Smetto quando voglio: come abbandonare (per davvero) le cattive abitudini

Forza di volontà, perseveranza e tenacia sono le nostre migliori alleate per sconfiggere, definitivamente, le cattive abitudini

Arriva quel momento in cui, per un motivo o per un altro, cediamo alle cattive abitudini. Sappiamo che queste ci danneggeranno, come l’aggettivo stesso suggerisce eppure, forti delle nostre consapevolezze, andiamo avanti comunque, convinte che prima o poi riusciremo a smettere. Altre volte, invece, queste sono così radicate nella nostra quotidianità che neanche ci rendiamo conto di quanto ci stiamo auto sabotando.

Ci nascondiamo dietro quel “smetto quando voglio”, quando in realtà, l’unica e sola verità è che non riusciamo più a farlo. Abbiamo ceduto a qualcosa di poco salutare che non fa altro che minare il nostro benessere. Perché forse ne eravamo affascinate, perché eravamo convinte che sarebbe durato poco. Salvo poi, diventare schiave delle nostre abitudini.

E come uscirne davvero? Auto disciplina e forza di volontà aiutano certo, ma solo nel breve periodo. Perché arriva quel momento in cui, per stanchezza o per qualsiasi altro motivo, si getta la spugna. Perché è più facile arrendersi che continuare a lottare. E allora ecco che è fondamentale stabilire prima di tutto cosa vogliamo veramente.

Perché quando non lo facciamo arrivano loro, le cattive abitudini che riempiono i nostri vuoti, mentre noi ci affanniamo alla ricerca di quella felicità, e di tutte le cose che desideriamo, che sembrano non arrivare mai.

Le frasi “voglio dimagrire” o “voglio smettere di procrastinareche ripetiamo a noi stesse quando vogliamo cambiare, non ci aiuteranno in nessun modo: sono troppo generiche e anche inutili. Per uscire dalle cattive abitudine dobbiamo imparare a definire gli obiettivi, con traguardi misurabili, anche se ambiziosi. 

Ma soprattutto dobbiamo trovare le giuste motivazioni, perché sono quelle a darci la forza di andare avanti e di non mollare dopo le prime settimane. E, ancora, impariamo a sostituire le cattive abitudini con qualcosa di nuovo e soprattutto di buono facendo qualcosa che ci da piacere e che riesca a riempire quei famosi vuoti.

Possiamo smettere quando vogliamo, solo se abbiamo la consapevolezza e la forza di farlo. Non arrendiamoci. E se cadiamo, rialziamoci. Le cattive abitudini non si sono formate dalla sera alla mattina e non le elimineremo con uno schiocco di dita. Forza di volontà, perseveranza e tenacia saranno le nostre migliori alleate.

Quando si affatica l’anima

Tutte ci siamo rifugiate in un porto sicuro, almeno una volta nella vita. Che si sia trattato di settimane, di mesi o anni, una cosa è certa, quella comfort zone ci ha fatto sentire protette e al sicuro. Perché per quanto sia forte, la tentazione di uscire in mare aperto, di esplorare gli oceani e gli orizzonti, la paura dell’ignoto ci paralizza, il terrore di perderci, per poi non ritrovarci, ci blocca.

E allora, ecco che che ci convinciamo che forse non vale la pena lasciare qualcosa che conosciamo, un luogo che per abitudine abbiamo cominciato a chiamare casa, e che sappiamo sarà sempre pronto ad accoglierci.

Eppure, la casa, non dovrebbe essere il posto dove si trova il cuore? E non sarebbe più sensato, forse, che questo luogo metafisico risiedesse in noi, prima che in qualsiasi città, edificio o situazione? Perché a volte, quello che ci sembra un rifugio sicuro, altro non è che una trappola sotto mentite spoglie, fatta di abitudini che diventano zavorre, e che non ci consentono di spiccare il volo verso i nostri sogni, gli obiettivi e la vita che ci aspetta.

Non che poi le abitudini siano per forza da demonizzare, basta pensare a quei piccoli riti quotidiani, a volte anche condivisi con le persone che amiamo, che contribuiscono al nostro benessere.

Il vero problema nasce quando affidiamo alle abitudini i nostri pensieri e le esperienze, ripetendo gli stessi gesti, le stesse strategie, i comportamenti e i pensieri.

Questo leitmotiv che si appropria delle nostre giornate, crea una pigrizia fisica e mentale che ci impedisce di evolverci, sotto ogni punto di vista. Restiamo in balia dei soliti pensieri, dei medesimi ragionamenti senza aprire la mente e i nostri orizzonti, e quella meravigliosa sensazione di scoperta, sembra non appartenerci più.

L’apatia e la noia, arrivano accompagnate dal senso di vuoto, quando le giornate finiscono inesorabilmente nello stesso modo. Ecco che allora ci salva l’immaginazione: la mente ha bisogno di nutrirsi, esattamente come il corpo, il nostro compito è stimolarla con la curiosità verso il mondo, con la conoscenza di persone e luoghi, con l’esplorazione.

E allora navighiamo in mare aperto, percorriamo quelle strade sterrate, usciamo dagli schemi, senza titubanze o timori. Lasciamoci trascinare dai sogni, i nostri.

Le 10 cattive abitudini che fanno effetto zavorra

Ci sono però altre piccole attività, che magari compi tutti i giorni o con una certa frequenza e che, senza rendertene conto, determinano la tua concentrazione, però in maniera negativa.

  1. controllare la posta elettronica. Potrebbe sembrare un’attività produttiva, ma se ti soffermi un attimo, ti renderai conto che il costante controllo della posta in arrivo o la lettura stessa delle mail non fanno altro che favorire la deconcentrazione;
  2. nella lista delle cose da fare, metti ai primi posti quelle più semplici. Se hai sempre pensato che smarcare prima le attività più leggere sia più produttivo, sbagli. Evidenze scientifiche hanno dimostrato che il livello di concentrazione diminuisce man mano che porti a termine i tuoi compiti;
  3. lamentarsi delle piccole cose. Rabbia e frustrazione non sono dei buoni alleati per la tua concentrazione: invece di lamentarti, focalizzati su quello che puoi fare per risolvere la situazione che ti sta arrecando fastidio;
  4. saltare la palestra. Oltre a mantenere il corpo tonico, l’esercizio fisico favorisce la concentrazione e la produttività: quello che ti serve è una bella passeggiata;
  5. lavorare solo. Per alcuni, lavorare da soli può essere più produttivo, per altri invece potrebbe essere solo poco utile. Se sei una leader, è meglio che eviti di isolarti: potrebbe risentirne il tuo rendimento;
  6. fare troppe pause. Fermarsi ogni tanto per fare dei break durante le ore di lavoro apporta benefici, ma attenzione, perché farne troppi potrebbe portarti ad annoiarti e farti sentire stanca e demotivata;
  7. bere troppo caffè. Un paio di tazzine al giorno possono essere di grande aiuto, ma berne troppo no. Secondo “Forbes” infatti: “l’eccesso di caffeina può causare ansia, nervosismo, incapacità di concentrazione, problemi di digestione, insonnia e irritabilità”;
  8. la scarsa illuminazione. A volte la causa della tua deconcentrazione può essere l’ambiente in cui lavori tanto da provocare affaticamento, stanchezza e stress;
  9. prendere parti a molte riunioni. Sono utili per fare il punto della situazione, per organizzare e pianificare le attività future, ma se diventano troppe si rischia di perdere tempo e di distrarre i dipendenti, che così non portano a termine il loro lavoro;
  10. essere multitasking. Tanto osannato e tanto richiesto: sembra essere una grande virtù, in realtà nasconde alcune insidie. Infatti non ti permette di focalizzarti su un compito ben preciso, ma ti costringe a dividere la tua attenzione fra più attività. Il rischio che si corre? Quello di non riuscire a farle tutte per bene.