#SegretiDelCuore

Ho un fidanzato (troppo) mammone

Se il legame tra un uomo e sua madre diventa eccessivo e fastidioso può rovinare una relazione di coppia. Ma ridimensionare il mammone si può

Marina Mannino

Giornalista

Ho 23 anni, lavoro in un pet store e sono fidanzata con M., 25enne tecnico informatico. Stiamo pensando di andare a vivere insieme. Lui è bello, simpatico, premuroso, generoso. Ma ha un difetto: sua madre. Per lui è una specie di divinità infallibile. La chiama almeno tre volte al giorno (e vive con lei!) per sentire come sta. Mi sembra che non muova un passo senza consultarla. Ed è tutta una lode per lei: le sue tagliatelle, i suoi consigli medici, i boxer che gli compra. Io ci scherzo, ma mi sento un po’ paralizzata da quest’entità super-potente che aleggia sul mio ragazzo… Tokyo G.

Per quanto abbia il desiderio di rendersi autonomo e indipendente, un uomo italiano resterà sempre un po’ “mammone inside”: anche se si trasferisce da solo al Polo Sud rimane sempre legato alla cucina di mamma, alle sue opinioni, al suo indispensabile aiuto. Dobbiamo accettarlo come un dato di fatto, sul quale però possiamo prendere diverse iniziative.

Lo amo, quindi lo accetto

Se quel ragazzo di cui ci siamo innamorate ha davvero come unico difetto (comunissimo) il fatto di essere un mammone, dobbiamo trovare il modo di accettare il pacchetto completo, perchè c’è il modo di trattare l’articolo.

La prima cosa da fare è toglierci dalla testa l’idea che noi verremo sempre al secondo posto nel suo cuore. Noi siamo di sicuro al primo posto nei suoi pensieri e nei suoi sentimenti, siamo la donna che lui ama. La sua mamma non è qualcosa di più, è qualcosa di diverso e imparagonabile. Non è al primo posto, è oltre. È la perfezione dell’universo, il tocco finale di Michelangelo, l’ottava meraviglia del mondo. Cerchiamo di ficcarcelo in testa se teniamo al suo prezioso figliolo.

Cosa non fare

Non mettersi di traverso: ovvero mai ostacolare l’idilliaco rapporto tra loro. Lasciamoli cinguettare un po’, non borbottiamo se lui, un pomeriggio, resta in casa a guardare la tv con lei, accettiamo che l’accompagni a fare la spesa. Arrabbiarsi o sparargli ultimatum tipo “o lei o me” non servirà a nulla. Magari sceglierà noi, ma ci metterà il muso. Invece possiamo spiegargli con calma cos’è che troviamo inopportuno: la via del dialogo sereno e obiettivo è sempre il modo più adatto a dirimere i nodi.

Non rinfacciargli i difetti della madre: contiamo fino a duecento prima di elencare i mille aspetti negativi del carattere della genitrice: retrograda, egoista, lagnosa, saccente, testarda… stop! E se qualcuno dicesse le stesse cose della nostra, di mamma? Probabilmente reagiremmo come un guerriero ninja in difesa di chi ci ha messe al mondo. Lasciamo stare. E non vale neanche tentare di condurre al ragionamento un figlio che (come noi, ammettiamolo) considera la mamma come la prova che Dio esiste. I dogmi non si discutono, lo sanno tutti.

Non farle la guerra: tanto vince sempre lei. Meglio averla come alleata, perché comunque il cuore di una mamma è grande e dentro c’è posto anche per noi.

Leggi anche: Lui è mammone? I consigli per cambiarlo

Cosa fare

Essere comprensiva: È un atteggiamento sempre vincente, perché la comprensione accoglie, rassicura e riesce a volgere le cose proprio vantaggio – senza che il “compreso” se ne accorga. La mossa super è metterci anche noi dalla parte di sua madre (“Le portiamo un pensierino?”, se siamo fuori per un weekend; “Le facciamo uno squillo per sentire come sta?”, se siamo usciti a cena) mostrandoci affettuose con lei. Ma poi riserviamo lo stesso trattamento deluxe a nostra mamma, che se lo merita tutto.

Chiarire un paio di cose: Tra tanta bontà d’animo e altruismo, cerchiamo però di mettere qualcosina in chiaro. Diciamogli che se da un lato è ammirevole che abbia un rapporto così speciale con la sua mamma, dall’altro è giusto che ne abbia uno altrettanto importante con noi. Inoltre rassicuriamolo che noi, come coppia, ci saremo sempre per sua madre ma che abbiamo il diritto di seguire una strada nostra, proprio come lei ha fatto quando, da ragazza, ha scelto suo padre come compagno di vita.

Prenderci tempo per noi: senza cambiare umore, accettiamo che lui vada a fare le commissioni con/per la mamma e approfittiamone per regalarci un po’ di free time. Abbiamo amiche da vedere, shopping da fare, libri da leggere, beauty routine da dedicarci, mostre da vedere, serie tv da scoprire… insomma, un’infinità di cose da fare in totale libertà.

Per dirgli ciao

Per liberarci di un mammone, basta fare il contrario di tutti i tips elencati fin qui. Ma possiamo anche semplicemente dirgli che non ce la sentiamo più di andare avanti con una relazione condizionata dalla presenza di sua madre. Se dopo questo trattamento strong lui ci viene a cercare e ammette di aver capito i suoi errori, ci sono buone possibilità che il rapporto riparta da nuove basi, indipendenti dai dettami e dalle necessità di sua madre.

Eppure questa signora ha comunque anche il merito di aver reso il figlio un uomo sensibile verso le donne, gentile e attento nei nostri confronti. Com’è il cavaliere della sua mamma, lo sarà anche per noi. Siamo certe di volerci davvero liberare del “mammone”?