Cosa vogliono comunicarci i cani quando abbaiano?

Quante volte hai sentito il tuo cane abbaiare e ti sei chiesta perché? I motivi possono essere diversi a seconda della situazione: vediamoli insieme.

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Francesco Livini

Medico veterinario

Medico veterinario specializzato in sanità animale, esperto nella cura, diagnosi e trattamento delle malattie con uno spiccato interesse per l'ortopedia. Dirigente medico veterinario nelle Marche da oltre 6 anni, per DiLei scrive nella sezione Pets.

Quante volte ti è capitato di sentire il tuo cane abbaiare apparentemente senza motivo? Quando ci chiediamo perché il cane abbaia, per poter avere una risposta corretta dobbiamo prendere in considerazione diversi elementi fra cui il momento, il contesto e il modo in cui lo fa. Nell’immaginario comune, la maggior parte delle persone ipotizza che l’abbaio del cane rappresenti solamente un disturbo, un fastidio da sopportare che compare soprattutto in quei soggetti più “maleducati”. La maggior parte delle persone etichetta l’abbaio del cane con un’accezione negativa, incolpando implicitamente il proprietario di una errata disciplina educativa del suo animale domestico.

Un mezzo per comunicare

L’unico mezzo di comunicazione fonica dell’animale è senz’altro l’abbaio. Il nostro cane non può parlare, quindi utilizza questo strumento per esprimersi: il cane abbaia quando deve comunicare le sue emozioni e sensazioni rispetto a ciò che sta vivendo. Dobbiamo interpretare i vocalizzi dei cani come espressioni di uno stato d’animo, come richieste e come trasmissione di un’informazione.

L’abbaio differisce fra i diversi soggetti e può variare dalle razze più piccole dotate di una fonica acuta, fino alle razze di taglia gigante che emettono abbai più profondi. Alcuni studi hanno dimostrato inoltre che anche l’esperienza sociale influisce sull’attitudine ad abbaiare: i cani che vivono in stretta relazione con l’uomo, in un contesto in cui c’è una forte comunicazione verbale, saranno più propensi e portati a vocalizzare. Al contrario, soggetti che vivono liberi in gruppi con altri randagi o selvatici tendono ad abbaiare molto meno.

Abbaiare è un istinto naturale del cane, è il suo stile comunicativo e per questo non va inibito come purtroppo molti proprietari cercano di fare, anche ricorrendo a metodi forzosi e coercitivi, ma al contrario compreso ed interpretato.

È importante ricordare inoltre che l’abbaio del cane è un comportamento istintivo cosiddetto allelomimetico, ovvero può essere stimolato in un altro soggetto della stessa specie senza una ragione specifica ma solamente dalla percezione acustica dell’abbaio di un altro cane. È capitato a tutti, infatti, di assistere a situazioni in cui all’abbaio di un cane fa seguito la risposta vocale di altri cani che vivono nel quartiere, che vocalizzano senza vedere lo stimolo originario; tale problema è di interesse particolare laddove più cani popolano una via, coabitando in territori confinanti e ancor di più in condizioni di convivenza condominiale.

Cosa comunicano i cani abbaiando

Come anticipato, il cane ha una ricca, ampia, enorme varietà di sentimenti e stati d’animo e abbaia proprio per esprimerli a suo modo. Possiamo distinguere diversi tipi di abbaio, fino all’ululato, che sono da ricondurre a svariate sfumature emozionali. Di seguito qualche esempio:

  • Eccitazione;
  • Inquietudine, stress;
  • Allerta;
  • Invito al gioco;
  • Richiesta attenzioni;
  • Protezione e difesa;
  • Noia;
  • Minaccia;
  • Saluto;
  • Solitudine e ansia da separazione;
  • Risposta a stimoli esterni ambientali (sirene, campane, allarmi)

L’abbaio può diversificarsi anche per durata, frequenza, ripetizione, intensità e tono. È importante valutare quindi la tipologia di abbaio e la circostanza in cui viene emesso, perché ciò ci aiuta a capire il tipo di messaggio che il cane vuole esprimere.

I nostri amici a quattro zampe possono manifestare una propensione più o meno spinta all’abbaiare; infatti, esistono cani che abbaiano di più ed altri che non lo fanno praticamente mai. Anche la genetica e la razza influiscono, oltre che la taglia: è conclamato che i cani di taglia piccola come Beagle, Bassotto e Chihuahua vocalizzano di più, come alcune razze più di altre. Dagli studi scientifici relativi allo spettro acustico emesso durante questo comportamento, è stata evidenziata anche una variabilità delle frequenze fra l’abbaio destinato ad un altro cane e l’abbaio utilizzato come mezzo di comunicazione con l’essere umano.

A prescindere da questi dettagli più specifici, alla base di tutto c’è la comunicazione, ovvero la comprensione reciproca proprietario – cane, che oltre alla fonica del linguaggio verbale, si completa con il linguaggio paraverbale, esplicato in primis con la postura e con i movimenti del corpo.

Perché i cani abbaiano: i motivi più comuni

È possibile che il cane abbai per diversi motivi:

  • Difesa: il contesto più comune in cui si manifesta è quando il nostro cane percepisce la presenza di un estraneo nelle vicinanze e, in base alla gravità del rischio percepito, può emettere un abbaio per dissuadere e disincentivare l’avvicinamento del pericolo, manifestando un atteggiamento aggressivo. In altri casi, può abbaiare con l’intenzione di richiamare l’attenzione del suo gruppo sociale, mostrando uno stato di allerta importante.
  • Gioco: nei diversi scenari di gioco è possibile percepire abbai con un suono completamente diverso. Come concetto generale, durante il gioco il livello di attivazione emozionale del cane, definito in termini tecnici arousal, ovvero la sua capacità cognitiva di dare una risposta alle sollecitazioni ambientali o sociali, è molto alto. Udiremo quindi abbai, intervallati a mugolii e anche ringhi, a seconda del gioco che si sta conducendo. Quando due cani giocano rincorrendosi, simulando uno scenario predatorio, è possibile anche che la preda emetta guaiti, che hanno una fonica assolutamente diversa dall’abbaio da frustrazione eccitatoria del cane concentrato e focalizzato sulla pallina tenuta in mano dal proprietario, che tentenna qualche secondo in più nel lancio.
  • Richiesta: prendendo spunto dalla comunicazione verbale fra gli esseri umani, il nostro cane apprende fin da subito l’importanza primaria della vocalizzazione nell’interazione con l’uomo, soprattutto per attirare la sua attenzione; ed ecco che l’abbaio agisce da richiamo. Ad esempio, quando siamo seduti a tavola e volontariamente ignoriamo il nostro animale, lui utilizza l’abbaio come catalizzatore della nostra attenzione. Questo è un tipo di abbaio singolo e cadenzato, possiamo dire anche sufficientemente fastidioso per il proprietario, soprattutto perché va ignorato al fine di evitare che la nostra attenzione agisca da rinforzo positivo del comportamento.
  • Paura: l’abbaio scatenato dalla minaccia di una persona aggressiva o dalla vicinanza di un altro cane pericoloso, è di tipo chiassoso frammisto a guaiti acuti che evidenziano il panico dell’animale. L’emozione della paura è variabile nei diversi soggetti ed è influenzata molto dalle esperienze vissute in passato; alcuni possono provare una forte emozione di allarme anche semplicemente vedendo una spazzola oppure una soluzione spray dal medico veterinario. Chiaramente non influisce la sensazione dolorifica evocata dall’oggetto, ma la discriminante è ciò che il cane si aspetta che accadrà, in base al suo vissuto passato.
  • Ansia e frustrazione: l’emozione alla base di questa tipologia di abbaio, misto ad un lamento struggente, è l’ansia ed il malessere derivante dalla sensazione di sentirsi perso e abbandonato, ovvero la tristemente nota condizione di ansia da separazione.
  • Eccitazione: l’abbaio in questione deriva, come abbiamo già anticipato, da un livello di alta eccitazione, come nell’esempio del gioco preda-predatore con un suo simile. Un’altra situazione in cui possiamo riscontrare una tipologia di abbaio sovrapponibile è quando il cane eccitato si trova in una situazione di stallo. In questo caso, compare l’abbaio cadenzato e con alta frequenza, ad esempio quando il gatto che stava rincorrendo si rifugia su un albero oppure quando il cane che vorrebbe esplorare un qualcosa, si trova ostacolato dal guinzaglio o da un cancello.

A prescindere dalla variabilità fra i singoli soggetti, l’abbaio è il loro mezzo di comunicazione e come tale, è giusto che venga ascoltato e compreso, e ancor di più interpretato, per capire il motivo per cui l’animale sta esprimendo la sua “voce”.

Quando il cane abbaia disturba la quiete pubblica?

Esaminiamo ora gli aspetti legali dell’abbaiare del nostro cane, che potrebbero risultare utili a qualche proprietario che si trova a dover gestire dei vicini poco tolleranti all’”inquinamento acustico” generato dall’animale, soprattutto in contesti condominiali. Da quanto descritto sopra è evidente il ruolo centrale della vocalizzazione, che è riconosciuta essere a livello normativo un diritto a tutti gli effetti per il cane. Tuttavia, secondo la legge, il nostro cane ha il diritto abbaiare, senza disturbare la quiete pubblica.

Chiaramente non si può parlare con il cane e chiedergli cortesemente di rimodulare il suo istinto di abbaiare a determinati stimoli, problematica che si amplifica quando l’animale viene lasciato da solo in casa. Ad esempio, qualsiasi proprietario deve fare i conti con la dinamica del cane da solo in casa o in giardino, che progressivamente imparerà ad autogestirsi nella sua solitudine affrontando le ore in solitaria senza creare particolari “fastidi acustici”. Tuttavia, durante la fase iniziale di educazione e addestramento alla gestione della sua solitudine, è molto comune l’atteggiamento del cane di vocalizzare in modo importante e afinalistico al fine di richiamare l’attenzione ed è proprio in tale frangente che potrebbe palesarsi la fattispecie di reato.

Il proprietario, in questo caso, scoprirà quanto abbaia il cane in sua assenza dalle lamentele del vicinato, fattore che lo espone all’accusa di reato di disturbo della quiete pubblica. Riconosciuta la liceità e il diritto essenziale del cane di abbaiare, soprattutto laddove venga percepita una minaccia, identificata come un’invasione del proprio territorio, alcune sentenze stabiliscono che deve essere osservata la soglia di tollerabilità stabilita nell’art. 844 del Codice civile.

Il reato di disturbo della quiete pubblica scatta quando un rumore, qualsiasi esso sia superi la soglia di tollerabilità; quindi, quando l’abbaio rientra nel range di decibel consentito dal Codice civile, non può essere vietato e dovrà essere tollerato. La norma stabilisce limiti che variano a seconda dell’orario, infatti l’abbaio inteso come rumore diventa illegale quando supera i 5 decibel dalle ore 06:00 del mattino alle ore 22:00 e i 3 decibel nelle ore notturne.