre pare che la nuova relazione mamma-bebè sia esclusiva e molto intensa, specialmente per le mamme tanto coinvolte che scelgono l’allattamento a richiesta e il co-sleeping nel lettone: “questa relazione intima e di grande amore a due spesso appaga la sfera affettiva della mamma, lasciando fuori il papà”.

Ritrovarsi

Il consiglio allora, come per la sessualità in gravidanza, è quello di “riprendere dagli abbracci, dai preliminari, per arrivare al rapporto completo in modo graduale”. Bisogna provare a creare delle situazioni piacevoli a due, anche se non prevedono il sesso. Stare vicini sul divano, cenare insieme, regalarsi un massaggio e delle attenzioni. Non bisogna insistere e va esclusa ogni forzatura, perché la donna si deve sentire davvero in sintonia con il corpo e con un un nuovo carico mentale per riuscire a provare piacere. Un piacere che non è facilissimo da ritrovare dopo l’esperienza del parto. “Se una donna ha avuto un’esperienza positiva del parto la sessualità ne giova, e il piacere e l’orgasmo sono amplificati”, commenta l’ostetrica che da anni lavora per promuovere la continuità assistenziale in gravidanza e in puerperio, e il parto fisiologico in ambiente familiare per la donna. “A volte invece, se il parto non è andato come si era desiderato, possono nascere dei traumi e ne risente anche la sfera sessuale”, per questo è bene lavorare sull’elaborazione della nascita e dell’esperienza del parto.

Fuori dal tunnel

Sono i primi tre mesi quelli molto faticosi, passati i quali si prende più confidenza e sicurezza, si stabilizzano dei compiti nella condivisione del lavoro di cura, ci si scioglie nel portare avanti un ruolo genitoriale totalizzante. “Dopo i tre mesi di vita si ritrova un ritmo”, commenta Manuela, mamma di una bellissima bimba. “L’allattamento è avviato, le sveglie notturne si regolarizzano, il corpo ha ritrovato la sua forma di prima o quasi. Si recupera e ci si abitua alla nuova tabella di marcia, così è più facile anche trovare una nuova dimensione di coppia, sicuramente da riorganizzare, con un bambino piccolo molto richiedente e ancora tanta stanchezza fisica e mentale”. Mollando un pochino la disponibilità e attenzione univoca sul bambino, riaffiora il desiderio e la passione per la sessualità e l’intimità di coppia: bisogna avere solo un po’ di pazienza.

Se il desiderio non torna

Pare difficile pensare che il desiderio non torni, che rimanga spento per molto molto tempo. Ma non è escluso. Allora si, a quel punto è necessario sforzarsi un pochino e provare a ritagliare del tempo per la coppia, per ricreare delle situazioni di intimità e gioco. Si può partire anche da una sperimentazione leggera, da stimoli più delicati, come il massaggio, la musica, una buona cena (senza bambino però!). Alcuni terapisti consigliano proprio di calendarizzare il sesso, ma non come si può appuntare un appuntamento dal dentista. Semplicemente si sceglie un momento per incontrarsi sotto le lenzuola e ci si prepara a quel momento con delle proposte passionali, curandosi nell’aspetto e liberandosi dai pensieri, attendendo quel momento come si succedeva ai primi incontri.

Anticoncezionali

Sembra precoce parlarne invece non è mai troppo presto: se non si desidera una nuova gravidanza, è bene prendere precauzioni anche nel periodo immediatamente dopo il parto. È vero che la produzione di prolattina e l’assenza di ciclo farebbero pensare ad una fertilità piuttosto bassa, ma non esiste garanzia e non sono poche le donne che rimangono incinte nei primi mesi di allattamento. Quali sono i concezionali consigliati dopo un parto? Il preservativo maschile e femminile possono essere usati da subito, senza particolari controindicazioni. Per il diaframma e la spirale bisogna aspettare almeno 6 settimane dal parto, secondo una valutazione medica e ginecologica. A differenza di qualche tempo fa, oggi la pillola e gli altri metodi contraccettivi ormonali vengono dati anche alle donne in allattamento, ma è necessaria una consultazione ginecologica per capire qual è il metodo più adatto alle esigenze.