Come vendicarsi al lavoro di un capo cattivo

Come vendicarsi del capo? Ecco una strategia messa in atto da un dipendente statale nei confronti del proprio superiore, ormai divenuto insopportabile

Come fare per vendicarsi del capo? Un dipendente infastidito ed infuriato per il comportamento sgarbato ed irriverente adottato dal nuovo capo d’ufficio nei suoi confronti, escogita un geniale piano per riuscire finalmente ad ottenere la sua meritata vendetta. Il dipendente in questione si chiama Andrea e ha avuto la sfolgorante intuizione proprio durante l’ennesima sfuriata messa in atto dal suo capo che non ha esitato a riempirlo di insulti e altre volgarità. Il giovane lavoratore, mentre il capo era momentaneamente uscito dall’ufficio per rispondere ad una telefonata improvvisa, ha colto al volo l’occasione per invitare il principale dell’intera azienda ad avvicinarsi per vedere con i suoi occhi la pessima situazione nel quale lui e i suoi colleghi erano costretti a lavorare quotidianamente. Andrea convoca quindi il direttore sostenendo di trovarsi coinvolto in una situazione di estrema emergenza, da mesi ormai diventata insostenibile, che richiede attenzione immediata. Ecco quindi che il principale giunge sul luogo e coglie il capo di Andrea intento a sgridare il povero impiegato che per tutta risposta non può far altro che rimanere immobile sul suo posto.

Quanto accaduto potrebbe suonare un po’ come un intricato, elaborato e macchinoso schema studiato per essere portato in scena durante una puntata di Gossip Girl, o forse in uno spin-off di qualche strana serie televisiva nella quale tutti i personaggi smettono improvvisamente di essere i classici figli di papà che noi tutti siamo abituati a vedere in televisione, e ottengono invece un posto di lavoro in un ufficio a basso livello. Purtroppo però questo scenario non solo è reale, ma secondo quanto detto dallo psicologo americano Harvey Hornstein, rappresenterebbe a tutti gli effetti il modello ideale di comportamento che si dovrebbe adottare per attaccare il proprio datore di lavoro. Nel corso di una recente intervista, Hornstein ha più volte evidenziato come da alcuni sondaggi sia stato rilevato che quasi nove dipendenti su dieci, durante il corso della loro carriera lavorativa, sono stati costretti a subire abusi da parte di un loro supervisore. Sono tanti infatti i lavoratori che ammettono di sopportare quotidianamente le urla e le umiliazioni che vengono rivolte nei loro confronti.

I giochi di potere infatti non sembrano essere solamente un problema del povero Andrea, che spesso si trova a venire incolpato per errori commessi dal capo stesso. In particolare, in uno studio pubblicato a marzo dalla Association for Psychological Science blog, sono state fornite e rese pubbliche numerose testimonianze che istruirebbero ai lavoratori colpiti da tali ingiurie, ben tre diverse motivazioni per la quale sarebbe corretto applicare nella vita reale la metodologia sopracitata, con l’intento di creare una vendetta perfetta. L’intento del dipendente è sicuramente chiaro, mirato e ben delineato (finalizzato a far cessare degli abusi), viene messo in atto al momento giusto e risulta essere studiato nei minimi dettagli (potreste far uscire il vostro capo dall’ufficio con qualsiasi altra scusa, l’importante è che abbiate il tempo di telefonare al maggiore responsabile dell’impresa pregandolo di avvicinarsi). La strategia quindi, essendo studiata così bene, non poteva che risultare vincente. Tutto ha funzionato come previsto e si potrebbe dire che il bullo è stato finalmente catturato in flagrante. Gli altri dipendenti non sono risultati essere minimamente coinvolti ne dalla rabbia del capo, ne dall’idea di Andrea che è riuscito a raggiungere il risultato tanto atteso e desiderato con le sue stesse forze.

Più di due terzi delle storie raccolte durante le interviste effettuate casualmente tra campioni di persone di varie fasce d’eta, ammettono di essersi trovate coinvolte in situazioni simili. Lo stesso Hornstein ha aggiunto che non sarebbe riuscito a ideare un piano migliore per arrivare a porre fine all’incresciosa situazione. Purtroppo però non tutti sono in grado di studiare ritorsioni così geniali e funzionali. Sul web infatti si legge di numerosi altri dipendenti che hanno tentato di emulare il comportamento tenuto da Andrea ma ottenendo scarsi risultati. C’è poi la storia di un dipendente che, impiegato in una banca americana, dopo essere stato ingiustamente accusato di aver creato problemi con il libro paga della società stessa, ha infettato con un virus il sistema operativo della banca. Un altro operaio invece, impiegato in una compagnia di assicurazioni, ha messo in atto alcuni scherzi rivolti al suo capo eliminando piccoli frammenti di testo dai vari file salvati sul suo computer. Entrambe le azioni sono state appaganti e soddisfacenti, ma non hanno fatto nulla per apportare un cambiamento significativo all’ambiente lavorativo. Tutt’altro, nel primo caso, è probabile che il dipendente inserendo un virus all’interno di alcuni pc abbia ostacolato anche il lavoro di alcuni suoi colleghi.