Linfodrenaggio manuale: cos’è, a cosa serve e tecnica

In cosa consiste il linfodrenaggio manuale, a cosa serve, quali benefici apporta e come si esegue

Foto di Elisa Cappelli

Elisa Cappelli

Esperta di fitness

Laureata in Filosofia e Master in Giornalismo Internazionale LUISS. Trainer certificata CONI e FIF (Mat base e avanzato). Studia Anatomy in Motion (Gary Ward) e Qi gong.

Cos’è

L’ideazione del linfodrenaggio manuale si deve al kinesiterapista danese Emil Vodder che, all’ inizio del 1929, si trasferì con sua moglie Estrid a Cannes dove istituì un centro terapeutico. In questo luogo Vodder andava a trattare patologie da raffreddamento, come sinusiti o problemi ai seni paranasali. A quei tempi il sistema linfatico era ancora poco considerato, ma Vodder aveva compreso quanto importante fosse e decise di dedicarsi allo studio di testi in latino come “Vasa Lymphatica” di Thomas Bartholin, in cui si descriveva in modo completo e assolutamente inedito il sistema linfatico. Vodder si avvicinò all’importanza del lavoro di depurazione tissutale e mise a punto una tecnica di massaggio per drenare e far fluire.

Nel 1936 a Parigi, in occasione di un convegno per estetiste, fu presentato “Santè et Beauté” e risale a quest’anno la creazione del termine “Linfodrenaggio manuale secondo il Dr. Vodder”. Da allora il metodo fece il giro del mondo e Vodder, insieme ai coniugi Wittlinger, nel 1970 fondò la Dr. Vodder Schule a Walchsee in Austria, ancora oggi attiva e in ricerca continua. Il corpo, prima del trattamento, di porta in uno stato di rilassamento globale e, una volta avvenuta la sessione, si lascia ulteriormente a riposare per almeno 10 o 15 minuti, in modo da trarre il massimo beneficio dal massaggio. La tecnica, quando ben eseguita, non procura dolore e non arreca eccessivo rossore.

Vodder per primo comprese quanto importante fosse il sistema circolatorio linfatico che ha il compito di trasportare liquidi e proteine dagli spazi presenti tra le cellule verso il cuore. Il sistema immunitario, poi, ci “difende”, determina la nostra salute immunitaria e ci protegge da aggressioni esterne. Vodder aveva compreso che, attraverso manovre non troppo pesanti, il sistema linfatico andava a migliorare sensibilmente e portava tutto il corpo ad espellere tossine in modo efficiente e armonico. La sicurezza del terapeuta risulta fondamentale e la dimestichezza con le giuste pressioni si conquista nel tempo.

Come funziona

Il linfodrenaggio manuale viene anche chiamato LDM e spesso viene usato per il trattamento degli edemi, specie quelli formatisi in seguito ad asportazione dei linfonodi, come nel caso dell’edema dell’arto superiore dopo mastectomia. Il suo effetto positivo si riscontra anche a livello del sistema neurovegetativo, in particolare sul sistema parasimpatico, la parte del sistema nervoso centrale adibita al rilassamento e alla digestione e quindi il trattamento genera inibizione del tono muscolare e un miglioramento del trofismo tessutale.

Il terapeuta inizia il trattamento facendo stendere il paziente sul lettino e facendolo rilassare. Prosegue poi con un intervento sulle stazioni linfonodali principali, a livello del collo, e si sposta poi sulle varie stazioni linfatiche collegate alla zona dolente del paziente o comunque quella che deve essere trattata: per esempio, se si tratta di edemi agli arti superiori, il terapeuta si direziona verso i cavi ascellari mentre si concentra sull’inguine e sull’addome se l’edema concerne gli arti inferiori.

Il terapeuta passa poi alle vere e proprie manovre che non vanno assolutamente svolte in modo pesante. Con i polpastrelli si svolge una determinata pressione e movimenti che vengono svolti con una certa velocità vanno a dare beneficio a tutto il sistema linfatico e permettono alla linfa di scorrere meglio. La pelle viene spostata nelle due direzioni trasversale e longitudinale e si uniscono anche modelli di movimento di sfioramento, compressione ed elevazione delle estremità al fine di favorire il deflusso linfatico.

Secondo il sistema tecnico originale Vodder vengono eseguiti leggeri sfioramenti sulla pelle, in direzione centripeta, dalla periferia verso il centro del tronco, in modo di aiutare la linfa nel suo percorso di ritorno. A coronare la tecnica ci sono tecniche di pompaggio e di svuotamento in relazione alle zone in cui si raccoglie la linfa. Oltre al pompaggio ci sono anche movimenti a cerchi fermi, movimenti erogatori e movimenti rotatori leggeri.

Benefici

Il linfodrenaggio manuale si rivela molto utile in diversi casi di natura anche molto diversa. Risulta infatti molto utile sia nel caso di edemi primari e secondari dovuti a interventi oncologici e flebologici, ma anche nel trattamento di problemi collegati alla ritenzione idrica o alla cellulite. Utile in caso di linfedema e alterazioni circolatorie, il linfodrenaggio manuale ha ottimi risvolti anche per coloro che soffrono di pesantezza alle gambe, che sono in sovrappeso o che manifestano gonfiore addominale.

Trattamento ottimo anche per coloro che si preparano ad avere un bambino o per coloro che hanno appena portato a compimento un parto e vogliono riprendere il tono muscolare e la compattezza connettivale in modo naturale ed efficace. Il linfodrenaggio si rivela utile anche in caso di cefalee, emicranie, disturbi lombari e mal di schiena generico in quanto, se svolto nel modo corretto, apporta molto sangue, calore e ossigeno a grandi aree del tessuto connettivale.

Il metodo va usato con cautela in determinati casi quali infiammazioni acute, infezioni, trombosi venosa profonda, tromboflebiti, casi di insufficienza cardiaca, bronchiti acute, problemi gravi a carico dei reni o del fegato. Anche nel caso di tumori maligni non curati ci si deve necessariamente astenere dal trattamento.