Sindrome di Tourette: fattori di rischio, sintomi e diagnosi

Movimenti incontrollati, tic vocali sono i sintomi con cui si manifesta la sindrome di Tourette: come riconoscerla e cosa fare

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

I movimenti possono essere rapidi e improvvisi ma anche lenti e sostenuti. Ma sono sempre stereotipati, si ripetono e soprattutto si accompagnano a tic. Questi tic possono essere semplici, come uno sbattere delle palpebre, oppure complessi, coinvolgendo un numero maggiore e più articolato di gruppi muscolari, e si presentano quindi con smorfie del viso o di una parte del viso, o con scosse delle spalle, movimenti di torsione delle mani strette fra loro, movimenti che simulano il disegnare, oppure con un picchiettare delle dita su un oggetto, etc. A volte c’è una tendenza a mettersi ad annusare le persone oppure, più spesso, a toccarle.

Ecco come si può manifestare la sindrome di Tourette, con i tic vocali che possono ricordare un grugnito o con le sequenze che si ripetono, con frasi formulate o ripetendo le parti finali di parole di altri. Senza dimenticare che a volte ci possono essere anche frasi scurrili, con la coprolalia.

Malattia di Tourette, chi colpisce

In chi soffre di malattia di Tourette, i tic presentano caratteristiche che li differenziano spesso e da una manifestazione ad un’altra. Hanno la tendenza a variare per intensità nel corso del tempo, e spesso si modificano di forma e sede. Quindi può accadere che a un certo tipo di tic ne faccia seguito un altro in una zona diversa dell’organismo.

Il problema interessa soprattutto i maschi con un rapporto di tre-quattro a uno rispetto alle femmine e inizia prima dei 18 anni, in genere attorno ai 5-6 anni.

L’intensità del disturbo spesso aumenta negli anni successivi e raggiunge il massimo nel periodo prepuberale e all’inizio dell’adolescenza. Poi in molti casi c’è una diminuzione di intensità e di frequenza, o addirittura la scomparsa dei tic, ma in alcuni il disturbo persiste nell’età adulta. La sindrome di Tourette ha una base genetica della quale non si conosce ancora la natura specifica.  Secondo dati recenti il problema tende ad allargarsi e ad essere più frequente negli ultimi tempi.

Alcuni giovani o persone adulte che fanno i conti con il quadro presentano esclusivamente tic. Capita, secondo studi recenti, in una minoranza di casi. Più spesso la sindrome di Tourette va insieme a un disturbo ossessivo-compulsivo che spesso si manifesta con tematiche di tipo violento, aggressivo, sessuale o di mania per le simmetrie con compulsioni a toccare, a mettere in ordine, a controllare, a contare-ricontare e, a volte, con lesioni autoinflitte.

Possibili cause della sindrome di Tourette

Secondo molti studiosi il disturbo dell’attenzione con iperattività potrebbe essere presente in alcuni casi di bambini portati a sviluppare sindrome di Tourette. Pur se si tratta di diagnosi ovviamente diverse, in alcune situazioni i problemi possono coincidere quando si parla di bambini e adolescenti iperattivi, affetti da una vera e propria patologia (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder).

Il quadro si caratterizza per una particolare irrequietezza motoria, evidente soprattutto nei bambini, accompagnata da una facilità a distrarsi, a una difficoltà nel concentrarsi in un compito e a impulsività. Può essere accompagnata da difficoltà scolastiche e sociali: per questo è importante creare la giusta sensibilizzazione sulla situazione anche per essere davvero d’aiuto ai bambini e alle famiglie.

Spesso, anche se con minor frequenza, altri disturbi si associano alla sindrome di Tourette: disturbi d’ansia generalizzata, fobie, attacchi di panico. Inoltre disturbi dell’umore di tipo depressivo o di tipo maniaco-depressivo. Il riconoscimento precoce della sindrome può aiutare a ridurre i rischi di creare difficoltà nello sviluppo futuro del bimbo.

Come si cura la malattia di Tourette?

La cura della sindrome di Tourette è spesso delicata e complessa e va affidata agli esperti, per un inquadramento completo delle opportunità terapeutiche e per la scelta del trattamento più indicato caso per caso. Esistono infatti farmaci che possono ridurre l’intensità dei tic o addirittura eliminarli. Tuttavia, queste medicine possono avere degli effetti collaterali che possono interferire negativamente su altri aspetti del disturbo.

Per questo le terapie farmacologiche vanno gestite con grande attenzione, così come è importante, ricordare l’importanza di agire anche su altri aspetti della vita della persona: in particolare sulle abilità sociali, ma in vari momenti della vita ci possono essere altre priorità, come quelle relative a difficoltà di partecipazione all’apprendimento scolastico.

Fondamentale è parlarne con gli esperti in caso di sospetto, per giungere ad una diagnosi che eviti di far confondere la sindrome con atri quadri. In generale, comunque, la complessità della sindrome impone un intervento energico e multidisciplinare. Al pediatra debba affiancarsi, in età scolastica, il neuropsichiatra infantile, con il neurologo che si occuperà della terapia e del perfezionamento diagnostico in età adulta, chiedendo via via supporto ai professionisti necessari.

Cosa è la coprolalia?

Capita a tutti di adirarsi. E si può andare incontro all’emissione di parole non propriamente da educande che in qualche modo non sembrano far parte della personalità del singolo. Però, appunto, in questi casi un linguaggio sboccato ci può stare. Perché è la rabbia a guidare le reazioni. La situazione cambia quando invece non ci sarebbe alcun motivo di lasciarsi andare a parolacce e queste diventano una sorta di litania che si ripete senza che ce ne sia alcuna motivazione.

Ecco, in questi casi si parla di coprolalia. Perché le parolacce escono gratuitamente senza alcun motivo, e senza che ci siano periodi di sosta nella giornata. Semplicemente la persona sembra essere isolata emotivamente dal contesto che sta vivendo. E quindi si comporta in modo strano, lasciando andare a parolacce che non hanno significato in quel momento, ma diventano un cantilenare occasionale che accompagna la giornata.

Coprolalia e sindrome di Tourette: qual è il legame?

La coprolalia, in quanto segno, può diventare quindi come una sorta di tic. Esistono infatti tic diversi: c’è chi stringe gli occhi, chi alza le spalle, chi magari si tocca i capelli. Quando però questi movimenti assumono particolari caratteristiche e soprattutto si associano ad altre condizioni, si può pensare anche alla sindrome di Tourette, che va sempre riconosciuta dal medico.

In particolare, i classici tic possono far parte di movimenti fuori controllo dei diversi gruppi muscolari. Si va quindi da smorfie del viso o di una parte del viso fino a improvvise “scosse” delle spalle, a movimenti di torsione delle mani strette fra loro o che fanno pensare che la persona faccia un immaginario disegno. In alcuni casi si può anche picchiettare con le dita su un oggetto, senza apparente motivo. In qualche caso c’è una tendenza a mettersi ad annusare le persone oppure, più spesso, a toccarle.

I tic vocali possono essere in forma di grugniti, di colpi di tosse. In certi casi poi si ripetono parole o la parte terminale di parole dette da altri, come in un gioco, oppure si arriva proprio a dire brutte parole. È questo che fa sì che la coprolalia venga associata a questa condizione, che peraltro può avere segni e sintomi di gravità a peso diverso.

Come affrontare sindrome di Tourette e coprolalia

Per trattare la coprolalia occorre un approccio specifico, anche quando si presenta in soggetti che soffrono di sindrome di Tourette, quadro che si associa a volte con un disturbo ossessivo-compulsivo: chi ne soffre può essere più aggressivo o avere una vera e propria mania per le simmetrie con compulsioni a toccare, a mettere in ordine, a controllare.

Visto che, come detto, il quadro si manifesta soprattutto nei giovanissimi occorre ricordare che il controllo degli specialisti è fondamentale, anche per mettere in atto le risposte terapeutiche più indicate caso per caso. La complessità dei disturbi che si associano, e in gran parte dei casi fanno parte, nella sindrome di Tourette rende la loro cura spesso delicata e complessa. Ma soprattutto occorre identificare la condizione, in presenza di coprolalia e non solo, e studiarla. Conoscere quanto accade è fondamentale in chiave di cura.

Come nascono i tic

La testa si piega su un lato, gli occhi si strizzano come se ci fosse un fastidioso granello di polvere, le spalle si inarcano, l’angolo della bocca si contrae. Tanti sono i modi di manifestare i tic, quei movimenti involontari che portano a ripetere centinaia di volte al giorno uno stesso atto. Il fenomeno appare estremamente diffuso nei bambini: secondo una ricerca condotta in Spagna su oltre 1000 bambini, pubblicata qualche tempo fa su Pediatric Neurology, il 17 per cento dei bambini soffrirebbe di queste attività ingestibili.

La percentuale preoccupa, pur se esistono altre stime dei tic secondo le quali questi interesserebbero meno del cinque per cento dei più piccoli.  A soffrire di questa situazione sono soprattutto i maschietti. E l’età a rischio si aggira intorno ai 6-7 anni. Il fatto che le manifestazioni riguardino soprattutto i maschietti può essere legato ad una minor estrinsecazione dei loro problemi rispetto alle bambine, che invece tendono ad essere in queste età meno esposte allo stress. Nei bimbi spesso l’ansia viene invece “gestita” sotto forma di ammiccamenti, sospiri, strani versi con la bocca o magari qualche colpo di tosse apparentemente inspiegabile.

Bambini e tic, come affrontarli in modo corretto

Per fronteggiare la situazione legata ai tic, non occorrono punizioni e reprimende, ma soprattutto distrazione e forza di volontà da parte del piccolo. Quando il bambino pensa ad altro, gioca e si diverte, i tic spariscono anche per diverse ore. E lo stesso accade quando il suo autocontrollo si concentra sul movimento che lo infastidisce. Ad esempio, a scuola, durante il colloquio con gli amici e la maestra, il bambino può arrivare ad “annullare” temporaneamente la contrazione muscolare.

Del tutto sbagliati sono invece il rimprovero o peggio, la presa in giro. Il tic è una reazione d’ansia, e quindi questi movimenti non sono altro che un mezzo autonomo del corpo per scaricare la tensione – fa notare lo studioso. Rimproveri e proibizione non fanno altro che accrescere lo stato di stress, e quindi rendono il tic più intenso.

Va comunque detto che in genere ammiccamenti e spallucce sono destinati a passare da soli verso i dieci – undici anni, magari perché l’adolescente può imparare a comprendere e sfogare meglio le ansie che hanno condotto ai tic. È anche per questo che gli adulti che soffrono di tic sono molto meno frequenti, pur se questo non significa che il fenomeno sia assente tra i più grandi.

Come riconoscere i tic?

  • Tic motori semplici: ammiccare, girare gli occhi, aprire la bocca, tossicchiare, fare spallucce, chiudere il pugno.
  • Tic motori complessi: saltare, toccare, odorare, scrollare il capo, imitare spasmodicamente, battere le dita,
  • Tic sonori semplici: schiarire la gola, grugnire, odorare rumorosamente, inspirare come il cavallo, emettere suoni gutturali, imitare il ronzio degli insetti
  • Tic sonori complessi: cantare, fischiare, dire cose volgari, ripetere parole altrui, ripetere una frase a velocità crescente.

Fonti bibliografiche

Sindrome di Tourette, ISSalute

Sindrome di Tourette e tic nei bambini, Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva

Cos’è la sindrome di Tourette?, Tourette Roma onlus