Vaginismo: sintomi, cause e cure

Quando la penetrazione è impossibile o difficoltosa, la vita sessuale diventa difficile per la frustrazione che ne deriva

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Cristina Critelli

Ginecologo, Sessuologo e Psicoterapeuta

Dal 2000 si occupa di disfunzioni sessuali, in particolare di dolore sessuale e vaginismo, con un approccio integrato, utilizzando anche EMDR.

Cos’è

Parliamo di vaginismo quando ci troviamo davanti a una situazione in cui, nonostante la volontà della donna, ci sia una persistente difficoltà a introdurre in vagina un dito, un tampone intimo o permettere la penetrazione del pene. È presente con un prevalenza che va dallo 0,5 al 6% circa della popolazione femminile, rappresenta la prima causa femminile di matrimoni non consumati e si ritrova nel 5-7% delle coppie infertili.

Il vaginismo è una difficoltà che mina in modo importante la femminilità: spesso le donne che ne soffrono riferiscono di non sentirsi donne, di sentirsi inadeguate, depresse e ansiose. La difficoltà a godere appieno dell’esperienza sessuale nel tempo può portare la donna che non è già in coppia ad allontanarsi ed evitare la relazione proprio nel tentativo di evitare il disagio, la frustrazione e la vergogna legate all’impossibilità di sperimentare la sessualità penetrativa.

Sintomi

Molto spesso le donne arrivano in consultazione con una diagnosi che già si sono fatte da sole o che comunque sospettano poiché non riescono ad avere rapporti penetrativi, alcune volte non riescono a far penetrare neanche un dito né un tampone interno per la protezione intima; questa situazione può creare un disagio notevole e senso di inadeguatezza.

La fobia alla penetrazione è un elemento importante, spesso collegata a pensieri negativi e catastrofici rispetto all’esperienza penetrativa. Questi pensieri attivano un atteggiamento di supercontrollo su quanto succede durante la penetrazione o il tentativo di penetrazione per cui le sensazioni fisiche sono amplificate. A questo si può associare l’esperienza effettivamente dolorosa legata alla contrattura dei muscoli del pavimento pelvico, cioè di quei muscoli che sostengono e regolano l’apertura di vagina, ano e vescica-uretra. Quando la muscolatura è serrata, chiusa, la vagina pur essendo elastica e distensibile, non può accogliere nulla al suo interno perché non c’è spazio per distendersi. La fobia può avere gradi di intensità diversa e nelle forme più severe si può associare ad una risposta neurovegetativa con iperventilazione, tachicardia, sudorazione, tremori. La difficoltà non si verifica solo durante i rapporti sessuali ma anche per esempio durante la visita ginecologica che quindi rappresenta anche un momento importante per la conferma diagnostica.

Cause

Le cause che sottendono al vaginismo possono essere molteplici e coinvolgono aspetti sociali, educativi, psicologici e culturali ed è difficile individuare un solo fattore. Molto più spesso ci troviamo di fronte a un insieme di diversi aspetti che hanno gettato le basi per il vaginismo e che lo mantengono nel tempo. Proprio perché l’eziologia del vaginismo è multifattoriale, anche il trattamento deve esserlo, bisogna cioè prendersi cura di tutti gli aspetti, quello psicologico, educativo, sessuale e riabilitativo.

Cure

La prima cosa è avere una diagnosi corretta per distinguere il vaginismo da altre cause di dolore penetrativo e anche per escludere che l’impossibilità alla penetrazione sia legata per esempio ad un’anomalia di forma o di consistenza dell’imene, questo per evitare di fare un lavoro esclusivamente psicologico in presenza invece di un ostacolo anatomico.

Proprio per la particolarità dei sintomi, spesso le donne si presentano a chiedere aiuto avendo già un’idea precisa delle loro difficoltà e possono rivolgersi ad uno psicoterapeuta ad un sessuologo o al ginecologo. Il modo migliore per arrivare ad una diagnosi precisa dalla quale partire per un trattamento mirato è un approccio integrato sia in fase diagnostica che terapeutica.

Nelle fasi iniziali della terapia si procede con un percorso di educazione sessuale durante la quale vengono fornite informazioni di tipo anatomico e funzionale sull’apparato sessuale; questo perché molto spesso le donne con vaginismo non conoscono il proprio corpo e la consapevolezza è naturalmente una buona alleata per vincere la fobia e cancellare pensieri negativi sulla penetrazione. L’obiettivo è quello di sostituire eventuali pensieri disfunzionali sul sesso e sulla penetrazione, sperimentare la possibilità della penetrazione passando attraverso l’uso del dito, dei tamponi interni e dei dilatatori fino ad arrivare al pene. Parliamo di questo processo come di desensibilizzazione attraverso l’esposizione progressiva a quella situazione che scatena la fobia stessa.

In parallelo si lavora su aspetti della vita interna della donna e su aspetti relazionali. A questo percorso si associa spesso anche una rieducazione del pavimento pelvico per facilitare la consapevolezza corporea e ridurre quando presente la difficoltà muscolare associata. Il vaginismo ha un’ottima prognosi, soprattutto quando si affronta con un approccio integrato, con un gruppo di professionisti che lavorano in team ognuno dei quali può collaborare al processo di trattamento portando la propria professionalità all’interno del progetto terapeutico.