Algodistrofia, cos’è e come si riconosce

Chiamata scientificamente sindrome dolorosa regionale complessa, colpisce soprattutto le donne dopo i 50 anni

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Algos, in greco, significa dolore. Ed è ovvio che tutti i termini medici che riportano questa parola, in qualche modo, hanno in comune proprio la presenza di questo sintomo.

A volte si tratta di malattie non molto diffuse, come accade per l’algodistrofia che associa ad algos anche l’alterazione dei tessuti, ma non per questo meno temibili. E soprattutto da conoscere. Per questo la Società Italiana per la Gestione Unificata ed Interdisciplinare del Dolore muscolo-scheletrico e dell’Algodistrofia” (G.U.I.D.A) ha proposto di attivare per l’8 novembre la giornata mondiale dell’algodistrofia.

Colpite soprattutto le donne

Scientificamente, la definizione di questo quadro sarebbe sindrome dolorosa regionale complessa. Dal punto di vista epidemiologico sembra che le donne siano affette dalla sindrome tre volte più degli uomini con un picco di incidenza nel sesso femminile dopo i 50 anni, poiché spesso conseguente a frattura del radio distale, tipica frattura da fragilità, frequentemente prima manifestazione di una condizione latente di osteoporosi postmenopausale.

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