Alito cattivo, perché ne soffriamo e come si combatte

L'alito cattivo può complicare la nostra quotidianità. Spesso dipende da quello che mangiamo e da una cattiva igiene orale. Ma non solo

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Cause

Mettiamo subito i punti sulle I. Non è sempre detto che un alito difficile da sopportare per chi incontriamo sia figlio di un’insufficiente igiene orale o di un’alimentazione sbagliata. Se è vero che a volte l’alito cattivo è una conseguenza di una scorretta o inadeguata pulizia di bocca e denti o data dal consumo di determinati alimenti, è vero anche che ci sono persone che curano con grande attenzione denti e gengive, fanno attenzione ad avere una digestione semplice scegliendo alimenti leggeri e consumano senza soluzione di continuità mentine. Eppure, nonostante tutti questi accorgimenti, si accorgono che chi hanno di fronte si ritrae di fronte ad un sospiro. Dietro all’alitosi potrebbero infatti esserci condizioni patologiche e l’alito cattivo potrebbe essere indotto anche da farmaci.

Per capire quali sono le cause dell’alitosi occorre valutare quando si presenta il disturbo. Se l’alito risulta sgradevole solo al mattino, non c’è da preoccuparsi. L’alito pesante al risveglio accomuna tutti quanti ed è causato dalla secchezza della bocca e dal digiuno prolungato durante la notte. La saliva, infatti, non serve solo a idratare le fauci ma svolge anche un’azione antibatterica: di notte la quantità di saliva diminuisce e, di conseguenza, aumentano i batteri responsabili di cattivi odori. Il digiuno, invece, porta alla formazione di molecole note come corpi chetonici che danno all’alito un odore acido.

L’alito è cattivo dopo aver consumato un determinato alimento come aglio e cipolle? Anche in questo caso siamo di fronte a un fenomeno perfettamente normale: colpa dei composti solforati presenti in questi bulbi, che fanno molto bene alla salute ma che hanno lo spiacevole effetto collaterale di provocare alito pesante. Allo stesso modo, dopo aver bevuto alcolici come vino, birra, cocktail o long drink, è assolutamente naturale che l’alito assuma un odore non proprio piacevole. Per non parlare del fumo di sigaretta che dà alito pesante sia dopo aver fumato sia in generale, tra una sigaretta e l’altra.

Se invece non fumiamo, non beviamo alcolici e non abbiamo consumato alimenti particolari, perché abbiamo comunque un alito cattivo? Forse seguiamo una dieta troppo ricca di calorie o di proteine, con poca frutta e poche verdure, e l’alito ne risente. Oppure, l’alito cattivo potrebbe essere dato dall’assunzione di terapie farmacologiche o a patologie in atto, come il diabete, ma non solo. L’alito cattivo può dipendere anche da patologie respiratorie, renali, epatiche.

Altre patologie che possono determinare l’alito cattivo sono quelle che portano a una ridotta o assente produzione di saliva. Oltre all’uso cronico di alcuni farmaci, la mancanza di saliva può essere addebitata a forme patologiche autoimmuni che distruggono progressivamente le ghiandole salivari. Il disturbo compromette in maniera rilevante la qualità della vita e non colpisce soltanto gli anziani come si riteneva un tempo. Si tratta di una situazione che conduce alla xerostomia, ovvero la secchezza delle mucose della bocca. Questa condizione, nelle forme più gravi, non porta solo ad avere alito cattivo, ma limita anche la capacità di parlare, di deglutire e di assimilare il cibo.

Per qualcuno poi, vincere la sfida con l’alito cattivo si può rivelare impossibile. E c’è chi ha cercato di spiegare i motivi di questa situazione, andando ad indagare la predisposizione genetica a sviluppare l’alitosi. Ebbene, sappiate che forse la colpa può essere ritrovata anche nei geni. Lo dice una ricerca condotta all’Università di Radboud e pubblicata su Nature Genetics. Gli scienziati hanno studiato una popolazione di persone che avevano un alito davvero insopportabile, probabilmente perché ricco di un gas che contiene zolfo, il metantiolo. Se di norma il metabolismo riesce ad eliminare questa sostanza, evitando che si accumuli e quindi si “compatti” nell’alito, per alcune persone non funziona così. Gli scienziati hanno preso in esame un gruppo di persone facenti parte di nuclei familiari: la loro caratteristica comune era quella di avere un alito ricco di metantiolo, un gas che contiene zolfo. Normalmente questa sostanza viene espulsa attraverso il metabolismo, ma, in questi soggetti questa strada non riesce a funzionare. Quindi il fiato si fa davvero insopportabile, ma il portatore della particolare costituzione “scritta” nel Dna non ne ha colpa. Per fortuna si tratta di un quadro molto raro: le buone abitudini, e magari qualche “mentina” possono aiutarci a superare l’alito cattivo!

A prescindere dalle cause, indubbiamente l’alito cattivo provoca un forte disagio, non solo in chi lo subisce ma anche e soprattutto in chi ne soffre. Per questo è importante scoprire cosa lo provoca e riuscire a liberarsene. In base alla durata, alla gravità e alla frequenza con cui si presenta l’alito cattivo è possibile stabilire la causa del problema e, di conseguenza, attuare strategie e ricorrere a rimedi in grado di migliorare o addirittura risolvere definitivamente il problema.

L’importanza della saliva

La saliva è un fluido chimicamente complesso, costituito da sostanze organiche e inorganiche (elettroliti, enzimi e altro). Prodotta in misura di circa due litri al giorno, la saliva consente una normale fonazione, facilita la masticazione dei cibi, la loro deglutizione e la percezione del loro sapore e contiene enzimi che aiutano la digestione. Inoltre, esercita un’azione lubrificante e di pulizia meccanica, contrasta la proliferazione di batteri e funghi, protegge le mucose dalle temperature troppo alte o troppo basse dei cibi.

Infine, la saliva svolge una azione protettiva dei denti nei confronti della carie: il suo elevato potere tamponante contrasta gli acidi che si formano all’interno della bocca e, in virtù dell’elevato contenuto di calcio e fosfati, contribuisce alla remineralizzazione delle lesioni cariose precoci. È comprensibile perciò come la ridotta o assente produzione di saliva possa avere conseguenze che vanno ben al di là della semplice secchezza della bocca.

L’alitosi, insieme ad altri fastidi, accompagna spesso questo quadro. I farmaci che possono favorire l’insorgenza del problema, seppur raramente, sono soprattutto quelli ad azione anticolinergica, come ad esempio alcuni antidepressivi, gli antipsicotici, alcuni medicinali impiegati per la cura della malattia di Parkinson. Inoltre possono determinare secchezza della bocca anche alcuni medicinali per la pressione arteriosa, della famiglia dei beta bloccanti e dei diuretici, oppure anche medicinali assunti per placare l’ansia e altri. Buona notizia: l’effetto dei farmaci è reversibile. Basta sospenderli, in accordo con il medico, per eliminare il problema.

Rimedi naturali

Per combattere l’alito cattivo occorre indagare sulle cause, analizzando le proprie abitudini e comportamenti ed eventualmente consultando il dentista o il medico curante. Scoprire cosa provoca l’alitosi è infatti il primo passo per scegliere il rimedio giusto per liberarsene. Se l’alitosi è data da cause genetiche, sarà ovviamente più difficile combattere in modo definitivo il problema, ma grazie a rimedi efficaci e buone abitudini igieniche e alimentari, la situazione potrebbe migliorare notevolmente.

Erbe e rimedi della nonna

Se ad esempio l’alito cattivo è dato dal consumo di alimenti particolari, sappiate che il latte può aiutare a eliminare l’odore sgradevole dell’alito dopo un pranzo particolarmente impegnativo, e magari ricco di aglio o cipolla. Secondo gli scienziati dell’Università Statale dell’Ohio, che hanno pubblicato qualche tempo fa uno studio in proposito, il latte sarebbe in grado di ridurre i livelli di composti sulfurei che danno all’aglio il suo sapore e il forte odore. Anche mangiare una mela sembra poter risolvere il problema dell’alito quando si tratta di una conseguenza diretta di ciò che si è mangiato.

Altri rimedi naturali contro l’alito cattivo prevedono l’uso di piante aromatiche che, grazie al loro contenuto in oli essenziali, svolgono un’azione antibatterica. In più, la stragrande maggioranza di oli essenziali ha un profumo gradevole che va a contrastare l’odore dell’alito cattivo. Qualche esempio?

Come si possono usare questi rimedi contro l’alitosi? Ci si possono preparare tisane da sorseggiare prima, durante, dopo i pasti o nel corso della giornata, per favorire i processi digestivi e migliorare di conseguenza l’alito. Un altro modo per sfruttare le proprietà di queste piante contro l’alitosi è quello di preparare un infuso concentrato da usare per i risciacqui della bocca. I collutori naturali a base di erbe aiutano a contrastare la proliferazione dei batteri nella bocca e a combattere gengiviti e altre infiammazioni che possono provocare o peggiorare l’alito cattivo.

Alcuni tra questi rimedi possono anche essere semplicemente masticati per ritrovare immediatamente un alito fresco e profumato. È il caso de semi di finocchio o di anice, che possono essere sgranocchiati dopo i pasti o al bisogno, magari quando si è fuori casa e non si ha modo di lavarsi i denti. I bastoncini di liquirizia, a questo proposito, possono sostituire il tradizionale spazzolino da denti: è sufficiente masticarli e mangiucchiarli per rimuovere residui di cibo e profumare l’alito. Della liquirizia poi esistono anche caramelle da mangiare all’occorrenza, ma attenzione poiché macchiano i denti e, in grandi quantità, possono aumentare la pressione.

Infine, delle piante aromatiche contro l’alito cattivo esistono anche i loro corrispondenti oli essenziali, utili sempre per l’azione antibatterica e per la capacità di profumare intensamente la bocca. Qualcuno consiglia di versare una goccia di essenza su un cucchiaino di miele e ingerirlo, per profumare l’alito: attenzione però, perché ingerendo gli oli essenziali si ha azione sistemica, cioè su tutto il corpo. Una volta ingeriti, vengono cioè assorbiti dall’organismo e hanno anche una loro tossicità, dunque non andrebbero assunti con molta leggerezza. Inoltre, l’uso degli oli essenziali non è adatto a tutti e in qualsiasi circostanza. In caso di alito pesante, anziché ingerirli, meglio disperdere una goccia di olio essenziale in un bicchiere d’acqua, mescolare molto bene e usare la soluzione per risciacqui della bocca e della gola, come se si trattasse di un collutorio. Le persone sensibili potrebbero trovare questo rimedio troppo forte e percepire bruciore o fastidio: in questo caso, meglio usare l’infuso come già indicato in precedenza, sicuramente più delicato ma comunque efficace a profumare la bocca, ridurre la carica batterica e combattere l’alitosi.

Igiene orale

L’igiene orale resta il primo rimedio per combattere l’alitosi o quantomeno per migliorarla. Anche se dietro l’alito pesante dovessero esserci cause diverse, trascurare l’igiene della bocca può solo peggiorare il sintomo. I denti vanno dunque spazzolati regolarmente e con cura due o tre volte al giorno, in genere dopo aver consumato cibi e bevande. Meglio usare anche il filo interdentale per eliminare residui di cibo tra un dente e l’altro e, perché no, ricorrere all’uso del netta-lingua per garantire una buona pulizia tra le papille gustative dove lo spazzolino non arriva.

Frequentemente l’alitosi è determinata da alcuni fattori, come ad esempio un gran numero di batteri del cavo orale che producono zolfo, la presenza di residui di cibo tra denti e gengive, la placca batterica ed il tartaro che si accumula sopra e sotto le gengive, le gengiviti e le carie. Possono entrare anche in gioco altri fattori non direttamente legati alla bocca, come infiammazione di tonsille o adenoidi, ipersecrezioni delle cavità nasali e paranasali e problematiche gastro-intestinali.

Il controllo dello specialista è un passaggio chiave per contrastare l’alito cattivo e gli altri sintomi. I consigli pratici prevedono di lavare i denti almeno tre volte al giorno con spazzolini adeguati ,che devono essere cambiati almeno ogni 3/4 mesi. Non bisogna poi dimenticare di usare gli scovolini per detergere gli spazi tra dente e dente e tra gengiva e dente e il filo interdentale per rimuovere ulteriormente i residui di cibo e placca. Infine i diversi collutori vanno impiegati, su consiglio del dentista, che deve comunque offrire un’igiene orale professionale una o due volte l’anno.

Buone abitudini

La dieta può influire in modo importante sull’odore dell’alito e non solo perché alcuni alimenti incidono in modo diretto. Una dieta iperproteica o pasti troppo pesanti e difficili da digerire possono ad esempio causare alito pesante. A tavola, dunque, attenzione a mangiare lentamente, preferendo piatti leggeri alle overdose di cibo. E se potete preferite frutta (meglio se cotta), verdura e legumi, cereali a volontà come pasta, pane e riso, magari integrali. Il motivo? Agevolano l’intestino e i suoi movimenti combattendo la stitichezza che può favorire l’alitosi.

Se volete che il vostro alito si mantenga neutro, evitate di fumare e di consumare alcolici: oltre ai benefici per tutto il corpo e per la salute e il benessere generali, smettere di fumare e stare alla larga dall’alcool migliorerà sicuramente anche l’odore dell’alito.