Ce lo siamo chiesti più volte, negli ultimi tempi, se ha ancora senso parlare di monogamia, di quel patto di esclusività tra le coppie che scelgono di condividere la vita insieme. I più romantici, lo sappiamo, potrebbero inorridire davanti a questa messa in dubbio di quelle che sembrano le uniche regole da seguire per una relazione sana e duratura. Del resto, quello che ci auguriamo tutti da sempre, è di trovare una persona che abbia fatto della fedeltà e del rispetto due virtù di appartenenza.
Quello che però spesso non consideriamo, è che la monogamia non è l’unico modo che abbiamo per vivere una relazione. Al contrario troppo spesso questa appartiene più a un’imposizione radicata della nostra società, quella che parla di amore eterno e di fedeltà, che al nostro modo di essere e di agire. Altrimenti come potremmo spiegare i continui tradimenti tra fidanzati e coniugi?
A spiegare che la monogamia non è l’unica scelta che abbiamo, e soprattutto non è quella che ci rende felici, ci ha pensato la scienza che ha svelato che le persone fedeli sono anche le più infelici. E voi rientrate tra queste?
Quando la monogamia fa rima con l’infelicità
È recente il dialogo tra due psicoterapeuti pubblicato dal Corriere della Sera. Lawrence Josephs e Giancarlo Dimaggio hanno provato a indagare l’ostico terreno sul quale vengono costruite tutte le relazioni moderne. Parlare di rapporti, lo sappiamo, è sempre difficile. E lo è ancora di più provare a comprendere, dal di fuori, le tacite regole che lo mantengono.
Perché è inutile negare che quando ci troviamo davanti a qualcosa che non conosciamo o che a noi non è comprensibile è più facile giudicare. Lo facciamo con tutto, e soprattutto con le relazioni degli altri. Figuriamoci poi se dobbiamo metterci a comprendere la poligamia. Ma l’infedeltà, quella, è un dato di fatto ed è sempre più crescente. E quando non osano confermarlo le parole ci pensano i dati, che non solo mostrano un aumento dei divorzi, senza prendere quindi in considerazione tutte le coppie che convivono e che si lasciano, ma anche dei tradimenti.
Chi, invece, resta legato alle promesse di amore eterno e di fedeltà, sembra destinato all’infelicità. A confermarlo è stato proprio Lawrence Josephs che ha dichiarato, che delle coppie sopravvissute ai matrimoni, circa il 25%, solo una su quattro è felice. Il motivo di tanta tristezza, pare, sta proprio nella monogamia.
Abbiamo davvero scelto di essere monogami?
Perché la monogamia e l’infelicità camminano a braccetto è presto detto. Tutta colpa della società tradizionale che, facendo leva sui sensi di colpa, ci costringe a stare insieme a quella persona alla quale abbiamo promesso amore eterno. Ecco che allora, per non distruggere il giuramento, il tradimento diventa l’unico modo per evadere, quello che torna a farci sentire vivi.
La monogamia, è evidente, non è più di casa. E questo dovrebbe farci riflettere che quell’esclusività assoluta che concediamo al partner non è l’unico modo che abbiamo per vivere l’amore e per costruire le relazioni. Anche perché, come i dati stessi confermano, non sempre funziona. Secondo lo psicologo Lawrence Josephs, infatti, in America le coppie sposate sono anche le più infelici. Sarà perché sono costrette in un vincolo che forse non sentono più di poter mantenere?
E in effetti, se pensiamo alla fedeltà come a un valore culturale e sociale, più che personale, è ovvio che perdiamo di diritto la libertà di scegliere. Una libertà che ci priva anche di esplorare nuove forme relazionali che, invece, potrebbero far funzionare meglio le relazioni. Secondo uno studio condotto dagli esperti dell’Università di York e da quella dello Utah, infatti, il poliamore sarebbe addirittura in grado di migliorare il rapporto, a patto che questo sia deciso in maniera consensuale, ovviamente.
Con questo non vogliamo dire che la monogamia non può più esistere, quanto più invitare le persone a riflettere su quali siano le regole migliori da seguire per essere una coppia affiatata, soddisfatta, ma soprattutto felice.