Cheratosi attinica: come si manifesta, chi colpisce e come proteggersi

La cheratosi attinica compare soprattutto dopo i 50 anni e si manifesta con crosticine o squamette nelle zone corporee più fotoesposte

Foto di Federica Tomelleri

Federica Tomelleri

Specialista in Dermatologia e Venereologia

La cheratosi attinica rappresenta una delle lesioni frequentemente osservate nell’ambulatorio dermatologico. L’età più colpita è sicuramente superiore ai cinquant’anni. Infatti queste crosticine sono frutto dell’effetto nocivo dei raggi ultravioletti sul DNA delle cellule cutanee che si accumula nel tempo.

In effetti le sedi maggiormente colpite sono quelle corporee più fotoesposte per l’intera vita che precede la comparsa della cheratosi. In particolare tra queste il cuoio capelluto nei maschi con alopecia androgenetica maschile (calvizie comune). Altre volte possono comparire sul dorso del naso, alla fronte, e sui padiglioni auricolari, dorso superiore e décolleté.

Come si manifesta e terapie

Chi ne soffre vede apparire piccole squamette o crosticine giallastre e spesso con fondo eritematoso e accusa sensazione di dolore puntorio. Lo spessore di queste squamo-croste le rende più o meno pericolose. Per questo dopo la valutazione fatta in ambulatorio con strumenti appositi (dermatoscopio) si sceglie la conseguente terapia in base alla gravità.

Si va infatti dalla semplice sorveglianza clinica con consiglio di visita periodica semestrale dermatologica suggerendo l’uso di un fotoprotettore quotidianamente con azione filtrante ma anche riparatrice preventiva dei danni attinici, al trattamento crioterapico con azoto liquido, fino all’uso di farmaci più moderni e più idonei alle forme più gravi che si adottano per ottenere una stimolazione delle difese immunitarie locali (immunomodulanti) al fine di curare non solo la cheratosi ma anche tutto il potenziale campo di cancerizzazione
che circonda la cheratosi stessa. Non ultima la terapia fotodinamica(PDT) che consiste nel sottoporre le aree francamente attiniche ad una luce radiante che distrugge le aree malate.

I consigli del dermatologo

Il consiglio del dermatologo è quindi quello di non sottovalutare questa malattia, di tenerla sorvegliata per evitare che evolva verso tumori cutanei come il carcinoma squamoso della pelle.

Le difese che ognuno di noi può mettere in atto nella vita di tutti i giorni sono rappresentate dall’uso dei fotoprotettori (creme solari con filtri alti 50 +). In particolare per chi ha un fototipo tendenzialmente chiaro e lentigginoso con occhi e capelli chiari, ma anche per chi conduce una vita prolungatamente all’aria aperta per motivi professionali o sportivi, o ancora per chi ha una nota familiarità che predispone a tali patologie.

La visita specialistica dermatologica diventa poi fondamentale per valutare il grado di pericolosità della lesione e per scegliere il piano terapeutico da adottare.