Ictus cerebrale, i consigli per prevenirlo e le regole per curarlo al meglio

Fino a 8 casi su 10 di ictus potrebbero essere evitati con la giusta prevenzione. Cosa fare in caso di comparsa improvvisa dei sintomi

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Fate attenzione agli stili di vita. E se compaiono i segnali d’allarme che indicano una sofferenza del cervello, non perdete un minuto a chiamare i soccorsi perché “Time is Brain”, ovvero il tempo è cervello. Quanto più si ritarda l’intervento che può ridare sangue alla zona del cervello che non ne ha a sufficienza, tanto più migliora la prognosi a distanza della lesione.

L’informazione e la prevenzione sono le prime e più importanti armi per prevenire l’ictus, come ricorda A.L.I.Ce. Italia Odv (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale), in occasione della Giornata Mondiale dedicata al tema del 29 ottobre.

Attenzione alla prevenzione

Fino a otto casi su dieci di ictus potrebbero essere evitati con la giusta prevenzione. Occorre  controllare periodicamente la pressione arteriosa, i valori di glicemia e colesterolemia, verificare l’eventuale presenza di fibrillazione atriale, astenersi dal fumo, non eccedere con il consumo di alcolici, seguire la dieta mediterranea (ridurre il sale nei cibi ed evitare una dieta eccessivamente ricca di grassi di origine animale come i derivati del latte, carni grasse, salumi), svolgere regolare attività fisica (è sufficiente praticare abitualmente un moderato esercizio fisico, come camminare, fare le scale, ballare, andare in bicicletta o in piscina).

Per chi ha già dovuto fare i contri con questa lesione, con esiti più o meno invalidanti,, deve poi ricordare di effettuare almeno due volte l’anno le visite di controllo programmate sia dal neurologo che da altri eventuali specialisti, come ad esempio il cardiologo ed eseguire i controlli previsti.

Perché la rapidità è cruciale

Se si affronta entro le prime tre-quattro ore dall’inizio dei sintomi, arrivando presto in ospedale, l’ictus può essere trattato in modo efficace. Per le cure urgenti occorre riconoscere le cause della carenza di sangue ad una determinata area del cervello e quindi si possono mettere in atto le cure più efficaci e monitorare la situazione al meglio, all’interno di strutture dedicate che si chiamano “Stroke Units”.

Come per il cuore dopo un infarto esistono le unità coronariche, così per il cervello ci sono queste sale in cui si seguono attimo per attimo la situazione generale e la salute degli organi principali. Il soccorso rapido è fondamentale. Pur essendo disponibile una terapia efficace contro l’ictus ischemico (si basa sul trattamento con farmaci che favoriscono lo scioglimento del grumo di sangue che ostruisce il passaggio del sangue all’interno delle arterie) ed essendo in corso studi per la valutazione della efficacia di altre terapie (nuovi farmaci, ultrasuoni, trombolisi localizzata loco-regionale), tutti questi interventi necessitano di essere effettuati in tempi brevi, tanto da parlare di una patologia “tempo-dipendente”.

Non tutti gli attacchi sono uguali

Non abbiamo per caso parlato di ictus ischemico, perché gli ictus possono avere origine diversa. La lesione può infatti essere causata in primo luogo dalla chiusura di un vaso arterioso e in questo caso si parla di ictus ischemico: più o meno le lesioni cerebrali hanno questa origine in quattro casi su cinque.

Possono essere coinvolti tanto le grandi arterie, come ad esempio le carotidi, così come i piccoli condotti che scorrono all’interno del cranio e irrorano specifiche zone del cervello. A causare questo fenomeno possono essere trombi presenti sulla parete dei vasi o emboli trasportati dal flusso sanguigno.

L’ictus emorragico, invece si manifesta in circa il 15 per cento dei casi ed è legato alla rottura delle pareti di un arteria che quindi perde sangue e va a comprimere il tessuto cerebrale. Tra le cause possono esserci un drastico aumento della pressione, che porta i vasi a rompersi, oppure la rottura di un aneurisma, cioè di una dilatazione patologica della parete arteriosa spesso nemmeno percepibili.

Ci sono poi casi in cui si creano le cosiddette emorragie subaracnoidee, con il sangue che si accumula tra il cervello e il suo rivestimento esterno. In questi casi, quasi sempre legati alla rottura di un aneurisma, ci sono segni abbastanza tipici come fastidio alla luce, un fortissimo mal di testa con vomito, in molti malati anche perdita di coscienza.

Non bisogna infine dimenticare che, come accade per il cuore in caso di angina, possono esserci temporanee carenze di sangue al cervello che non arrivano a causare danni permanenti me debbono comunque essere riconosciute precocemente, per capire come si può anticipare il vero e proprio ictus. Si chiamano attacchi ischemici transitori (TIA), e rappresentano segnali d’allarme perché possono provocare disturbi del tutto simili a quelli dell’ictus, che magari durano solo per pochi minuti.

Chiamate i soccorsi in caso di comparsa improvvisa di sintomi e segni come:

– perdita di forza di un braccio, di una mano,  di una gamba o di un piede.

– assenza di sensibilità e formicolii inspiegabili, soprattutto se interessa solo un lato del corpo.

– calo improvviso della vista, con visione annebbiata, soprattutto se interessa solamente una metà del campo visivo.

– difficoltà a parlare normalmente, perché non trovate le parole o vi dicono che non riuscite a parlare bene.

– perdita dell’equilibrio, difficoltà a muovere normalmente braccia e gambe e assoluta mancanza di coordinazione.