Siamo fatte di abitudini, a volte cattive e altre volte confortanti, e di schemi che in qualche modo ci semplificano la vita. Del resto per districarci tra il caos e il disordine dei giorni abbiamo imparato che l’organizzazione e la pianificazione della quotidianità sono perpetuate più per sopravvivenza che per personale volontà.
E ammettiamolo, queste due capacità che abbiamo fatto nostre sono davvero in grado di facilitare le nostre giornate. Ma in una vita fatta di schemi e di regole precise da seguire, che posto riserviamo all’improvvisazione?
La risposta è quasi ovvia e ci riguarda un po’ tutti. Perché ormai più nessuno lascia spazio all’improvvisazione nella quotidianità e ce ne accorgiamo tutte le volte che, davanti a un imprevisto o a qualcosa di non pianificato, non sappiamo come reagire o, peggio, cadiamo in preda al panico e alla disperazione rimanendo impassibili davanti a ciò che sta succedendo dentro e fuori di noi. Ma non è così che deve andare per forza.
L’arte dell’improvvisazione
Una delle più grandi lezioni di vita arriva proprio dall’arte e dalla musica ed è quella che ci insegna l’improvvisazione. È un sostantivo, questo, che in realtà ci spaventa molto perché lo consideriamo come il contrario della programmazione, quell’abitudine che, come abbiamo detto, ci facilita la vita.
Le nostre stesse esperienze ci hanno insegnato che spesso, improvvisando, nascono dei disastri. Ma l’arte, appunto, ci dimostra invece che l’estemporaneità delle azioni, a volte, ci permette di creare degli autentici capolavori. Perché è vero che improvvisare vuol dire rischiare di fallire, perché senza uno schema ben preciso la riuscita di quella cosa può essere compromessa. Ma è vero anche che l’esecuzione e lo svolgimento della stessa può mettere in moto la creatività e l’inventiva e farci scoprire capacità che neanche credevamo di avere.
Ogni tanto, quindi, dovremmo davvero guardare a quei capolavori creati all’improvviso per ricordarci che c’è anche un altro modo per affrontare la quotidianità e per risolvere gli ostacoli e i problemi che si presentano. Certo questo ci espone a correre dei rischi, ma che vita sarebbe senza qualche rischio?
L’istinto ci insegna a improvvisare
Le nostre esperienze ci hanno insegnato che è decisamente più saggio pensare, prima di agire. Così ecco che quando scegliamo di seguire il cuore, lo facciamo utilizzando anche il cervello. Meglio invece mettere da parte tutte quelle sensazioni che nascono dalla pancia e che rischiano di creare solo disastri. Eppure, ogni tanto, concedersi di sbagliare è davvero bello.
Se mettessimo da parte le agende e le to do list che popolano le nostre giornate, e smettessimo di pensare, potremmo riscoprire quanta meraviglia c’è nell’agire e basta. Nel farlo nel qui e nell’ora. Questo non vuol dire scegliere consapevolmente di fare le cose “a caso”, quanto più imparare a seguire una guida che è già dentro di noi: il nostro istinto.
Affidarsi a questo vuol dire sapersi connettere con tutto ciò che abbiamo dentro. Vuol dire sviluppare una nuova e sorprendente capacità di adattarci agli imprevisti e di affrontare le nuove sfide, anche improvvisando.
Se vi state chiedendo come fare è molto semplice: concentratevi su quello che sta succedendo nel presente, accogliete il momento anche se è apparentemente spaventoso. Non addentratevi nella mente per cercare risposte e soluzioni, ma seguite ciò che vi suggerisce l’istinto e agite. Vi sorprenderete di scoprire quanto è bello improvvisare ogni tanto.