Colon irritabile: sintomi, cure e cosa mangiare

La sindrome del colon irritabile è un comune disturbo gastrointestinale che può compromettere in modo significativo la qualità di vita

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Roberta Martinoli

Medico Nutrizionista

Dopo una Laurea in Scienze Agrarie e un Dottorato di Ricerca in Fisiologia dei Distretti Corporei, consegue una Laurea in Scienze della Nutrizione Umana e in Medicina e Chirurgia.

Cos’è

La Sindrome del colon irritabile (in inglese Irritable Bowel Syndrome o IBS) è un disturbo funzionale di non facile risoluzione. Cosa si intende per disturbo funzionale? Immaginiamo che una persona, afflitta da importanti e persistenti sintomi gastrointestinali, si rechi da un gastroenterologo. Questi, una volta raccolta l’anamnesi e fatto l’esame obiettivo, prescriverà una serie di indagini di laboratorio e strumentali (test di intolleranza al lattosio, screening per la celiachia, dosaggio della calprotectina fecale, ricerca del sangue occulto nelle feci, esame colturale delle feci, colonoscopia). Qual è il motivo di così tanto zelo? Bisogna in primo luogo escludere la presenza di malattie gravi quali:

  • la celiachia
  • le MICI (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali: morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa)
  • la colite microscopica
  • il cancro del colon-retto

Escluse queste malattie rimane il disturbo funzionale, legato cioè al cattivo funzionamento di un organo che, per tutti gli altri aspetti, risulta apparentemente sano. Fortunatamente di Sindrome dell’intestino irritabile non si muore. Sarà un po’ anche per questo che l’espressione “funzionale” è diventata ambigua e stigmatizzante e il colon irritabile è inquadrato, dalla gran parte dei clinici, come una malattia psicosomatica. La verità è che la Sindrome del colon irritabile sarà anche un disturbo funzionale ma chi soffre di questa condizione arriva a stare veramente male e sa, perché glielo ripetono in continuazione, che non guarirà mai.

I sintomi di questa condizione sono cronici e rappresentano un forte ostacolo allo svolgimento delle normali attività quotidiane con un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti.

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