Epatite fulminante: cos’è e i sintomi della malattia che ha colpito Sara Anzanello

Scopriamo cos'è l'epatite fulminante, la malattia che ha ucciso Sara Anzanello, la campionessa di volley morta a soli 38 anni

Epatite fulminante: è questa la malattia, terribile e letale, che ha colpito Sara Anzanello, spezzando, a soli 38 anni, la vita della campionessa di volley.

Erano cinque anni che la sportiva combatteva contro la patologia contratta in Azerbaigian dividendosi fra gli ospedali e il campo di pallavolo, dove era tornata, coraggiosamente, dopo un trapianto di fegato. L’epatite fulminante però non le ha lasciato scampo e Sara Anzanello alla fine si è spenta, lasciandoci in eredità un ultimo messaggio pieno di speranza e amore.

L’epatite fulminante che ha stroncato la vita della campionessa è una malattia molo grave del fegato, che provoca una necrosi delle cellule, gli epatociti, compromettendo la funzionalità di quest’organo. La malattia si presenta inizialmente con un’insufficienza epatica, caratterizzata da ittero, in seguito subentrano coagulopatia ed encefalopatia, sino al coma e alla morte.

Quali sono le cause dell’epatite fulminante? A determinarla possono essere alcuni virus epatici, come l’HAV, HBV, l’Herpevirus e l’HEV, ma anche l’intossicazione di alcuni medicinali. È il caso del paracetamolo che, se assunto in dosi elevate, può provocare questa condizione clinica. Fra le cause della patologia troviamo anche l’abuso di alcolici l’uso di droghe, come l’ecstasy e la cocaina, tossine di origine vegetale, come ad esempio i funghi, oppure solventi industriali.

Negli ultimi anni gli studiosi hanno individuato un collegamento dell’epatite fulminante con l’uso di prodotti di erboristeria che contengono principi attivi non purificati, associati a farmaci comuni. Infine sono più a rischio coloro che soffrono di Morbo di Wilson, Sindrome di Budd-Chiari, steatosi acuta gravidica, Sindrome di Reye e ipertermia.

I sintomi si manifestano circa 10 giorni dopo l’ittero e sono caratterizzati da alterazione psicomotoria, difficoltà nel linguaggio, cambiamenti repentini d’umore e confusione mentale. Poco dopo si manifestano anche nausea, vomito, febbre e iperventilazione.

L’epatite fulminante ha un alto tasso di mortalità e ad oggi non esistono trattamenti efficaci. Il più delle volte i medici preferiscono optare per il trapianto di fegato, considerato l’unica strada possibile, oppure per l’uso di un fegato bioartificiale per consentire un recupero, seppure parziale, delle funzionalità epatiche.