Epatite D: sintomi, diagnosi, terapie, cause e cure

L’epatite D è una patologia infettiva che colpisce il fegato causata dal virus HDV, un virus detto difettivo perché si genera solo in presenza del virus dell’epatite B.

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Redazione

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L’epatite D (dove D sta per Delta) è un’infezione del fegato diffusa fra le popolazioni e nelle aree geografiche dove le condizioni igieniche sono precarie.

Dell’epatite D si conoscono tre differenti genotipi di cui il genotipo I è il più diffuso, si trasmette attraverso il contatto con sangue infetto.

Sintomi dell’Epatite D
I sintomi dell’epatite D possono manifestarsi dopo settimane o addirittura mesi da quando si ha contratto il virus e sono simili a quelli dell’epatite B, ovvero: stanchezza, malessere generalizzato, febbre, urine scure, mancanza di appetito, nausea, vomito, dolori addominali, dolori articolari, ittero.

Cause dell’epatite D
Il contagio può prevedere che si sviluppino simultaneamente epatite B e D oppure che HDV colpisca una persona che ha già contratto infezione da HBV.  La trasmissione del virus può avvenire attraverso il contatto con sangue infetto, per esempio nel caso di trasfusioni, trapianti di organi, donazioni di sangue, uso di aghi od oggetti in cui è presente sangue contagiato (si pensi a strumenti chirurgici, spazzolini da denti, forbici per unghie, accessori per tatuaggi e piercing), ma anche attraverso rapporti sessuali. Una madre infetta può inoltre trasmettere il virus al neonato.

Epatite D, diagnosi e terapia
L’epatite D viene diagnosticata attraverso le analisi del sangue. Sfortunatamente nella maggior parte dei casi (circa il 90%) l’infezione da HDV tende a diventare cronica. L’epatite D può essere curata con dei farmaci (in particolare con l’interferone), ma non sempre il trattamento farmacologico si rivela risolutivo.

Epatite D, la prevenzione
Non esiste uno specifico vaccino per l’epatite D, ma si ricorre a quello per l’epatite B dal momento che le due malattie sono strettamente correlate. Oltre al vaccino, si può prevenire il contagio evitando rapporti sessuali con persone a rischio o facendo sesso protetto. Fare attenzione a che tagli e ferite siano esposte, evitare di donare sangue e sperma se si è infetti, non scambiare aghi e oggetti per la cura personale con altri, informare il partner in caso di contagio. Le persone che vanno in Paesi dove l’epatite B e D sono molto diffuse devono vaccinarsi, così come il personale medico esposto a rischio d’infezione.