Celiachia: cos’è, sintomi e dieta

I sintomi della celiachia possono manifestarsi a qualsiasi età. L’esperta spiega come riconoscerla e quale regime alimentare seguire.

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Antonella Lobraico

Editor specializzata in Salute & Benessere

Specializzata nella comunicazione online, ha collaborato con testate giornalistiche, uffici stampa, redazioni tv, case editrici e agenzie web in progetti su Salute e Benessere.

La celiachia è una patologia permanente provocata da una reazione autoimmune al glutine in soggetti predisposti geneticamente. Colpisce circa l’1% della popolazione a livello mondiale (in prevalenza donne) e rappresenta la più frequente intolleranza alimentare. I sintomi della celiachia, anche importanti, possono manifestarsi a qualsiasi età. Una volta diagnosticata, è necessario porre attenzione all’alimentazione.

Nello specifico, il glutine è un complesso proteico presente in alcuni cereali tra cui grano, segale, orzo. Si trova all’interno di alimenti come:

  • pasta/pane/pizza;
  • snack di vario tipo;
  • pesce e carne con impanatura;
  • cibi pronti;
  • gelati;
  • salse;
  • birra.

Se ingerito dai soggetti celiaci anche in piccole quantità, può provocare una risposta infiammatoria da parte del sistema immunitario a livello di intestino tenue, quindi un’infiammazione cronica che ne danneggia i tessuti, causando la scomparsa dei villi intestinali. Questi ultimi ricoprono la superficie intestinale e sono essenziali ai fini dell’assorbimento dei nutrienti, che però in questo caso viene compromesso.

Negli ultimi anni, l’attenzione nei confronti della celiachia è andata via via crescendo. Difatti, è possibile reperire con grande facilità prodotti alimentari senza glutine, recandosi anche solo al supermercato. E se ci si vuole divertire con ricette originali, rigorosamente gluten free, in rete non mancano tantissimi spunti per preparare portate gustose e salutari.

Con il supporto della dottoressa Laura Giori, Biologa Nutrizionista, vediamo che cos’è la celiachia, quali sono i sintomi e le complicazioni, quale dieta seguire.

Cos’è la celiachia

«La celiachia è un’infiammazione cronica dell’intestino tenue. La sua comparsa è caratterizzata dall’ingestione di glutine che genera una risposta immunitaria in un soggetto geneticamente predisposto. A giocare un ruolo chiave nello sviluppo della celiachia, ci possono essere anche altri fattori oltre alla predisposizione genetica, tra cui lo stress e le infezioni intestinali», spiega l’esperta.

Sintomi della celiachia

Con un esordio che può presentarsi già nell’infanzia, in corrispondenza dell’introduzione dei cereali nel regime dietetico, la celiachia non si presenta con sintomi o manifestazioni specifiche. La celiachia è caratterizzata infatti da un quadro clinico molto variabile. I soggetti celiaci possono essere sintomatici o asintomatici, ma a livello intestinale entrambi presentano lesioni intestinali della mucosa.

Negli adulti

«I sintomi caratteristici della celiachia negli adulti sono principalmente:

Nei bambini

«Per quanto riguarda i bambini, la celiachia, può presentare gli stessi sintomi degli adulti; in questo caso però, il malassorbimento dei nutrienti può alterare la curva di sviluppo infantile comportando:

  • un rallentamento della crescita e dello sviluppo puberale;
  • una statura ridotta;
  • l’essere sottopeso;
  • uno sviluppo incompleto o una riduzione dello smalto dentale;
  • il manifestarsi del rachitismo, ovvero una patologia causata da una ridotta mineralizzazione delle ossa che le rende più fragili;
  • la letargia, cioè un senso di costante sonnolenza, accompagnata dalla mancanza di energie e da profonda spossatezza».

Sintomi atipici della celiachia

«La celiachia, si può manifestare anche in forme atipiche, con disturbi extra-intestinali che ne rendono difficile l’identificazione, quali ad esempio:

  • forte e persistente stanchezza;
  • difficoltà di concentrazione;
  • anemia;
  • consistente e diffusa perdita di capelli;
  • ripetute ulcere e afte alla bocca;
  • ricorrenti dolori addominali;
  • frequenti episodi di vomito;
  • cefalea;
  • disfunzioni del ciclo mestruale, infertilità o aborti;
  • intorpidimento e sensazione di formicolio agli arti periferici (mani e piedi), con progressiva perdita della capacità di coordinare i muscoli e la loro attività;
  • dermatite», evidenzia la dottoressa Giori.

Proprio in virtù della variabilità del quadro clinico, è bene non trascurare questi segnali e parlare con il proprio medico nel caso in cui si abbiano dei sospetti.

Cause della celiachia

«Le cause della celiachia non sono ancora del tutto chiare, ma si pensa ad una coesistenza di più fattori fra cui:

  • predisposizione genetica e familiarità, soprattutto in primo grado di parentela (genitori, figli, fratelli e sorelle), in quanto alcune variazioni dei geni coinvolti nello sviluppo della malattia possono essere trasmesse ai propri discendenti;
  • fattori ambientali, come ad esempio infezioni dell’apparato digerente (rotavirus etc.);
  • malattie autoimmuni (come diabete, malattie della tiroide etc…)»

Diagnosi

Accanto ai casi accertati di celiachia ce ne sono ancora tanti non diagnosticati, ma che presentano i disturbi (di cui sopra) che è bene non sottovalutare. Una diagnosi precoce, è infatti utile per intraprendere il prima possibile una dieta che comprenda alimenti senza glutine e ad evitare possibili complicazioni.

La celiachia viene diagnosticata a seguito di diversi esami prescritti dal medico di base o dal pediatra che ne sospettano la presenza, dopo aver ascoltato la storia del paziente, i sintomi, ed aver effettuato un esame obiettivo. Per la diagnosi della celiachia si eseguono le analisi del sangue per determinare il livello di specifici anticorpi, ovvero gli anti-transglutaminasi (anti-tTG), gli anti-edomisio (EMA) di classe IgA, gli IgA titali.

Segue la biopsia della mucosa duodenale, un esame invasivo in cui ne viene prelevato ed analizzato un campione. Nello specifico, viene inserito nella bocca del paziente l’endoscopio (un tubo sottile con telecamera) facendolo giungere nell’intestino tenue. Ai fini di una corretta diagnosi, gli esami devono essere svolti seguendo un’alimentazione che preveda il consumo di alimenti contenenti glutine.

È altrettanto importante effettuare esami di screening nei soggetti che hanno familiari di primo grado con una diagnosi di celiachia o di malattie autoimmuni e in presenza di sintomi caratteristici di questa malattia.

Complicazioni della celiachia

«Una mancata o tardiva diagnosi e il consumo prolungato di alimenti contenenti glutine nei celiaci può portare a diverse complicanze, tra cui:

  • tumori e patologie intestinali: aumenta il rischio, anche con l’avanzare dell’età, di sviluppare neoplasie come il carcinoma intestinale, la digiuno-ileite ulcerativa, etc..
  • malattie a carico del sistema nervoso centrale e periferico, dell’apparato cardiocircolatorio, del sistema endocrino, malattie del fegato e della cute;
  • atrofia della milza e riduzione del suo funzionamento, con una maggior predisposizione a contrarre infezioni;
  • intolleranza al lattosio;
  • persistenza dei sintomi: in meno dell’1% dei casi la sintomatologia e l’infiammazione non si risolvono anche dopo aver eliminato il glutine dalla propria alimentazione».

Inoltre, i soggetti celiaci possono sviluppare con maggiore frequenza malattie autoimmuni, come la tiroidite, il diabete di tipo 1. In alcuni pazienti, il glutine può portare a una reazione a livello cutaneo piuttosto che di mucosa intestinale: in questo caso si parla di dermatite erpetiforme e si manifesta con vescicole che procurano prurito.

Cosa non mangiare

Una volta ricevuta la diagnosi, è giusto chiedersi quali siano gli alimenti da preferire e quelli che invece è bene evitare. Non a caso, l’unica terapia possibile per far fronte a questa patologia consiste nel seguire un regime alimentare ad hoc che escluda innanzitutto tutti i cibi contenenti glutine. In questo modo è possibile evitare che i disturbi tipici facciano la loro comparsa e soprattutto, che si manifestino gravi complicazioni.

«Sicuramente da eliminare sono tutti quei alimenti che contengono naturalmente glutine, come ad esempio frumento, sorgo, orzo, farro, kamut. Al bando anche i prodotti industriali e già confezionati che non garantiscono l’esclusione del glutine in etichetta» specifica l’esperta.

Se infatti alcuni cibi sono noti per la presenza di glutine all’interno, altri invece possono essere considerati come “insospettabili”. D’altro canto il glutine può essere utilizzato anche come addensante e può dunque trovarsi nella maionese, nella salsa di pomodoro e in quella di soia, in sughi, condimenti, nei dadi, come anche nel prosciutto. Che dire poi dei dolci confezionati, dove il glutine può essere presente come additivo. Come fare quindi? Il consiglio è di leggere attentamente le etichette e acquistare prodotti che riportino la scritta “glutee free”.

Per aiutare la persona celiaca (ma anche i professionisti della salute o i ristoratori che vogliano offrire dei pasti senza glutine) a valutare l’idoneità degli alimenti con la propria dieta, poi, l’Associazione Italiana Celiachia ha messo a punto l’ABC della dieta dei celiaci, una classificazione che indica se l’alimento sia idoneo, a rischio oppure vietato.

In aggiunta, i soggetti celiaci si trovano a fare i conti con l’acquisto di alimenti “sostitutivi” a pane e pasta, dunque non contenenti glutine, ma altri ingredienti. Sono spesso più costosi, ma lo Stato prevede una forma assistenziale, ovvero dei buoni mensili con cui è possibile acquistarne gratuitamente alcuni.

Dieta in caso di celiachia

«La dieta senza glutine è l’unica terapia disponibile per la celiachia e va eseguita con rigore per tutta la vita. Un regime alimentare ideale per i soggetti celiaci comprende alimenti naturalmente privi di glutine, come riso, quinoa, grano saraceno, miglio, amaranto. Vanno bene anche cibi appartenenti a categorie alimentari non a rischio per i celiaci, in quanto nel corso del loro processo produttivo non sussiste il rischio di contaminazione. Alcuni esempi sono carne e pesce freschi o congelati, non miscelati con altri ingredienti», conclude l’esperta.

La celiachia dunque, può presentarsi in qualsiasi momento della vita. Non sottovalutare la sintomatologia aiuta a sospettarne la presenza e a rivolgersi al proprio medico per indagare a fondo.

La diagnosi di celiachia comporta poi un’attenzione maggiore nei confronti degli alimenti da acquistare e portare in tavola, ma anche a quelli da consumare fuori casa. Uno dei pericoli principali è rappresentato proprio dalla possibile “contaminazione” dell’alimento: ecco perché è bene leggere attentamente il menu e chiedere all’esercente gli ingredienti che compongono la portata.

Inoltre, per essere certi di assumere tutti i nutrienti necessari e di non consumare cibi anche solo contaminati dal glutine, è bene rivolgersi ad uno specialista che potrà preparare un regime alimentare idoneo e personalizzato.

Fonti bibliografiche