Sindrome del tunnel carpale: sintomi, cause, terapia ed esercizi

La sindrome del tunnel carpale può causare formicolio, intorpidimento, dolore. Ecco quali sono le cause, i rimedi efficaci per trattare questa condizione

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

Malattie infiammatore, fratture del polso, lavori usuranti, movimenti ripetuti con il braccio, rappresentano alcuni dei fattori che possono contribuire a comprimere, e di conseguenza irritare, il nervo mediano. Si tratta di un nervo che attraversa il braccio e arriva fino alle dita, passando attraverso il tunnel carpale, posizionato a livello del polso.

La compressione di questo nervo provoca lo sviluppo della sindrome del tunnel carpale, una condizione che può anche peggiorare con il trascorrere del tempo, portando a volte ad intervenire necessariamente per via chirurgica. Per questo, è fondamentale non sottovalutarne i sintomi e sentire il parere di uno specialista per intraprendere un piano terapeutico adeguato.

Il tunnel carpale è un canale stretto che permette al nervo mediano e ai tendini di collegare la mano all’avambraccio. A costituire il tunnel carpale ci sono:

  • le ossa carpali;
  • i tendini;
  • i legamenti, che insieme al nervo mediano, si trovano all’interno del tunnel carpale.

La sindrome del tunnel carpale è una condizione dolorosa molto comune, che colpisce soprattutto le donne con un’età compresa tra i 30 e i 50 anni. Chiunque può svilupparla, specie coloro che eseguono movimenti ripetitivi per anni o chi presenta alcuni fattori di rischio.

Quali sono le cause del tunnel carpale

I motivi legati al manifestarsi della sindrome del tunnel carpale sono differenti. Ad esempio, tenere il polso chiuso, in posizione piegata o estesa, come anche eseguire ripetutamente movimenti che generano una compressione sul nervo mediano, possono dare il via a questo disturbo. Altri possibili fattori che ne possono influenzare lo sviluppo sono:

  • la presenza di malattie, come il diabete, che danneggiano il nervo;
  • la frattura o la lussazione del polso;
  • la presenza di malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide;
  • la ritenzione dei liquidi, che può aumentare la pressione nel tunnel carpale, irritando il nervo mediano (può capitare nel corso della gravidanza o della menopausa);
  • eseguire lavori che richiedono movimenti continui del polso o una sua flessione prolungata;
  • deformità ossee;
  • età avanzata;
  • dipendenza da alcol;
  • obesità;
  • ipotiroidismo.

Per approfondire meglio l’argomento abbiamo chiesto il consulto del dottor Andrea Genta, Fisioterapista.

Quali sono i sintomi del tunnel carpale

«La sindrome del tunnel carpale è un disturbo provocato dall’intrappolamento del nervo mediano a livello delle ossa del polso. Il sintomo principale è dolore acuto nella zona del polso, spesso affiancato da difficoltà nell’apertura della mano e in altri movimenti dell’avambraccio. Di conseguenza, si può assistere anche a una riduzione della forza globale della muscolatura del braccio».

Altri sintomi della sindrome del tunnel carpale – che possono accompagnare il dolore – sono intorpidimento e formicolio alle dita della mano, soprattutto durante la notte, poiché molti soggetti tendono a dormire con il polso piegato. Nei casi un po’ più gravi, la debolezza muscolare può portare a una difficoltà nell’afferrare gli oggetti.

In genere, i sintomi compaiono in modo graduale per poi intensificarsi con il tempo. A periodi di dolore intermittente, possono seguire altri in cui la sintomatologia è costante, andando così ad impattare sulla quotidianità. In fase iniziale, potrebbe essere possibile rallentare o arrestare (in base alla causa) la progressione della patologia, a patto di intervenire.

Cosa fare per alleviare il dolore

«Si possono svolgere degli esercizi lievi di auto mobilizzazione prestando però attenzione a non andare a scatenare ulteriore dolore. In questo senso, sono molto utili gli esercizi da eseguire con il polso, con la mano e con il gomito, volti a mantenere una buona articolarità. Inoltre, è fondamentale stabilire l’entità del disturbo per escludere la possibilità di un intervento e quindi valutare se è meglio procedere con una terapia conservativa o operare a livello chirurgico» spiega l’esperto.

Diagnosi del tunnel carpale

«Ci sono diversi esami che si possono svolgere per diagnosticare la sindrome del tunnel carpale. L’elettromiografia ad esempio è utile per avere una panoramica a livello di contrazione muscolare del braccio, in quanto evidenzia un eventuale intrappolamento del nervo mediano. Una volta diagnosticata la presenza della patologia, viene stilato un programma terapeutico personalizzato. All’occorrenza, si può optare inoltre per una risonanza cervicale, utile per differenziare da altre problematiche».

In generale, il tipo di esami da svolgere dipende dal singolo caso. Gli esami strumentali ad esempio, sono funzionali a determinare l’eventuale presenza di una frattura o di una lussazione, o ancora per rilevare la possibile rottura dei legamenti. Per trattare al meglio la sindrome del tunnel carpale è bene non sottovalutare i sintomi e rivolgersi quanto prima ad uno specialista che potrà effettuare una diagnosi accurata del caso. In questo modo, il piano terapeutico impostato potrà dare fin da subito i primi benefici.

Quali sono i rimedi per il tunnel carpale

Alla comparsa dei primi sintomi e ricevuta la diagnosi, si procede di solito con i trattamenti conservativi. Questi possono includere:

  • limitare i movimenti che mettono sotto sforzo il polso, come piegamenti o impugnature strette di oggetti;
  • eseguire degli esercizi dolci specifici, dietro consiglio del proprio fisioterapista;
  • assumere farmaci antinfiammatori per ridurre l’infiammazione e il dolore nel breve termine;
  • applicare un tutore al polso nelle ore notturne. In questo modo viene mantenuta una posizione neutra, evitando la compressione del nervo;
  • eseguire delle iniezioni di corticosteroidi nel polso, a livello del tunnel carpale. Questa terapia riesce ad alleviare la sensazione dolorosa e il gonfiore anche per molto tempo, specie quando la malattia è stata diagnosticata in fase iniziale. Le iniezioni possono essere anche uno strumento di diagnosi di tunnel carpale;
  • modificare la postura da seduti davanti al pc. Usare la tastiera in modo scorretto può infatti contribuire a sviluppare o a peggiorare la sindrome del tunnel carpale. Bisogna mantenere il polso in posizione neutra, ovvero bisogna mantenere una linea (immaginaria) dritta che va dalla mano all’avambraccio. Il polso non deve piegarsi e la mano non deve trovarsi più in alto rispetto alla tastiera.

Quando si deve operare?

«Quando la compressione del nervo mediano è tangibile. O anche nel caso in cui l’irritabilità che causa la patologia sia diventata disabilitante per il paziente e qualora le terapie conservative come la fisioterapia e le terapie strumentali non abbiano riscosso effetto» evidenzia il dottor Genta.

Alcune volte la sindrome del tunnel carpale può arrivare a provocare disturbi intensi che limitano lo svolgimento delle attività quotidiane. Soprattutto in questi casi, viene valutato un intervento di tipo chirurgico grazie al quale il nervo mediano viene liberato dalla compressione.

La procedura porta il nome di: rilascio del tunnel carpale. Può essere eseguita a cielo aperto (metodo classico) o via endoscopica. In quest’ultimo caso, il medico chirurgo esegue una o più incisioni e inserisce un endoscopio provvisto di telecamera. Grazie a questo strumento lo specialista ha una panoramica chiara della situazione e può procedere con l’intervento.

Nelle ore e nei giorni successivi si potrebbero manifestare dolore e gonfiore. In genere, si chiede al paziente di muovere la mano e il polso subito in modo delicato, evitando tutti i movimenti e le posizioni estreme. Potrebbero essere necessari alcuni mesi prima di riacquisire buona parte dei movimenti, ad ogni modo, l’esito dell’intervento è nella maggioranza dei casi positiva. Grazie ad esso, molti dei sintomi della sindrome del tunnel carpale migliorano rapidamente, incluso il formicolio che si avverte soprattutto durante la notte. Per quanto riguarda l’intorpidimento invece, potrebbero volerci diversi mesi per avvertire un sollievo completo.

Il recupero completo può richiedere anche un anno; se il dolore o altri sintomi dovessero persistere molto tempo dopo l’intervento consulta il tuo medico per capire come gestire la situazione.

Esercizi utili per il tunnel carpale

«In caso di sindrome del tunnel carpale si possono eseguire (anche a casa) degli esercizi generici per l’arto superiore molto semplici. Eccone alcuni finalizzati ad effettuare dei movimenti attivi del polso:

  • aprire e chiudere lentamente la mano (aprire bene le dita, stenderle e poi chiuderle a pugno);
  • appoggiando l’avanbraccio sul tavolo e mantenendo fuori la mano, col pugno fare movimenti in flessione ed estensione del polso oppure dei semplici cerchi.

Gli esercizi devono essere sempre svolti in modo dolce per evitare di scatenare dolore» conclude l’esperto.

Come prevenire il tunnel carpale

Non ci sono strategie che permettono di evitare con certezza la comparsa della sindrome del tunnel carpale. Tuttavia, è possibile ridurre lo stress sul polso, seguendo questi suggerimenti:

  • evitare di eseguire lo stesso movimento per molto tempo. È bene invece, prendersi qualche minuto per rilassare il polso;
  • ridurre la pressione esercitata sugli oggetti;
  • impiegare un mouse comodo, ideale per ridurre sforzi al polso;
  • fare delle pause;
  • migliorare la postura del polso. Sarebbe bene mantenere una posizione “neutra”, ovvero in cui il polso non è né troppo piegato verso il basso, né verso l’alto;
  • mantieni le mani calde, protette dalle intemperie. Se hai un lavoro che ti porta ad eseguire l’attività all’esterno, impiega dei guanti: in questo modo ridurrai la rigidità muscolare e il dolore.

Come abbiamo visto la sindrome del tunnel carpale genera dolore, fastidi e a volte può limitare in modo importante le attività quotidiane. Se si verificano i sintomi sopra descritti, è bene agire prontamente ascoltando il parere di un professionista del settore. I trattamenti di natura conservativa, e nei casi più difficili – invasivi – non mancano e nella maggior parte dei casi risolvono il problema.

 

Fonti bibliografiche: