Caro 2021 questa lettera è per te, che stai per arrivare, portatore di speranze, nuovi sogni e desideri. Un nuovo anno, un nuovo tempo che però non so spiegare, come posso raccontarti a un bambino che non conosce ancora nulla del mondo?
Forse potrei farmi aiutare dalla storia della fine e dell’inizio, approfittando della calda, magica e felice atmosfera di Natale che ci rende tutti più buoni e che altro non è che il preludio di un anno nuovo tutto da vivere. Ma a guardare questo 2020, se dovessi spiegare quello che è stato a chi me lo chiede, io non lo so più.
In questo breve intervallo che separa il vecchio e il nuovo, il passato dal futuro, resto avvolta nel silenzio di tutte le cose non fatte e quelle non dette in questo anno surreale che sta per finire a pensare a tutto quello che verrà. Abbiamo tutti perso qualcosa, chi più e chi meno. Ed è proprio da questa consapevolezza che riesco a immaginare cosa vorrei per me, caro 2021.
Un abbraccio alle persone che amo, quella cena con le amiche rimandata troppo a lungo, una corsa all’aria aperta e un picnic in riva al mare. Ecco cosa voglio: la mia vita, quella di un tempo, per imparare ad apprezzare tutte le piccole cose che mi rendevano viva, alle quali ho dato valore solo quando le ho perse.
Sì, forse è questo quello che vorrei da questo 2021: un ritorno a quella normalità alla quale sfuggivo perché troppo banale e noiosa. E chi lo avrebbe immaginato che mi sarebbe mancata così tanto!
Vorrei peccare un po’ di ingenuità e immaginare quel tempo futuro in cui tutte le cose cambieranno, da quelle più grandi a quelle piccine a dispetto dell’oggettiva realtà. Vorrei che questo 2021 mettesse un punto fermo sul passato per andare accapo e ricominciare, perché farlo è sempre bellissimo.
Vorrei fingere che le ore, i giorni, i mesi e gli anni che abbiamo inventato potessero davvero scandire ciò che è stato e darci una nuova possibilità. Ma il disincanto mi ricorda che il tempo non si ferma, né ricomincia, semplicemente scorre tra temporali e giorni di sole.
Però me lo auguro davvero che per questo futuro l’immaginazione prenda il posto della razionalità perché ho bisogno, ora più che mai, di illusioni, sogni e speranze, senza programmi o pronostici.
Ho bisogno di tornare a vivere, intensamente. E se non dovesse succedere mi ricorderò che ci sarà ancora un anno, un altro e un altro ancora.