Dopo 40 anni cambia la cura del tumore al polmone. Da oggi chi soffre di questo tipo di cancro non verrà più curato unicamente con la chemioterapia, ma avrà a disposizione anche l’immunoterapia. I pazienti che hanno avuto questa diagnosi infatti potranno accedere al pembrolizumab, un nuovo farmaco che fa parte di una terapia immuno-oncologica.
Ogni anni sono ben 41mila e persone che si ammalano di tumore al polmone e, grazie al via libera ricevuto dall’Agenzia italiana del Farmaco, per la prima volta potranno curarsi utilizzando un farmaco immunoterapico. “Il melanoma – ha spiegato Carmine Pinto, il presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) – ha rappresentato il modello per l’applicazione di questo approccio innovativo che ora si sta estendendo con successo a diversi tipi di tumore come quello del polmone, particolarmente difficile da trattare. È un’arma che si affianca a quelle tradizionali rappresentate da chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche. Un passo in avanti verso la sconfitta o la cronicizzazione della malattia. La decisione dell’Aifa conferma l’impegno dell’agenzia regolatoria italiana a supportare l’innovazione in un’area con significativi bisogni clinici insoddisfatti”.
L’approvazione della molecola per la cura del carcinoma polmonare è arrivata dopo un attento studio che ha dimostrato come, ad un anno di distanza, circa il 70% dei pazienti che hanno assunto il pembrolizumab sia ancora vivo, rispetto al 50% di coloro che sono ricorsi alla chemioterapia. Secondo le ricerche compiute dagli esperti dunque il nuovo farmaco sarebbe in grado di ridurre del 40% il rischio di morte e del 50% la progressione della malattia. “I dati che hanno portato all’approvazione del farmaco, prima negli Stati Uniti poi in Europa, sono ‘rivoluzionari’ – ha svelato Filippo de Marinis, il Direttore della Divisione di Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano – perché per la prima volta in oltre 40 anni un gruppo di pazienti ha ricevuto un vantaggio in termini di sopravvivenza in prima linea con una molecola immuno-oncologica al posto della tradizionale chemioterapia”.