Caro papà, come sono passati in fretta questi anni. I miei bambini sono cresciuti in un batter d’occhio: eccoli lì che corrono per casa e giocano insieme. Sono i tuoi nipoti che non hai fatto in tempo a conoscere.
Caro papà, dicono che il dolore passa. Dicono che si attenua. Forse è vero. Perché la vita va avanti, e dopo che si è presa te mi ha dato due doni grandissimi.
Ma sai cosa ti dico? Che ci sono in notti in cui ti sogno e mi sembra che tu non sia mai andato via. Poi ci sono notti in cui rivivo la tua morte e il dolore, ti assicuro, è uguale a quella sera. Sono altri i dolori che si dimenticano. Quello rimane sempre uguale. Sarebbe stato così anche se fossimo riusciti a salutarci?
Mi guardo allo specchio e mi chiedo se oggi saresti contento di me.
Ti ringrazio infinitamente per avere fatto parte della mia esistenza. Per esserci stato, senza troppe parole. Perché ci bastava uno sguardo per dire, per capire.
Sono grande, sono una donna. Cammino sulle mie gambe senza appoggiarmi a nessuno, come mi hai insegnato tu. Ma più che mai adesso vorrei averti qui. Mi basterebbe una parola, un abbraccio. Che stringessi la mia mano.
Caro papà, ti cerco in quello che ho intorno. In questo periodo dell’anno più che mai.
Manca un pezzo del mio cuore da quando non ci sei più. Non me lo restituirà più nessuno.