Leishmaniosi nel cane: cosa sapere per proteggerlo

La Leishmaniosi può essere molto pericolosa, perché difficile da diagnosticare e da curare: ecco cosa devi sapere per proteggere al meglio il tuo cane.

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Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

La Leishmaniosi è una malattia parassitaria provocata dal protozoo della Leishmania Donovani Infantum, particolarmente difficile da diagnosticare e da curare. Non esiste infatti un farmaco in grado di debellare totalmente dall’organismo del cane il parassita, per questo prevenire l’infezione (e conoscerla) è fondamentale. Vediamo insieme come proteggere il nostro pet.

Cos’è e come funziona la leishmaniosi 

La Leishmaniosi è un’infezione di tipo parassitario molto pericolosa per il cane. Si trasmette tramite la puntura dei pappataci e si manifesta con numerosi sintomi che possono essere più o meno gravi a seconda dei casi. 

Il responsabile della patologia è il Leishmania Infantum, un parassita che fa parte della famiglia dei protozoi. I vettori, ossia gli elementi che consentono la trasmissione dell’infezione, sono i flebotomi, conosciuti comunemente con il nome di pappataci: sono piccoli insetti che si nutrono di sangue attraverso una puntura e sono molto più piccoli (oltre che silenziosi) delle zanzare. Possono pungere non solo il cane, ma anche l’uomo. 

Questi insetti molto pericolosi per Fido hanno prevalentemente una attività stagionale. Si adattano ai climi tropicali, subtropicali e mediterranei, spostandosi nelle ore serali durante i mesi caldi, in particolare da maggio sino a ottobre. 

Sintomi iniziali 

Prima di scoprire quali sono i sintomi della Leishmaniosi va sottolineato che questa malattia è molto difficile da diagnosticare proprio per via del modo in cui si manifesta. Provoca infatti una reazione immunitaria nel cane caratterizzata da segnali che si differenziano in base a numerose variabili. Non solo: la patologia ha anche una incubazione piuttosto lenta che può durare dai 2-3 mesi sino ai 4-6 anni. 

Solitamente la Leishmaniosi viene scoperta perché i padroni si recano dal veterinario per via di problemi dermatologici. Oltre a questi, spesso il cane presenta sintomi come spossatezza oppure una diminuzione dell’appetito e dimagrimento 

I primi sintomi tendono a manifestarsi soprattutto al livello cutaneo con lesioni che colpiscono le orecchie, l’addome o il naso, ossia nei punti in cui gli insetti tendono a pungere l’animale.  

Con il passare delle settimane l’infezione tende a progredire, si instaurano le reazioni anticorpali, in tempi e modi diversi a seconda del cane e del suo sistema immunitario, e si manifestano altri sintomi come piccole ulcere, ispessimenti cutanei, lesioni a scaglie della cute in particolare su muso, orecchie e zampe. Come riconoscerle? Queste ferite solitamente sono simmetriche e non pruriginose. 

Non solo la pelle, i sintomi della Leishmaniosi possono derivare anche da problemi agli occhi: spesso i cani malati arrivano dal veterinario con blefariti, uveiti anteriori, congiuntiviti o cheratocongiuntiviti. 

Inoltre i quattro zampe con Leishmaniosi tendono a sviluppare la glomerulonefrite, ovvero una infiammazione a livello renale che nel tempo può portare a una insufficienza renale. I sintomi sono sangue nelle urine e un aumento della sete e della quantità di urina.  

Altri sintomi legati alla Leishmaniosi sono vomito, colite o diarrea (più in generale disturbi gastrointestinali) e poliartrite, con zoppia. Non va poi dimenticato che la Leishmaniosi coinvolge il sistema immunitario, dunque potrebbe verificarsi un ingrossamento dei linfonodi o della milza. 

Diagnosi

I sintomi della Leishmaniosi sono tanti e vari, per questo risulta molto complicato diagnosticare la patologia. Se noti però la presenza di lesioni in alcune zone del corpo di Fido oppure una crescita esagerata delle sue unghie (onicogrifosi) dovresti chiedere un consulto al tuo veterinario. Sarà lui a richiedere alcuni esami di laboratorio utili per individuare la malattia.  

Per verificare la presenza o meno del parassita esistono degli esami specifici. Il più rapido (da eseguire direttamente presso l’ambulatorio del tuo vet) è l’esame cito-istologico. Viene effettuato prelevando un campione di cellule dalla lesione cutanea oppure di sangue. Il materiale, dopo la colorazione, rileverà o meno la presenza del parassita. 

Il più conosciuto è invece il test ELISA che offre una risposta rapida oltre a costi contenuti. Evidenzia infatti la presenza di anticorpi contro la Leishmania in un campione di sangue del cane.

L’esame di immunofluorescenza indiretta invece si esegue sul siero, attraverso l’uso degli antigeni della Leishmania. Se il siero dell’animale contiene anticorpi contro la Leishmania, questi si legano agli antigeni del parassita. La reazione viene evidenziata usando degli “anti-anticorpi” marcati con un composto fluorescente che si andranno a legare al complesso anticorpo-antigene Leishmania  il tutto si evidenzia con un microscopio particolare.  

Infine troviamo la PCR, meglio nota come Polymerase Chain Reaction, una tecnica che possiede una altissima sensibilità e consente una diagnosi agli esordi della patologia. 

Cure

Fra i maggiori problemi legati a questa malattia vi è la difficoltà di cura. La mancanza di protocolli di terapia inconfutabili, difficoltà nell’uniformare le varie reazioni ai farmaci e la soggettività dei sintomi rendono complesso il percorso terapeutico. 

I migliori risultati si possono ottenere realizzando una terapia – con l’accortezza del proprietario – quando la patologia non è già conclamata. La cura, in ogni caso, dovrà mirare a limitare al massimo i vari danni collaterali provocati alla malattia e la stessa parassitosi. L’obiettivo inoltre sarà stimolare il sistema immunitario ed evitare le recidive. 

Come si prende: la prevenzione

Dopo aver scoperto la pericolosità di questa patologia per i cani ogni padrone si chiede: come si prende la Leishmaniosi? Il pappatacio non è altro che una minuscola zanzara con una dimensione di 2-3 millimetri e una peluria gialla. Stiamo parlando di un insetto molto silenzioso che non si manifesta nemmeno nel momento in cui punge. Quando la sua puntura colpisce un animale già infetto, il parassita si deposita nel flebotomo e viene iniettato in un altro cane quando il pappatacio torna a pungere. 

La proliferazione del parassita tende ad aumentare in base alle temperature (fra i 15°- 25° C°) e all’umidità. Dunque se la stagione è particolarmente calda, anche durante l’autunno, i flebotomi riusciranno ad effettuare diversi cicli riproduttivi. La densità massima si raggiunge all’inizio e alla fine dell’estate, ma tutto dipende dall’andamento delle temperature nel corso della stagione. Indicativamente il periodo in cui bisogna prestare molta attenzione alla protezione del tuo amico peloso va da maggio sino a ottobre/novembre in base alle zone. 

Conoscere i pappataci e le loro caratteristiche potrebbe aiutarti a comprendere meglio come proteggere il tuo cane dalle pericolose punture. Questi insetti agiscono soprattutto quando fa buio e hanno un picco che va da mezzanotte sino all’alba. Sono piuttosto stanziali, ciò significa che percorrono solo tratti molto brevi (100-200 metri) e se trasportati dalla forza del vento. A disturbarli è soprattutto l’aria fredda che provoca una riduzione della loro attività. 

Come proteggere il tuo cane 

Quando si parla di Leishmaniosi nel cane la prevenzione è fondamentale, come ci spiega anche la dottoressa Silvia Delfini, veterinario per cani e gatti. “La prevenzione consiste prima di tutto nell’adottare dei provvedimenti che consentono di ridurre al meglio il rischio di puntura da parte dei pappataci”. Ciò significa, ad esempio, evitare passeggiate notturne oppure serali e in zone di rischio. Sarebbe poi preferibile far dormire l’animale in casa la notte, applicando alle finestre delle zanzariere. 

“Consiglio – spiega ancora il veterinario – di utilizzare degli specifici repellenti che siano indicati espressamente per la protezione dalle punture dei flebotomi. Tutti questi provvedimenti sono fondamentali perché, dobbiamo ricordarlo, ad oggi la prevenzione è l’arma migliore per riuscire a proteggere il cane”. 

Esiste un vaccino per la leishmaniosi? 

Fra gli strumenti per prevenire la Leishmaniosi c’è anche il vaccino, consigliato per i cani risultati negativi o asintomatici. In ogni caso è sempre meglio rivolgersi al proprio veterinario per ricevere informazioni a riguardo.