Con quanti uomini sei stata? Perché è una domanda da non fare e cosa rispondere

Con quanti uomini sei stata rappresenta una domanda che possiamo sentire rivolgerci almeno una volta nella vita. Come reagire al meglio

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Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

“Con quanti uomini sei stata?” Come reagire

Quando ti fanno la domanda “Con quanti uomini sei stata?” puoi rimanere in un primo momento leggermente colpita e non per forza piacevolmente. Si tratta di una domanda molto invasiva che va nel profondo della sfera intima e rispetto alla quale ti devi ricordare un fattore fondamentale: non sei tenuta a rispondere in nessun modo. Immagina la stessa domanda rivolta a un uomo. Molto probabilmente alcuni soggetti si sentirebbero legittimati di vantarsi o sentirsi pieni di orgoglio per via del fatto che, purtroppo, una visione molto patriarcale del rapporto uomo-donna vuole l’uomo come un campione quando colleziona diverse “tacche”.

Per la donna, sempre secondo questa visione, le cose non stanno in questo modo. Una donna che “salta da un uomo all’altro” deve provare di essere degna in quanto al primo colpo subisce un’immediata svalutazione del suo valore. Potrebbe trattarsi di una donna che al suo interno ha una sensazione stabile e che sa che non vuole un rapporto fisso e ama il sesso, ma la credenza che piomba su di lei si riassume in questo modo: donna facile. Se l’uomo va con le donne viene convalidato come virile, se una donna va con diversi uomini diventa facile.

Donne che vivono nell’abbondanza e si amano

Una donna ha quindi tutto il diritto di non rispondere a questa domanda o di rispondere esattamente come le pare e piace senza subire il giudizio altrui. Ami il sesso? Ami conoscere persone e sai comunicare in modo maturo quel che puoi e vuoi dare? Questo probabilmente ti consente di avere uno stato emotivo stabile e una certa autosufficienza. Questa autonomia nella donna viene ancora avvertita come una minaccia. Fai bene a sentirti desiderata e a desiderare. Puoi non accumulare disagio che gli altri vorrebbero creare. Puoi avere uno spirito libero e conoscere le persone con approccio equilibrato, sentendo sempre che ti confermi e confidi nel tuo proprio giudizio e non in quello degli altri.

A volte alle donne viene anche chiesto il dato anagrafico degli uomini con cui vanno e presto vengono racchiuse in categorie come Milf (Mother I’d like to fuck) o simili. Il giudizio su quanti uomini frequenti diventa pesante se hai superato i 35 o 40 anni. Ma una donna che conosce il proprio valore e resta disciplinata nel suo reale diventa una donna che riesce a manifestare amanti di tipo diverso; una donna perfettamente autoregolata fa fluire abbondanza nella sua vita e ama sentirsi bene. Non si tratta di cercare negli altri risposte o conferme, ma di vivere bene la propria sfera intima e sessuale, sapendo anche variare se una vuole, esattamente come fa un uomo.

Sfera intima e domande inopportune

Quando ci rivolgono domande inopportune come questa esistono una serie di ottime risposte veloci che “rimpallano” l’invasione sull’altro e mantengono tutto su un tono scherzoso (fino a quando l’interlocutore non diventa insistente). Cose come: “E tu?” oppure “Te che dici?” oppure “Pensa a un numero e conta fino a quel numero!” oppure “Tanti quanti tu credi siano!”, insomma delle risposte che mantengono tutto sul vago e rimettono l’altra persona al proprio posto. Unico rischio: l’altra persona, se davvero inopportuna, potrebbe prenderla come un gioco e insistere o sentirsi legittimata a farlo e spingere sul pedale in modo forte.

Quando le domande diventano davvero inopportune, allora, fissa la persona tra le sopracciglia (non sprecarti a guardarla negli occhi) e fissala tanto. La farai sentire in un certo modo. Intanto, dentro di te, pensa a schermarti, puoi anche creare con la mente una sorta di sfera bianca ovoidale che circonda tutto il tuo corpo. Difendi la tua energia da quella di persone che vogliono solo raccogliere informazioni e rispondi solo quando senti di farlo. Il massimo sarebbe sempre ascoltarsi e capire quanto e come possiamo e vogliamo dare, anche in termini di informazioni.

Se l’altra persona proprio non comprende, dille semplicemente: “Ora basta!” oppure “Te ne stai passando” o “Preferirei tu smettessi di fare domande, grazie”. Se l’insistenza prosegue, puoi sempre alzare i tacchi e andartene. Difficile farlo con qualcuno con cui lavori o un supervisore che potrebbe indignarsi per la tua mancata disposizione essenzialmente a far sapere i fatti tuoi. Allora puoi andare leggermente meno diretta ma senza rinunciare al tuo sacrosanto diritto a mantenere la tua privacy.

Viviamo anche in un’epoca dove le persone controllano, guardano, scrutano, vedono, cercano, vogliono sapere quando sono distanti e fanno meno domande quando sono vicine. In altre parole, un assetto leggermente ipocrita e vagamente mentale, dove da una foto o un post ci si fanno tremila congetture e idee sulla persona. Una buona idea rimane pubblicare meno possibile ma non per questo limitarsi. Altra ottima idea, decidere chi riesce a visualizzare e quando i tuoi contenuti, in modo da essere sicura che quel che viene visto rimane nella tua cerchia. L’importante: sapere che nessuna domanda o like o azione o commento riesce a scalfire il tuo valore e la tua indipendenza mai. Punto.