Scuole, ristoranti, parrucchieri e negozi: cosa riaprirà dopo Pasqua

Riapertura delle scuole anche in zona rossa e ripresa di alcune attività: sono queste le misure su cui si discute in vista del nuovo decreto in vigore dal 7 aprile

Mentre l’Italia si appresta a vivere un’altra Pasqua blindata, al governo si discute del nuovo decreto che regolerà il periodo successivo alle vacanze pasquali, vale a dire dal 7 aprile fino ai primi di maggio.

Il decreto attualmente in vigore, infatti, è valido fino al 6 aprile e prevede per i giorni delle festività misure uguali per tutti, con una zona rossa in cui sarà però possibile fare visita ad amici e parenti una volta al giorno.

In ballo ora ci sono le possibili riaperture del periodo successivo, con diverse categorie che spingono per un allentamento delle misure almeno nelle zone in cui il numero dei contagi lo consentirà. Secondo quanto detto dal premier Mario Draghi in conferenza stampa, il nuovo provvedimento dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni, con ogni probabilità martedì 30 marzo, dopo il consueto giro con i rappresentanti delle Regioni e il Comitato tecnico scientifico.

Al momento sono due le correnti contrapposte, anche all’interno del governo, tra chi ritiene che sia necessario andare avanti con la linea dura e chi invece spinge per una riapertura graduale delle attività. A pesare sono i numeri, ancora allarmanti, dei contagi che registrano quotidianamente oltre 20mila nuovi casi al giorno e centinaia di morti.

Ad ogni modo, è già possibile fare delle ipotesi su quali saranno le attività che riapriranno dopo Pasqua e con che criteri.

Nuovo decreto, dopo Pasqua riaprono le scuole in zona rossa

Una delle poche cose che appaiono certe è la riapertura delle scuole. Secondo quanto dichiarato da Draghi il ministro Patrizio Bianchi starebbe lavorando per la riattivazione della didattica in presenza “in modo ordinato”. Ciò significa che l’idea – come anticipato già da qualche settimana – è che a tornare in classe anche in zona rossa siano gli alunni degli asili nidi, delle elementari e della prima media. Nelle aree con i contagi più alti rimangono quindi ancora a casa gli studenti dalla seconda media in su. Questo perché – ha spiegato il premier – le evidenze scientifiche mostrano che alle scuole è associata una diffusione piuttosto bassa del virus. Ciò che lo favorisce “è tutto ciò che avviene attorno alla scuola“.

Nuovo decreto, un altro mese senza zona gialla

Secondo quanto si apprende, almeno fino a maggio non è previsto il ritorno in zona gialla per nessuna Regione. Un’ipotesi confermata anche dal fatto che Draghi non l’ha mai menzionata nel corso della conferenza stampa. Per tutto aprile, dunque, i vari territori potranno ambire al massimo alla zona arancione per sperare che qualche attività riapra.

Considerati i numeri attuali è probabile che almeno 8 regioni e una provincia autonoma dovrebbero rimanere nella fascia di rischio elevato anche dopo le feste.

Decreto Draghi, bar e ristoranti: cosa cambia

In questo contesto, secondo le misure attualmente in vigore, bar e ristoranti dovrebbero rimanere ancora chiusi. I precedenti decreti, infatti, prevedono la riapertura fino alle 18 solo in quelle aree identificate come gialle. In zona arancione e rossa ai locali è concesso solo l’asporto e il delivery.

Tuttavia, c’è chi nel governo preme per una riapertura parziale, almeno per l’orario di pranzo con una chiusura anticipata alle 16 per evitare l’orario dell’aperitivo che potrebbe generare assembramenti fuori dai bar. Un’ipotesi che però sembra essere stata scartata.

I negozi che riaprono dopo Pasqua

Come già detto, nei giorni del 3, 4 e 5 aprile tutta Italia sarà zona rossa e dunque saranno chiusi i negozi non considerati essenziali (qui la lista dei negozi che rimangono aperti in zona rossa), compresi parrucchieri e barbieri. Dal 7 aprile ogni Regione tornerà a essere identificata da un colore che varierà a seconda del numero di contagi, ma che oscillerà sempre tra l’arancione al rosso. In zona arancione riaprono tutte le attività a eccezione di bar e ristoranti. Via libera dunque a parrucchieri, centri estetici, lavanderie, profumerie, negozi di abbigliamento e calzature.