Pillole di Salute

L’effetto placebo col vaccino Covid 19

di Federico Mereta

L’effetto placebo è stato estremamente studiato dal punto di vista scientifico e anche se ci può sembrare impossibile a volte una sostanza del tutto inerme può avere effetti sull’organismo. E le prove sono molteplici e in tante varie condizioni. Ad esempio può aiutare ad abbassare la pressione, può aiutare a sentirsi meglio chi soffre di depressione, addirittura può aiutare a cicatrizzare i disturbi di chi soffre di ulcera nello stomaco.

Cos’è l’effetto placebo

Il placebo, per quanto sia ancora una realtà misteriosa, è una sorta di trattamento di confronto che si fa in molti studi clinici, legato all’introduzione nel corpo di composti che non hanno alcuna azione dal punto di vista farmacologico. Questa realtà è così complessa che per certe persone conta anche la via di somministrazione di questo “nulla”.

Uno studio di qualche tempo fa, condotto dall’Università di Harward, dice che la via di somministrazione del placebo potrebbe avere effetti sull’efficacia del trattamento. Gli studiosi hanno osservato una popolazione di persone con dolore cronico alle braccia e hanno verificato, che pur trattandosi sempre di una sostanza inerte, quando si facevano delle micro iniezioni con aghi c’era un effetto più significativo di quanto accadeva nel somministrare una compressa, sempre di placebo, nel lenire il dolore.

L’esperto che ha condotto lo studio pensa che la spiegazione di questo effetto sia da attribuire all’utilizzo dell’ago che quindi verrebbe percepito dal paziente come un indice di maggiore attenzione del curante.

Cos’è l’effetto nocebo

Ma pensate che oltre ad esserci il placebo, c’è anche il nocebo, ossia una sostanza che pur essendo neutra potrebbe determinare effetti collaterali inspiegabili. Tralasciando quanto avviene con la vaccinazione per Covid-19, uno studio di qualche tempo fa prendeva in esame gli studi condotti con le statine, ossia i medicinali usati più frequentemente per abbassare il colesterolo in confronto al placebo. Tra il 4 e il 26% dei soggetti sottoposti a trattamento con un principio inerte ha dovuto lasciare la ricerca perché ha provato degli effetti indesiderati legati al farmaco che neppure aveva assunto.

In conclusione, in molti casi per noi basta entrare nell’idea che si stanno attuando delle cure per avere miglioramenti che in alcune patologie possono essere interessanti.