Cistite interstiziale, come si manifesta e come si affronta

La cistite interstiziale è un'infezione che colpisce maggiormente le donne ed è bene sapere di cosa si tratta e come attenuare gli effetti

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Bruciori, fastidi quando si urina, qualche linea di febbre. Normalmente la cistite, infezione molto diffusa soprattutto nelle donne, si risolve con semplici trattamenti. Ma ci sono forme particolarmente gravi, che provocano anche forti dolori, come ad esempio la cistite interstiziale refrattaria. Questa è legata a un’infiammazione cronica, che tende a peggiorare e quindi impatta pesantemente anche sulla psiche. Può colpire persone di tutte le età, razza e sesso, anche se è più frequente nelle donne, a volte anche in giovane età.

La parete della vescica è più fragile

Non si conoscono con certezza le cause di questo quadro. Si pensa comunque secondo gli ultimi studi, che tutto possa essere collegato a una sorta di “debolezza” progressivamente sempre più grave della parete interna della vescica, quella che sta a contatto con l’urina che si raccoglie in questo naturale contenitore del liquido biologico. In pratica vengono a mancare le strutture protettive, per cui basta che l’urina contenga dei composti potenzialmente “aggressivi” per la parete dell’organo per scatenare un processo infiammatorio. Andando più nello specifico la patologia, conosciuta anche come sindrome del dolore pelvico nasce da uno stato infiammatorio cronico.

Si potrebbe ricondurre a un’alterazione dell’urotelio, il “rivestimento interno” della vescica e del tratto urinario, e del suo strato più superficiale, a sua volta formato da una porzione superficiale di glicosaminoglicani e da una porzione profonda. In condizioni fisiologiche, la barriera impedisce l’adesione all’urotelio degli agenti patogeni. Questa protezione viene a mancare invece se l’urotelio risulta alterato.

La serie di risposte infiammatorie e neurogeniche che ne consegue porta infine ai sintomi tipici della cistite.  Questo poi tende a diventare cronico, provocando quel dolore pelvico continuo che accompagna chi affronta il quadro. Insomma: anche se si parla di cistite, non si verifica la situazione che comunemente porta alla condizione patologica, legata a infezioni batteriche che si possono risolvere con antibiotici specifici. In questa situazione questi farmaci non risultano utili, anche se, soprattutto nelle fasi iniziali, la comune cistite può dare disturbi simili a quelli della forma interstiziale.

Va anche detto che nella donna il dolore è predominante e a volte, il quadro si può accompagnare con altre condizioni apparentemente lontane, come la fibromialgia. Proprio per la sua complessità e l’iniziale sovrapposizione dei sintomi con quelli della cistite, spesso si ricorre inizialmente a esami come l’urinocultura con associato antibiogramma, ovvero a un esame delle urine che permette di individuare i batteri che possono indurre una cistite e magari conoscere anche gli antibiotici che possono risultare utili per affrontarla. Come detto, però, spesso questi come altri esami risultano negativi e la situazione non si corregge.

Per questo occorre andare a “vedere” direttamente la situazione della vescica, come si può fare con specifici esami endoscopici che permettono allo specialista di valutare la situazione ed eventualmente cogliere segni che possono indirizzare la diagnosi. Ovviamente in questo esame si può fare anche un controllo specifico della condizione delle cellule e del livello dell’infiammazione eventualmente presente, con un prelievo mirato che il medico può fare, per poi passarlo al laboratorio per l’analisi specifica che aiuta a indirizzare la diagnosi.

Le cure? Complesse

Ovviamente, visto l’impatto del quadro sull’intero organismo e sul benessere della persona, il medico può proporre una serie di trattamenti che magari possono agire anche sulla sfera psicologica di chi affronta una patologia così “difficile”. In genere si impiegano comunque antinfiammatori oltre ai classici antidolorifici, vista l’intensità e la persistenza del dolore. Poi ci sono le terapie che mirano a correggere i problemi della mucosa vescicale e quindi a migliorare il quadro. Si tratta solo di esempi. Caso per caso il curante può scegliere i trattamenti più idonei da utilizzare.

“Il danno all’urotelio costituisce uno dei bersagli terapeutici del trattamento con acido ialuronico in combinazione con condroitin solfato anche per il trattamento delle cistiti batteriche ricorrenti, un disturbo assai diffuso e con un rilevante impatto economico e sociale anche in assenza di complicanze – spiega Rosanna Tarricone, direttore del CERGAS-Bocconi”. L’acido ialuronico è una sostanza dalle diverse proprietà: oltre all’impiego nella cura della pelle può avere un’importante azione infiammatoria, come nel caso di questo “dolore” femminile.

La cistite, infezione della vescica, interessa soprattutto le donne, in particolare in corso di gravidanza, in caso di diabete o di incontinenza. Fondamentale è soprattutto bere molto, per facilitare il “lavaggio” naturale della vescica prodotto dall’urina rappresenta un’arma difensiva e preventiva molto efficace.  Senza dimenticare che è utile anche creare un ambiente difficile da sopportare per i germi. A questo scopo sono indicate le bevande che permettono di “acidificare” le urine, visto che in ambiente acido i batteri si riproducono con maggior difficoltà. Vanno benissimo le spremute di agrumi, e in particolare di limoni. Ma ecco gli altri consigli per limitare i rischi.

  • Attenzione a caffè, tè, alcol. Un eccesso nel consumo di alcolici e caffeina potrebbe risultare irritante per la parete interna della vescica e quindi facilitare lo sviluppo dei germi.
  • Occhio ai carboidrati. Meglio il consumo di pasta, pane e altri alimenti ricchi di carboidrati, specie la sera, perché possono influire sulla produzione di urina.
  • Le proteine aiutano. Un’alimentazione ricca di proteine favorisce la produzione di urina, aiutando a “pulire” la vescica. Vanno bene pesce, legumi, latte e derivati, uova e carne.
  • I vegetali più indicati. Alcuni vegetali possono favorire il processo di guarigione dalla cistite. Se dovete scegliere, meglio preferire cavolo, porro, cicoria, carciofi e cipolle.
  • Occhio alla moda. Conviene lasciare da parte i jeans e i pantaloni molto aderenti, che possono dare irritazioni alla pelle e quindi far sviluppare germi che possono colonizzare la vescica.
  • Intestino regolare. La regolarità intestinale è un elemento chiave per chi è spesso soggetto a cistiti. Cercate di evitare la stitichezza, facendo anche una regolare attività fisica.