Calcoli renali: sintomi, cause e come intervenire

I calcoli renali sono un disturbo estremamente comune che colpisce le vie urinarie. Ecco quali sono le cause, i sintomi e i rimedi.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

I calcoli renali sono una delle patologie renali più comuni e dolorose e si stima che circa il 3% della popolazione mondiale sia interessato da questo disturbo. Storicamente, l’essere umano soffre di questa patologia da millenni, come dimostra il rilevamento delle sue tracce nelle mummie egizie. I soggetti più colpiti sono quelli di sesso maschile, principalmente a causa di una diversa composizione dell’urina tra donne e uomini.

La maggior parte dei calcoli viene espulsa autonomamente dal corpo, senza che il soggetto interessato si accorga del problema. Purtroppo, però, alcuni pazienti devono rivolgersi al proprio medico di fiducia o ai servizi di emergenza primaria per avere assistenza immediata, quando il dolore causato dai calcoli renali compare in maniera improvvisa e violenta. Sono diverse le terapie per trattarli e fortunatamente esistono diversi accorgimenti per prevenire questo fastidioso problema.

Cosa sono i calcoli renali e come si formano?

I calcoli renali, o nefrolitiasi o litiasi renale, sono delle aggregazioni di sali minerali che si formano nel tratto urinario e che possono essere composti da diverse combinazioni di sostanze, fra cui le più comuni sono calcio, ossalato e fosfato, capaci di indurre la formazione di differenti tipologie di calcoli.

I calcoli somigliano a dei piccoli sassolini e sono formati dalla precipitazione e dalla successiva aggregazione di sostanze normalmente presenti nelle urine. Tali aggregazioni possono formare cristalli di piccole dimensioni, ma anche microcalcoli o formazioni grandi quanto palline da golf. Benché solitamente si formino nei reni, i calcoli possono passare alle vie urinarie inferiori, all’uretere, alla vescica e all’uretra. Quelli più piccoli possono essere tranquillamente smaltiti attraverso le urine, mentre quelli di grandi dimensioni possono ostruire il flusso urinario e causare un forte dolore, caratteristico, a cui spesso ci si riferisce con il termine colica renale.

Inoltre, l’ostruzione delle vie urinarie può favorire lo sviluppo di infezioni che possono portare a danni permanenti ai reni o a un’insufficienza renale progressiva. Per trattare correttamente i calcoli renali di dimensioni tali da non poter essere espulsi autonomamente dal corpo è possibile ricorrere a diverse tecniche, sia farmacologiche, sia chirurgiche.

Classificazione dei calcoli renali

A seconda delle sostanze di cui sono costituiti, i calcoli renali possono essere classificati in diverse categorie (calcici, misti, urici, cistinici o infettivi).

  • I calcoli di natura calcica sono i più comuni e sono formati dall’aggregazione di ossalato di calcio e fosfato di calcio.
  • L’acido urico presente in eccesso nelle urine può favorire la formazione di calcoli. Questa evenienza di presenta più frequentemente nei soggetti con iperuricemia, malattie ematiche o gotta.
  • Rari, sono i calcoli composti da cistina (un aminoacido). Questi sono frequenti nei soggetti che soffrono di cistinuria, una patologia che provoca un difetto nel trasporto di amminoacidi nell’intestino e nei reni.

Le cause dei calcoli renali

Sono numerose le cause che possono condurre alla formazione di calcoli renali. Ad esempio, può essere causata da un aumento della concentrazione degli elementi sopra menzionati, oppure una riduzione del volume delle urine che porta ad incrementare eccessivamente la loro concentrazione, provocando una sovrasaturazione dell’urina, che induce una precipitazione dei sali e la formazione dei microcristalli.

Tra le cause della comparsa di calcoli renali c’è anche un deficit della presenza, nelle urine, di sostanze che impediscono la formazione di calcoli, contrastando la precipitazione e la cristallizzazione dei sali o legandoli a sé per creare complessi solubili. Appartengono a questa famiglia sia composti macromolecolari, di natura proteica, sia micromolecolari, quali il magnesio o il citrato. Altre sostanze, come i mucopolisaccaridi, hanno la capacità di mantenere in soluzione i sali nelle urine, riducendo il rischio di formazione dei calcoli renali.

L’acidità dell’urina è un altro fattore da tenere in considerazione, poiché un pH urinario inferiore a 5 può promuovere la formazione dei calcoli renali (in alcuni casi, come nei calcoli formati da calcio, cistina, xantine ed acido urico).

I calcoli renali possono anche derivare dalla presenza di specifiche infezioni delle vie urinarie: alcuni batteri (come quelli del genere proteus, ma non solo) producono sostanze proteiche che aumentano le probabilità di precipitazione dei sali nelle urine e stimolano la formazione di piccoli o grandi calcoli.

Fattori di rischio

Non sono del tutto note le cause alla base della calcolosi renale, ma esistono senza dubbio alcuni fattori predisponenti, che possono favorire la formazione di aggregazioni dannose. Quali sono?

  • I soggetti più a rischio di sperimentare calcoli renali sono gli uomini di età compresa tra i 20 e i 40 anni, una fascia in cui sono numerosi i fattori di rischio concomitanti e che vede la percentuale di incidenza salire al 15%. Rispetto agli uomini, le donne hanno una maggiore concentrazione di citrato nelle urine e un più elevato tasso estrogenico, elementi che contribuiscono a spiegare la differenza nell’incidenza del disturbo.
  • Tra i fattori di rischio che inducono lo sviluppo di calcolosi c’è la scarsa assunzione di liquidi, dal momento che un ridotto flusso urinario favorisce i ristagni di urina e la conseguente precipitazione dei sali in essa contenuti. Attenzione, dunque, a mantenere sempre ben idratato l’organismo e a compensare adeguatamente i momenti di forte perdita di liquidi.
  • Una storia familiare di calcoli renali può far ipotizzare una maggiore predisposizione allo sviluppo del problema. Alcune tipologie di nefrolitiasi, ovvero quelle di origine cistinica, sono legate a un difetto congenito del rene che comporta la presenza di un amminoacido scarsamente solubile nelle urine.
  • Le infezioni croniche delle vie urinarie comportano un maggior rischio di sviluppare complicazioni all’apparato urinario e/o ai reni.
  • Un uso eccessivo di farmaci e integratori alimentari a base di sali minerali può favorire la comparsa di calcolosi.
  • Alcune disfunzioni endocrinologiche, come l’ipertiroidismo o l’iperparatiroidismo, possono avere effetti sulla formazione di calcoli ai reni.
  • Una dieta poco sana e bilanciata può favorire la formazione di calcoli, poiché la presenza di minerali nell’urina dipende anche dall’alimentazione.
  • Il clima gioca un ruolo chiave in molte delle manifestazioni di calcolosi: durante l’estate si assiste ad una maggiore perdita di liquidi attraverso il sudore. Questi spesso non vengono correttamente reintegrati, portando ad un’aumentata concentrazione delle urine e a un maggiore rischio di formazione dei calcoli.

I sintomi dei calcoli renali

I calcoli renali possono essere di diverse dimensioni, ma non è detto che creino dolore o problemi e alcuni non fanno nemmeno percepire la loro presenza. Quelli piccoli vengono normalmente eliminati con l’urina, spesso senza che ce ne si accorga, risultando del tutto asintomatici.

Spesso le nefrolitiasi, però, sfociano in episodi dolorosi acuti, che colpiscono la regione lombare e che indicano la presenza di calcoli che hanno ostruito il passaggio dell’urina, all’interno del rene o durante il tragitto nelle vie urinarie. La contrazione spasmodica della muscolatura delle vie urinarie, indotta dalla presenza del calcolo nel tentativo di farlo defluire, può portare all’insorgenza di un dolore intenso, definito colica renale, che generalmente compare improvvisamente e spesso da un solo lato del corpo.

Fra i sintomi più comuni da chi soffre di calcolosi ci sono:

  • bruciore;
  • stimolo frequente a urinare;
  • febbre;
  • nausea;
  • vomito;
  • urina scura e maleodorante o con tracce di sangue;
  • minzione bloccata o dolorosa.

I rimedi dei calcoli renali

Quando i calcoli hanno un diametro inferiore ai 4 mm normalmente vengono eliminati spontaneamente. Ci si può aiutare bevendo molta acqua e stimolando la minzione.

Per trattare i calcoli e tamponare il dolore delle coliche renali si ricorre, invece, a farmaci quali:

  • antidolorifici, se il dolore è intenso, da assumere più volte al giorno i base all’intensità del fastidio;
  • antiemetici, quando compaiono nausea e vomito, per alleviare la spiacevole sensazione;
  • antibiotici in caso di infezione delle vie urinarie o per la loro prevenzione in caso di episodi ricorrenti;
  • diuretici, prescritti quando i calcoli sono formati da calcio;
  • sostanze in grado di ridurre i livelli di acido urico o di rendere le urine basiche, quando i calcoli sono formati dall’acido urico;
  • farmaci volti ad abbassare i livelli di cistina nelle urine, quando i calcoli sono di cistina.

Ogni terapia farmacologica deve essere impostata dal proprio medico curante e assunta sotto monitoraggio.

Quando i calcoli sono di medie-grandi dimensioni (6-7 mm di diametro), si può intervenire con altri approcci:

  • onde d’urto, che frantumano il calcolo per agevolarne l’eliminazione (litotrissia extracorporea);
  • litotrissia renale (o nefrolitotomia) percutanea, in cui si procede effettuando una piccola incisione per arrivare al calcolo;
  • ureterorenoscopia, per introdurre una sonda per via uretrale e, attraverso degli ultrasuoni o dei raggi laser, frantumare il calcolo.
  • intervento chirurgico, nei casi più complicati.

Le operazioni chirurgiche volte all’eliminazione dei calcoli renali di dimensioni importanti possono causare complicanze di diverso tipo, come importanti infezioni dell’apparato urinario, ostruzione dell’uretere (per la circolazione di piccoli frammenti del calcolo eliminato), sanguinamenti durante l’intervento chirurgico e dolori nella fase successiva. È importante prestare particolare attenzione a ogni fase dell’intervento, da quella pre-operatoria, fino a quella post operatoria e seguire le indicazioni dello specialista.

Come prevenire i calcoli renali

Il medico, dopo aver analizzato la storia clinica del paziente, potrà poi dare indicazioni circa l’alimentazione più adeguata a prevenire la formazione di nuovi calcoli ed eventualmente prescrivere farmaci che ne ostacolino una nuova insorgenza.

La strategia migliore per prevenire i calcoli renali è quella di bere almeno due litri di acqua al giorno, per diluire sufficientemente le urine ed evitare che i prodotti in esse contenuti diventino concentrati e si formino pericolosi aggregati. Osservare le proprie urine è un buon modo per sapere se si è a rischio calcolosi: se sono chiare e diluite, il sistema urinario sta funzionando correttamente. Bere acqua è il modo più indicato per idratarsi, ma per introdurre liquidi è possibile anche bere tisane, succhi freschi, frutta e verdura, in modo da raggiungere la quantità di liquidi quotidiana consigliata.

Se i calcoli renali sono causati dall’eccesso di calcio, in alcuni casi il medico potrebbe suggerire al paziente di eliminare o limitare il consumo di alimenti che contengono ossalato, sostanza che favorire la formazione di cristalli, poiché impedisce l’assorbimento di calcio e ne favorisce l’accumulo nel rene. Tra i cibi da evitare: rabarbaro, spinaci, barbabietole, bietole, germe di grano, arachidi, cioccolato, tè nero, patate dolci, farina di mais, uva e sedano, solo per citarne alcuni. È importante non ridurre mai l’apporto di una specifica sostanza, come il calcio, senza la consulenza di uno specialista, perché si rischierebbe di mettere in pericolo l’organismo senza un reale beneficio.

Invece, per evitare la formazione dei calcoli di acido urico o di cistina, è utile ridurre il consumo di carne (rossa o bianca) e pesce, per aumentare contemporaneamente quello di frutta e verdura, capaci di render meno acide le urine.

 

Fonti bibliografiche

FAQ

Come espellere un calcolo renale?

I calcoli di piccole dimensioni vengono eliminati autonomamente dall’apparato urinario senza che il paziente se ne accorga (idratarsi a sufficienza può aiutare il processo). Per quelli più grandi servono farmaci specifici o l’intervento medico.

Come si formano i calcoli renali?

Per l’aggregazione di sostanze nelle urine, come ossalato, fosfato o cistina. Fattori predisponenti possono favorirne la formazione (età, sesso, pH delle urine, predisposizione genetica, disidratazione, assunzione di farmaci o una dieta sbilanciata).

Cosa bere per sciogliere i calcoli renali?

È necessario prevenire la formazione di calcoli o facilitarne l'espulsione introducendo circa 2 litri di acqua al giorno. Ci si può idratare anche bevendo tè, tisane e succhi freschi o mangiando frutta e verdure fresche.

Cosa mangiare con i calcoli renali?

La dieta consigliata dipende dalla composizione dei calcoli che si sono formati. È necessario evitare cibi che contengono ossalato, se formati da aggregati di calcio, carne e pesce se sono di origine cistinica, preferendo frutta e verdura.