Si può addestrare un gatto? Sì, l’esperta ci spiega come

Si può addestrare un gatto? Sì, ti spieghiamo come! Tutti i consigli dell'esperta per insegnare al micio a usare la lettiera, non mordere o graffiare.

Foto di Eleonora Toresi

Eleonora Toresi

Veterinaria

Amante sin da bambina degli animali, a 16 anni decide di diventare veterinaria. Si trasferisce in Spagna a studiare, prima a Lugo poi a Madrid, specializzandosi in medicina felina. Per DiLei scrive nella sezione Pets.

I gatti, a differenza di quanto credono in molti, possono essere addestrati. Stiamo parlando di animali particolarmente intelligenti che non sono solamente indipendenti, ma adorano interagire con gli umani, sanno obbedire e riescono a imparare sin da piccoli. Vediamo come insegnar loro alcuni comportamenti fondamentali per una convivenza gioiosa e serena per tutta la famiglia.

Come insegnare al gatto a…

Fare i bisogni nella lettiera 

Solitamente i cuccioli imitano il comportamento della loro mamma. Quando si adotta un felino adulto oppure si porta a casa un gattino per la prima volta sarà necessario mostrargli dove fare la cacca e la pipì. Se vuoi insegnare al gatto a fare i bisogni nella lettiera preparati a un’educazione che sarà basata sulla costanza. 

Per prima cosa porta regolarmente il tuo pelosetto nella lettiera, consentendogli di familiarizzarci: bastano anche pochissimi minuti e diverse volte al giorno. Un consiglio? Smuovi la sabbietta, fingendo di coprire degli escrementi e ricordati di dare un premio al micio ogni volta che fa i bisogni nella lettiera. 

Come insegnare a un gatto a non graffiare

Quando i gatti sono ancora cuccioli adorano giocare e rotolarsi, scoprendo il morso attraverso graffi giocosi e morsi. Mordere e graffiare dunque sono dei gesti istintivi ma se consenti al tuo pet di farlo da adulto sarà molto difficile farlo smettere. 

“Il rinforzo positivo – spiega Silvia Delfini, veterinario per cani e gatti – è l’unico modo per educare un gatto. Significa prima di tutto proporgli sensazioni piacevoli che possano spingerlo a fare ciò che vogliamo e non perdere mai la pazienza, ripetendo continuamente. Anche distrarre il micio può essere una buona tattica. Se graffia il divano comprare un tiragraffi potrebbe essere utilissimo per spostare la sua attenzione verso qualcos’altro di altrettanto stimolante”. 

Se il gatto ti salta in grembo e inizia a mordicchiarti le dita, indirizza verso qualcos’altro la sua attenzione. Puoi far rotolare una pallina oppure far penzolare un cordino con attaccato un giocattolo per spingere l’animale a utilizzare le unghie per acciuffarlo. Un consiglio? Sei hai più di un gatto in casa, assicurati che tutti seguano questo metodo, in caso contrario infatti il gatto potrebbe trovare difficoltà ad abituarsi, imitando i suoi simili indisciplinati. 

Un’altra idea vincente è quella di imparare a interpretare gli umori e i bisogni del gatto. Il tuo micio infatti potrebbe essere molto sensibile in alcuni punti, come le zampe, la faccia o il pancino, finendo per mordere o graffiare. Se noti che il gatto sussulta e mordicchia quando viene toccato in un preciso punto potrebbe avvertire fastidio o dolore. Evita di infastidirlo ulteriormente e nel caso in cui l’episodio si ripeta più volte rivolgiti al veterinario. 

Fra i trucchi consigliati per addestrare un gatto a non mordere o graffiare c’è anche quello di accorciargli le unghie. Questa operazione non causa dolore e si può svolgere facilmente usando un tagliaunghie specifiche. Non sei sicura? Chiedi aiuto al veterinario e assicurati sempre di avere in casa un tiragraffi, utile per aiutare il micio a mantenersi in perfetta forma e accorciare le unghie in autonomia. 

Insegnare a un gatto a sedersi a comando

Si tende a pensare erroneamente che i cani siano gli unici predisposti per ricevere un addestramento. In realtà anche i gatti possono imparare tantissimi comandi, fra cui quello di stare seduti. Per insegnare questo semplice comando è consigliabile utilizzare snack golosi per attirare facilmente la sua attenzione.

Dopo aver catturato il suo interesse alza il premietto, tenendolo in mano e spostalo dietro la nuca dell’animale. Il gatto in questo modo finirà per sedersi. A questo punto non ti resterà che premiarlo e dire “bravo, seduto”, a voce alta, aggiungendo una coccola. 

Addestrare un cucciolo di gatto

Solitamente il gatto apprende i primi rudimenti della sua educazione della mamma e dai fratellini. Nel periodo in cui vive con loro, il micio impara a mordere dosando la forza, a valutare i casi in cui usare le unghie e a non estrarle, a relazionarsi con gli altri  gatti. Si tratta di insegnamenti essenziali per la vita futura. 

Una volta arrivato in famiglia, il gattino avrà bisogno di tempo per potersi abituare all’ambiente nuovo. Ricordati di non forzarlo, lasciando che sia lui a prendere l’iniziativa, e tieni presente che ogni gatto è differente dall’altro. Alcuni hanno un’indole introversa, altri sono più giocherelloni: osserva il tuo mini pet e impara a rispettare la sua tendenza. 

Per prima cosa lascia che esplori l’ambiente, poi inizia a interagirci con molta calma, attirandolo con giochini. L’importante è avere una grande pazienza e delicatezza, imparando, a poco a poco, a comunicare con il micetto. Diversamente dalle opinioni comuni infatti i gattini sono molto reattivi alle parole, al tono di voce e alla mimica facciale. Dunque non urlare se fa qualcosa di sbagliato o potresti spaventarlo, cerca invece di incoraggiarlo quando fa una cosa giusta e chiamalo ogni volta che è pronto da mangiare. 

Addestrare un gatto randagio

Il discorso cambia se dobbiamo addestrare un gatto randagio. Se il micio è selvatico infatti tenderà ad essere molto più sospettoso, ti guarderà con curiosità, ma mantenendo sempre le distanze. Per avvicinarlo dunque armati di pazienza e inizia, a poco a poco, a farti conoscere. Prima stabilisci un contatto visivo, ricordandoti di parlargli con toni suadenti e dolci. Cerca di rassicurarlo e lascia che, a poco a poco, capisca che non sei una minaccia. 

In ogni caso non avere nessuna fretta e prova a rispettare l’indole del gatto. Alcuni sono molto socievoli e si avvicinano in breve tempo all’uomo, in questo caso addomesticarli sarà abbastanza facile. Ci sono poi gatti che impiegano dei mesi, se non anni, per fidarsi degli umani. La tecnica è da sempre la stessa: cibo, tanta pazienza e una buona dose di perseveranza. Il tutto senza forzature di alcun tipo. 

 Ci sono tuttavia gatti randagi che non diventeranno mai gatti di casa, soprattutto se hanno un’indole indipendente. Anche i più refrattari però potrebbero arrivare ad apprezzare un giardino domestico, le coccole di un umano, buon cibo e un luogo sicuro in cui fare un pisolino.